Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DEPOSITOpronunciato da sir W. Molesworth in Parlamento, come presidente di una Commissione creata fin dal 1838. Vedi House of Commons papers, a. 1840). La prima parte di lavoranti forzosi, che era la minore, veniva impiegata in varii servizii nelle carceri, sulle strade, negli arsenali, ecc. Questi erano la parte più scellerata della popolazione penale ; e si è soltanto con atroci castighi che si riesciva, pure a stento, a domarli e tenerli in freno. La classe degli assegnati, che comprendeva circa due terzi dei condannati, era data in accomandigia ai padroni, che diventavano cessionarii del diritto del Governo sulle fatiche dei prigionieri. Alcuni padroni li trattavano con carità, altri come abjetti schiavi e colla frusta alla mano : salvo (bene inteso) a questi il diritto di ribellarsi alla prima favorevole occasione, e d'infierire spietatamente contro i loro antichi tiranni.
      11 numero dei delitti nelle colonie penali era veramente spaventevole. Riferisce il citato sig. Bannister che a Sidney, nel 1825, sopra una popolazione di 36,598 abitanti, più di 7000 individui furono di nuovo condannati per crimini, delitti e contravvenzioni commesse nella colonia. Nel 1834 la Diemenia aveva 23,000 abitanti liberi, 16,000 esuli e 1000 soldati; e vi furono 15,000 sentenze sommarie, fra le quali 3000 condanne alla catena e 1500 alla frusta. In sette anni vi fu una condanna capitale per ogni cento abitanti, mentre in Inghilterra si conterebbe un tal numero solamente in settantanni, e nella Scozia in un secolo incirca. In un tempo che tutte quelle colonie penali non contavano 90,000 abitanti, si ebbero in sette anni 923 condanne e 362 esecuzioni, cioè una per settimana !
      I condannati fuggitivi jliventano i più terribili nemici di ogni civile, anzi d'ogni umano consorzio. Vanno a porsi alla testa di bande di selvaggi dell'interno, unendo così la loro depravazione e l'arte raffinata del male alla perversità naturale di quella razza d'indigeni, che è forse la peggiore genìa d'uomini che esista. Le stragi, gl'incendii, i furti e gli assassinii desolano allora per mesi ed anni le circostanti campagne.
      Dopo questi fatti (ai quali si potrebbero aggiungere fatti consimili per le colonie penali dei Portoghesi in Africa, dei Francesi a Cajenna, e dei Russi in Siberia), crediamo che nessun giurista od economista vorrà suggerire come un bel modello da seguirsi il sistema della deportazione.
      Indarno si arrovellano i nemici (ogni giorno più rari) del sistema penitenziario, per trovare altri espedienti da apportar rimedio alla gran piaga sociale della colpa ; fino al presente l'umana sapienza nulla ha saputo trovare che moralmente, giuridicamente, economicamente superi ed equivalga alla segregazione del colpevole, accompagnata dal silenzio e dal lavoro.
      « Alcuni opposero (concluderemo col più volte citato Cattaneo) che la spesa di un buon carcere segregante sia maggiore di quella della deportazione. Ma il fatto dimostra che le colonie penali, dalla loro fondazione al lb36, costarono più di otto milioni steri ini o duecento milioni di franchi; e ricevettero 98,000 condannati; sicché ogni condanna costò finora allo Stato più di due mila franchi ; e supposto che ognuna durasse quattro anni, più dicinquecento franchi per anno; e rimane ad aggiungersi l'ulteriore spesa di 46,000 condannati che non hanno per anco consumato la pena. Se poi si considera a parte il compimento d'una condanna ai lavori forzati d'isola Norfolk, supposto che ogni condanna ragguagli quattro anni, costerebbe, compresa la spesa del viaggio, circa 912 franchi all'anno ; e rimarrebbe ancora da calcolarsi il resto della pena da scontare nei lavori forzati d'Australia. Questa grave spesa della deportazione sfuggi finora all'aritmetica degli uomini di Stato, perchè suddivisa sotto varie forme, per una parte nelle spese della marina, per un'altra in quella del militare, in quella delle pubbliche costruzioni e in varie miscellanee; e prima ohe s'istituisse un apposito comitato per la deportazione, non si era mai raccolta in complessivo specchio... Al contrario, una condanna di quattro anni, scontata nel segregatorio di Glasgovia, costò in ragione di 125 franchi all'anno; sui pontoni d'Inghilterra 187 franchi; nei silenziarii di Wakefield e di Coldbathfields 345 circa ; nel sontuoso carcere di Millbank 600 ; e, a detta dei più esperti, raggua-glierebbe in certo numero di magnifici segregatorii 450 franchi all'anno».
      DEPOSITO (giurispr. ed econ. comm. e poi.). — Secondo il diritto civile, è un atto per cui si riceve la cosa altrui con obbligo di custodirla gratuitamente e restituirla in natura. Il deposito commerciale invece è una specie di locazione d'opera, e non è di sua natura gratuito. Si distingue il deposito in volontario, che si verifica in commercio, mediante una convenzione espressa o tacita per cui una persona incarica un'altra di conservare, mediante retribuzione, una cosa e restituirla poi, e in necessario>, che vien fatto in tali circostanze in cui il deponente è stretto da imperioso bisogno a dar altrui in custodia la cosa sua. Come un'altra specie di deposito è da taluni considerato il sequestro, che è la consegna fatta nelle mani di un terzo di cosa mobile o immobile intorno cui si agiti una lite, e ciò nello scopo di conservare intatti i diritti delle persone interessate. Per ciò che concerne specialmente i depositi bancarii, V. Banchieri e Banco.
      DEPOSITO (amm. mil.). — Questa voce nelle cose di guerra è di un uso molto frequente, chiamandosi con tal nome tutti quei luoghi nei quali vengono depositate e custodite temporariamente le cose occorrenti ai bisogni della guerra, onde valersene più agevolmente all'occasione,e quelli altresì in cui si raccolgono i supplimenti di un esercito o le genti di nuova leva per esservi vestite, armate, disciplinate prima di far parte dei corpi guerreg-gianti. Vi sono ancora depositi pei prigionieri di guerra e per gl'infermi, e questi sono stabilimenti sanitarii a tempo, nel seno degli eserciti in campagna, nei quali i malati ed i feriti sono ricevuti a mano a mano per essere poi mandati in luoghi più lontani e più sicuri. In campagna l'artiglieria ha anch'essa i suoi depositi temporarii per custodirvi tutto il materiale ammassato per precauzione sulle linee d'operazione, e singolarmente nelle fortezze, che sono come i nodi di queste linee e delle grandi comunicazioni. Nel suo più esteso significato la voce deposito in tempo di pace e di guerra offre l'idea di un luogo di residenza e quasi sempre di
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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