Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DENTI ARTIFICIALI — DENTIFRICI!
      primo, secondo, quarto, terzo, quinto, oppure primo, quarto, secondo, terzo e quinto dente. Prima si forma l'avorio, il quale, secondo Hunter, Cuvier, Meckel, ecc., è una specie di trasudamento della polpa dentale, quindi esso si copre dello smalto, il quale è coperto sulla parte superiore dell'avorio dal liquore in cui il dente è immerso, non che dalla membrana interna della capsula che lo avvolge. Le corone degl'incisivi sono già formate all'epoca della nascita, quelle dei canini e dei molari sono ancora incomplete; le radici si formano dopo la corona, ed avviluppano il picciuolo, mediante il quale il dente è attaccato al fondo del follicolo dentale. Quando la radice ha pressoché terminato di formarsi, comincia l'eruzione del dente, che ha luogo per lo più dai sei ai dodici mesi dopo la nascita, non mancando però eccezioni; imperocché si videro bambini nascere con denti in bocca, mentre in altri cominciarono soltanto a spuntare dopo i due o tre anni. Talvolta la prima dentizione si compisce senza incomodi, altre volte è accompagnata da gravi disastri, che possono porre anche in pericolo la vita del bambino (V. Denti [patol.]). In generale, i denti della mascella inferiore sono i primi a spuntare, e si noti che essi spuntano per lo più a due a due, non essendovi che alcuni giorni d'intervallo fra l'uscita di un dente e quella dell'altro corrispondente. I denti di latte in generale hanno finito di spuntare ai due anni e mezzo. Fra l'uscita di questi primi venti denti e quella degli altri dodici permanenti passa un intervallo di tempo più o meno lungo. Verso i quattro o cinque anni questi cominciano a spuntare, ed hanno terminato di uscire fra i sette e i dieci; ma rimangono però ancora uno o due denti molari da spuntare, i quali appariscono per lo più ai venti o ventidue anni, e chiamansi denti di sapienza. Questi sono poi bene spesso i primi che si guastano. Verso i sette anni comincia la caduta dei denti infantili, la quale è provocata dall'uscita dei denti permanenti. I germi dei denti permanenti non differiscono da quelli di latte, e cominciano a formarsi poco dopo la concezione sotto i primi, coi quali comunicano mediante un piccolo orifizio del follicolo. La loro ossificazione non succede in modo diverso da quanto abbiamo accennato pei denti caduchi. Gli archi dentali s'ingrandiscono continuamente fino all'epoca della comparsa dell'ultimo dente, e da questo progressivo ingrandimento come dal contemporaneo sviluppo della linea mascellare dipende in gran parte il cangiamento di fisionomia che si osserva nei fanciulli. In generale i denti di sostituzione sono più grossi di quelli di latte, d'onde accade che talvolta spuntando essi prima che l'arco dentale sia pervenuto al grado di sviluppo necessario, nascono difetti rimarchevoli nella direzione dei denti. Questi si logorano più o meno presto, e finiscono per cadere prima della vecchiaja, anche nei casi in cui non vengono consumati da carie o distrutti da scorbuto o da altre malattie.
      DENTI (patol.). — Prima di far parola delle malattie cui sono soggetti i denti stessi, discorreremo degl'incomodi che essi arrecano quando cominciano a spuntare e dei mali dipendenti dalla dentizione. È bensì vero che non di rado si attribuisce a questa la morte di molti bambini vittime d'infermità
      che non furono conosciute, e che a quell'epoca si svilupparono; ma non è meno vero che determinando la formazione dei denti un maggiore afflusso di sangue a quella parte e per conseguenza al capo, essa può essere causa di molti disordini, tanto più quando l'infermo vi è per altra parte disposto.
      La salivazione è il primo incomodo che annunzia la dentizione, allorché prendendo accrescimento il germe del dente comincia a dilatare l'alveolo, e suol essere accompagnata da un formicolamento molesto che spinge il bambino a mordere tutto ciò che gli si presenta. Tuttavia essa non si può considerare come un male per sé, anzi è necessaria a favorire l'uscita del dente, ed è una secrezione sollecitata dalla natura, provvida a preservarci da altri inconvenienti. Sarà utile in quest'epoca il presentare al bambino corpi duri e cilindrici, perchè assottigli con essi le gengive, e possa sollevarsi dalla molestia che prova; ma quando le gengive cominciano ad essere lacerate vi si possono sostituire pane duro o fichi secchi. Talvolta le gengive s'infiammano, e quest'infiammazione si comunica a tutte le fauci, siccome dànno a vedere la rossezza delle guancie, la tumidezza della faccia, il calore della bocca e dello stesso alito del bambino, non che la sete inestinguibile. In tali circostanze gli ammollienti, l'astinenza da ogni alimento un po' consistente, le bevande acquose in gran copia sono i rimedii indicati. Talvolta l'infiammazione dà originf ad afte numerose nelle fauci ed alla febbre mucosa, ossia angina cotennosa (difterite di Bretonneau, muguet dei Francesi) (V. Angina). Finalmente essa può propagarsi al cervello e cagionare l'encefalite ed anche l'idrocefalo acuto.
      La cura di tali affezioni non è diversa da quella che esigerebbero se da altre cause fossero provocate; ma trattandosi di una creatura tenera e di tessitura delicata, dovrassi procedere con ogni cautela. Finalmente la dentizione è bene spesso accompagnata da convulsioni, specialmente qualora il bambino non sia soggetto a salivazione, ed abbia il ventre chiuso. I blandi evacuanti, l'olio di ricino a dosi refratte, lo sciloppo d'ipecacuana, il calomelano unito anche alla scialappa, e gli irritanti esterni leggeri sono i migliori mezzi da impiegarsi contro tali specie di convulsioni, aggiungendovi anche i blandi antispasmodici. La diarrea è un incomodo assai frequente durante la dentizione, e per l'ordinario essa si alterna colla salivazione ; questa si deve considerare piuttosto come vantaggiosa che dannosa, e basta moderarla affine di preservare l'infermo da altri malanni. L'abbondante secrezione di muco e di saliva nelle fauci dà quasi sempre origine ad una tosse molesta che dura fino allo spuntare del dente. Essa ha un carattere particolare ; è piuttosto secca, gutturale, non profonda, non assale sotto forma di accessi prolungati, e travaglia più spesso il bambino quando è coricato; diventa meno molesta quando avvi diarrea, e non esige che qualche ammolliente e blando calmante. Qualora la dentizione si complichi con morbilli, tosse asinina od altra malattia, essa non potrà che aggravarne il corso. Siccome durante la dentizione laboriosa il bambino non fa più uso di altro alimento che del latte, il quale gli serve ad un tempo di alimento, di
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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