Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DENTONE (GIROLAMO CURTI, DETTO IL) - DENUNCIA, DENUNCIATORE
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bastano ad assicurargli un posto distinto fra gli scultori de* tempi suoi. Cicognara ha pubblicato un'incisione di Vittor Cappello che riceve il bastone del comando da san?Elena, gruppo di Dentone, che fu trasportato nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, lavoro di stile assai largo, condotto in bellissimo marmo nel 1480. Dentone avea decorato altresì, nel 1464, a Sant'Andrea della Certosa, il mausoleo d'Orsato Giustiniani.
Vedi Cicognara, Storia della scultura.
DENTONE (Girolamo CURTI, detto il) (biogr.). — Pittore bolognese, nato circa il 1576, morto nel 1632, cosi denominato perchè aveva la bocca conformata in modo che gli si vedevano sempre due denti. Fu il ristoratore, non solo in patria, ma anche nel resto d'Italia, di quel genere dell'arte che riguarda la quadratura. Uscito da un filatqjo, incominciò con Lionello Spada a tentare il disegno delle ligure, e trovandolo troppo arduo, si volse alla quadratura, imparando dal Baglione. Sul Viguola e sul Serio studiò gli ordini d'architettura, e si ]>erfezionò poi nella prospettiva, meditando a Roma sulle vestigia dell'architettura antica. 11 rilievo, che è l'anima di quest'arte, fu da lui più d'ogni altra cosa studiato; e le sue finte cornici, i colonnati, le logge, i balaustri, gli archi, i medaglioni, veduti di sotto in su, hanno sovente fatto dubitare se fossero ajutati da stucchi o da altro corpo rilevato, quando tutto è effetto di un chiaro-scuro da lui ridotto ad una facilità, verità e grazia non più vedute. Nei colori il Dentone si attenne al naturale delle pietre e dei marmi, e rifiutò quelle tinte di ' gemme e di pietre dure che poi s'introdussero ad onta del verisimile.
Fu sua invenzione il tratteggiar l'oro sopra i lavori a fresco. Egli valevasi dell'olio cotto con trementina e cera gialla stemperate insieme e poste cosi bollenti con sottile pennello dove occorronvi lumi e dove si applica la foglia d'oro. Il Dentone fece tuttavia uso parchissimo di questo suo ritrovamento, e ne lasciò l'abuso ai seguaci. Intento so-vrattutto alla durevolezza de'suoi dipinti, egli soleva abbozzare e tornar poi a ricoprire, il tutto facendo di sodo impasto. Nei luoghi esposti alle intemperie non si fidò della calce, ma vi unì marmo bianco sottilmente pesto, come si osserva nella facciata del palazzo Grimaldi a Bologna. Così diede nuovo lustro ai palazzi e alle chiese, e passando quindi ai teatri, introdusse anche in essi una nuova maniera. Dipingeva le scene più vicine con tanta forza di scuri, che sminuendosi a mano a mano, terminavano nelle ultime assai dolcemente. Questa opposizione di fierezza e di dolcezza faceva apparire in poco spazio una distanza immensa, e accresceva in guisa l'illusione del rilievo negli edifizii rappresentati, che molti in quel primo tempo salirono in sul palco per esplorarne il vero più da vicino. Per tale eccellenza fu invitato più volte fuor di Bologna; in Ravenna dal cardinal legato, in Parma e in Modena da quei sovrani, e in Roma dal principe Lodovisi, per cui dipinse una sala che vinse in fama la Clementina dipinta dall'Alberti, e tenuta fino a quel tempo per cosa mirabile.
Il Dentone usava prender seco in ogni suo lavoro un figurista che gli formasse le statue, i puttini,
gli animali e i fiori con cui gli accadeva di adornare le sue architetture. Il più celebre di coloro che lavorarono con lui a questo modo, fu Angiolo Michele Colonna, che tanto si uniformò al suo genio, da far parere il lavoro d'entrambi opera d'una sola mano.
D'ENTRECASTEAUX e ENTRECASTEADX (geogr.). — Nome di varia applicazione nell'Australasia, ove presenta uno dei pochi ricordi dell'intraprendenza francese in quella parte del mondo. Indica: 1° Un arcipelago, tra la Nuova Guinea e la Nuova Irlanda, a 10° lat. S. e 151<> long. E. — 2° Un capo, nella colonia di Swan River, che forma la punta S. 0. dell'Australia, nella lat. di 34° 52' S., e nella lon-git. 116° E. — 3° Un canale del Pacifico, che separa l'isola Brunó dalla costa S. E. della Tasmania, a 43" 25' lat. S. e 147° 15' long. E. Queste denominazioni geografiche derivano dal nome del celebro navigatore francese Giuseppe Antonio Bruné, cavaliere d'Entrecasteaux, che fiorì nel secolo xviu.
DENUDAZIONE (
Essa non costituisce una malattia particolare, ma è sintomo costante di altre affezioni morbose, quali le piaghe, le fratture, le gangrene, gli ascessi, ecc. In conseguenza di colpi violenti, di bruciature o di altre cause, il derma, i muscoli e le ossa possono essere denudati dei loro involucri. Il grado di gravità che presentano tali denudazioni è dipendente dalla sede, dalla estensione, dalle complicazioni. So esse accadono in parti poco importanti, e la costituzione del malato sia robusta e normale, la guarigione si ottiene facilmente, anche se si tratti di ossa, mediante applicazione di ammollienti e conglutinanti ; ma se si tratta di fratture estese, o di gravi lesioni di vasi e di nervi, e di soggetti scrofolosi, scorbutici o sifilitici, i rimedii esterni non bastano, e la cura è difficilissima.
DENUNCIA, DENUNCIATORE (dir. pen.). — In materia criminale chiamasi denuncia la dichiarazione che altri fa alla giustizia di un reato qualunque, e denunciatore colui che la fa. Quando la denuncia ha per iscopo di mantenere l'ordine sociale, essa è più un dovere che un diritto di ogni onesto cittadino ; ma nulla vi ha di più abjetto allorquando è suggerita dall'odio, dall'avidità, o da motivi ancora più vili (V. Delatore). La denuncia non vuol essere confusa con la querela, essendovi tra di esse una sensibile differenza. Una persona ha sofferto un danno qualunque per cagione di un reato ; essa è personalmente interessata a promuoverne la repressione, e fa istanza presso l'autorità perchè il colpevole ne sia punito. Questa è querela e non denuncia. Al contrario, una persona è spettatrice di un'azione delittuosa, che cagiona altrui un danno senza ch'essa ne soffra alcun pregiudizio ; se questa persona rivela il fatto all'autorità, una tale rivelazione dicesi denuncia. Per conseguenza il querelante rivela il reato tanto nel suo proprio quanto nel pubblico interesse; il denunciatore invece agisce soltanto per l'interesse pubblico.
Vi sono due specie di denuncia: la prima è la denuncia officiosa, fatta da un individuo testimonio disinteressato d'un'azione delittuosa; la seconda è
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