Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DEPORTAZIONE
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gressi nell'industria e nella civiltà; ma da quell'epoca altresì i convitti o condannati più non servirono che di strumenti di fortuna ai nuovi venuti; e gli stabilimenti penitenziarii, che formavano a principio l'oggetto principale della colonia, divennero uno scopo secondario, e grado grado cessarono anche di esistere. Così il Governo non aveva raggiunto nemmeno il triviale vantaggio di un risparmio nel suo sistema penale ; aveva subito enormi dispendii che tornarono a benefizio dei liberi coloni.
Peggiore ancora fu il risultamento dell'esperienza, per riguardo al miglioramento dei deportati. La deportazione, come pena, aveva ed ha i più gravi vizii, dei quali rapidamente accenniamo quelli che economicamente sono più valutabili. Le manca in primo luogo la più essenziale condizione che aver deve una pena, l'esemplarità. « Il poeta Raeine (scrive il citato Cattaneo), che ben conosceva le leggi dell'immaginazione popolare, aveva già detto che per il popolo tanto fa la distanza di mille miglia quanto quella di mille anni. Ciò che rende efficace la pena è quella parte sola di dolore che è manifesta. Ora, il soggiorno di più mesi nelle galere (pontoni, huìks) in aspettazione che si raduni l'intero carico d'una nave di malfattori ; i disagi d'una lunga navigazione, durante la quale un piccolo equipaggio deve tenere alle strette una numerosa ciurmaglia; la facilità di contagi divoratori; le pericolose tempeste; le malattie d'un cielo insolito; le penurie d'una terra selvaggia, ove il novello agricoltore, non potendo improvvisare le messi, può pel ritardo d'una nave di vettovaglie soggiacere a irreparabil fame; sono tutti gravi mali, ma incerti e mal noti. Il fiume dell'oblio scorre fra due mondi. Non la centesima, non la millesima parte della pena ferisce le menti d'una plebe che non legge e non pensa, e conosce solo ciò che vede. Che anzi, a gente infelice e disperata, la deportazione si annunzia con un contorno di speranze ed illusioni. Saria d'uopo conoscere ben poco la gioventù, e soprattutto la gioventù britannica, per non vedere che un viaggio venturoso a un nuovo mondo, fra molti compagni, e nell'indefinita aspettativa di ricominciar da capo la vita, ben altramente che atterrire dal delitto, può allettare ad abbracciarlo ».
La deportazione, così sconvenevole per riguardo all'esempio, non è meno viziosa dal lato dell 'emenda del colpevole. Riuniti sopra uno stesso punto in numero assai ragguardevole, i deportati presentano generalmente la stessa schifosa immagine di perversità e di vizii che riscontransi nelle nostre galere. In mezzo a quella popolazione libera, ammessa dal Governo britannico nelle colonie penitenziarie, non solo i convitti, ma i figli stessi dei convitti non possono sottrarsi a quella obbrobriosa nota d'infamia che speravano sfuggire sulla terra dell'esilio e che li fa appunto divenire più infami. In Inghilterra nel seno d'una numerosa popolazione avrebbero potuto nascondersi nella folla ; a Yan Diemen, a Sidney sono segnati a dito ; e chi dispera dell'onore sarà e vorrà essere disonorato. Destinati inoltre alla pastorizia ed all'agricoltura, difficilmente possono essere soggettati a quella vigilanza assidua, che sola può preservarli dal giuoco, dalla crapula e da nuovi delitti.
Non ostante questi gravi vizii che appariscono manifesti, il sistema di deportazione conta molti fautori in varie parti d'Europa ; i quali dicono che le antiche colonie dell'Inghilterra, oggi Stati Uniti d'America, non furono che altrettante colonie penali, e che la loro attuale prosperità ha avuto per primo 1 fondamento l'industria dei malfattori; aggiungono poi l'esempio attuale dell'Australia, che cominciò anch'essa dall'essere il desolato soggiorno dei sicarii, ed oggidì conta una immensa popolazione ricca ed incivilita. In tale argomentazione vi hanno alcuni fatti non veri, altri male interpretati.
È assolutamente falso, dice uno degli scrittori meglio informati della materia di cui stiamo occupandoci (Mr Bannister, antico procuratore generale alla Nuova Galles del Sud, nella Foreign Review, anno 1834, novembre) che le antiche colonie britanniche in America siano mai state, propriamente parlando, stabilimenti penali, e che la loro prosperità sia dovuta alle poche migliaja di colpevoli che furonvi altra volta trasportati. Infatti costoro non furono giammai abbastanza numerosi per eguagliare la decima parte dei coloni. I quali d'altronde si avvidero ben presto dei gravi danni derivanti da una immigrazione di condannati, e nel 1692 la colonia di Maryland fece una legge che proibiva, nel di lei seno, l'introduzione dei deportati. Inoltre quelle colonie riuscirono sempre a sottrarsi al flagello d'una classe speciale di convitti, cioè dei militari condannati, perchè, prima dell'indipendenza degli Stati Uniti, l'esercito inglese era poco considerevole.
In quanto poi all'Australia ed alle altre colonie penali d'Inghilterra, due osservazioni vogliono farsi: la prima che (come abbiamo già di sopra stabilito) la loro presente floridezza e l'attuale loro incivilimento sono i frutti degli emigranti liberi che dall'Inghilterra e poscia da tutti gli Stati europei affluirono in quelle remote contrade. Le immense praterie della Nuova Olanda, sulle quali oggi vivono quaranta e più milioni di capi di bestiame, e più recentemente le miniere aurifere attirarono una numerosissima popolazione libera e laboriosa, bastevole a neutralizzare in gran parte i funesti effetti dell'agglome-ramento dei malfattori. La prosperità di Sidney, di Melbourne, di Hobart-Town pigliò data dal momento in cui l'importazione de' convitti prese a diminuire progressivamente, e a crescere invece l'immigrazione dei veri e virtuosi coloni.
La seconda osservazione che gli amici di un tale sistema penale dimenticano, si è che, se l'Australia gode oggi i benefizii della civiltà, e se nelle sue grandi città è difficile accorgersi che il primo nucleo di quella popolazione fu il rigurgito e la feccia delle galere, bisogna pure rappresentarsi alla mente i dolori e le miserie e gli orrori ai quali la colonia fu per tanti anni ed in parte è ancora sottoposta per la coesistenza di quei malfattori. Si vedono le belle e ridenti tinte del quadro, ma le ombre ci sono pure, e fa d'uopo non ritrarne lo sguardo, se pur vogliamo dirci bene informati del vero stato delle cose.
I deportati inglesi venivano assoggettati al lavoro forzato ; e questo era imposto in due modi : o direttamente dagli ufficiali del Governo, o indirettamente dai privati, al cui servizio si assegnavano i delinquenti, i quali perciò pigliavano nome di assegnati (Discorso
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