Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DERIVAZIONE — DERMATOSI
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l'età, il sesso, il temperamento, la mobilità dell'individuo e le malattie da cui esso è assalito. Sul principio delle malattie acute essi non giovano punto, anzi valgono ad esacerbare il male ; mentre invece giovano quando si è riuscito a circoscrivere l'affezione, e calmare il tumulto universale che la diffusione del processo flogistico aveva eccitato. Nelle malattie organiche i derivativi tanto interni quanto esterni sono quasi i soli mezzi che possano recare qualche giovamento.
DERIVAZIONE (alg.).— È quella operazione percui le quantità sono prodotte o derivate dà altre, impiegando un metodo o procedimento uniforme. Così se qx è una funzione qualunque della quantità variabile z, dicesi derivata differenziale di epa; la differenziale di questa funzione divisa per la differenziale
,vx jjMjdella variabile, cioè -r— ; quindi ) 8x 1 sarà la deca; ——— ex
S" xrivata di , o la derivata seconda di yx, la quale ox
sex è una variabile indipendente, si scrive semplicemente in questa forma . Parimente è laprima derivata di ^t > la seconda , o la tersa zx
CX~ òx Te cosi di seguito; in genere -f è la derivata del-
l'ordine m.mo della funzione yx. Supponendo z, x = xm,
òxmla prima derivata di xm è - — , ovvero nixm~i ; la
8x
(ijIUjjUl—1 \seconda derivata è —--— , — —1 )-cm—2 ;
ox ox1
. . r?x,n ò (m (m —1 )
la terza e - - - -—-—- -'-- = tn (m — 1 )
èx '
(m—2)£m~3, e generalmente la derivata dell'orbodine w.mo è — = »i (m— 1) (m—2).....(m — n +1)
zm~n. Dal che si vede che le successive derivate #ra sono formate deducendo ciascuna di esse dalla precedente col medesimo processo di derivazione, moltiplicandola per l'esponente x, e diminuendo di una unità questo esponente nella nuova derivata (Vedi Differenziale).
Il Calcolo delle derivazioni, che si fonda nella dipendenza reciproca ilei coefficienti delle serie, fu inventato eia Arbogast per essere sostituito al calcolo differenziale, e sbandire ogni considerazione dell'infinito. Ccmpaisa appena, nel 1800, l'opera di Arbogast, i matematici proclamarono il nuovo calcolo come il punto più elevato della scienza dei «linieri, e lo preferirono a quello delle Fq^ìolì uuliiLhe (V.) proposto da Lagrangia per ispiegare il calcolo differenziale.
Ma ora è provato che il calcolo delle derivazioni non è che un metodo indiretto, che può bensì nelle applicazioni esseie sostituito al differenziale, ma che invece di spiegarlo non può anzi essere concepito, ed è assolutamente nullo quando non sia appoggiala questo stesso calcolo. I pochi rsultamenti d'importanza ottenuti da Arbogast e da Krainp colle derivazioni si possono ottenere in modo più diretto e semplice col calcolo differenziale.
DERMA (anat. fisiol)..— È cosi chiamato dagli anatomici quello strato dell'inviluppo cutaneo che copre gli animali vertebrati, e si conosce volgarmente col nome di cuojo. Esso costituisce il tessuto uniente o connettivo della cute, ed è formato da fasci di fibre albuginose ed elastiche, o della natura dei legamenti bianchi, che lascian tra loro più o men larghi interstizi!, denominati areole, nei quali trovasi sempre raccolto un liquido albuminoso. La superficie interna del derma è aderente o ai muscoli sottocutanei, o al pannicolo adiposo, secondo le parti su cui si stende ; nella sua spessezza tro-vansi vere fibre muscolari, le quali producono quel corrugamento di che si osserva esser dotata la pelle iu alcune regioni del corpo, e che prima delle scoperte di Valentin e di Kolliker si attribuiva ad una ignota forza di tonicità. Nel derma pure abbondano le ghiandole, i follicoli dei peli e le papille nervose che finiscono ripiegandosi ad ansa all'esterna sua superficie, dove le estremità dei vasi sanguigni e linfatici formano una rete capillare assai fina e serrata, coperta dagli strati dell'epidermide (vedi Integumenti).
DERMAFITE (patol.). — Vegetali parassiti della pelle (V. Fungo).
DERMANISSO (zool.).— Genere di acari provveduti di trachee, affini ai gamasi, viventi sugli uccelli, sui pipistrelli e simili. Quello del pollo può passare sull'uomo, sul cavallo e sovr'altri animali, produ-cendo prurito, ma non vivervi lungamente.
DERMANT1NA (miner.). — Magnesia idro-silicata, composta di silice, magnesia, protossidi di ferro e di manganese, allumina, calce, soda ed acqua : trovasi in masse terrose, con apparenza di grossolane stalattiti.
DERMASCHELETRO (zool). — Complesso di parti dure che trovatisi sull'esterno integumento di molti animali, adempiendo ufficio protettore. Tali la conchiglia dei molluschi, la scaglia dei crostacei. In parecchi animali vertebrati è di natura ossea.
DERMATALGIA (patol.). — Dolore idiopatico a forma nevralgica, avente sede nella pelle.
DERMATELMIA (patol.).— Congestione passeggiera del sangue nella pelle.
DERMATITE o DERMITE (patol). — Infiammazione della pelle.
DERMATOBRANCHI (zool). — Genere di molluschi, che presentano il loro apparato respiratorio sopra il mantello, foggiato a ino' di strie o pustole allungale. fiancano d'occhi. Vivono sulle coste di Giava.
DEttMATOLISIA (patol.).— Infermità caratterizzata da una estensione anormale, con rilassamento, della pelle, che piegasi in due e ricade. Osservasi sovrat-tu:to sulle palpcb:e, sul viso, sul collo, sul ventre, sulle parti genitali, ed anche talora sul cuojo capillizio eJ. al doiso.
DERMATOLOGIA (medie.). — Parte della scienza medica che studia la pelle e le sue malattie.
DERMATORRAGIA (patol.). — Emorragia della pelle, o suderò sanguigno.
DERMATORREA (paiol). — Sudore copioso.
DERàiAToiCLEROSI (patol). — Indurimento del tessuto ccilr.ìùi e subcutaneo.
DERMATOSI (patol). —* Malattia qualunque della pelle.
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