Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DESCALZI NICOLA — DESCARTES RENATOmolti romanzi : L'Atelier d'un peintre (1833), scene della vita privata ; Le salon de lady Betty (1836); Violettes (1839), e scritti per la gioventù, fra gli altri : Contea en prose pour les enfants (1840) ; Les anges de la fatnille (1850); Jeunes tétes et jeunes cceurs (1853), ecc. Ella collaborò anche al Conteur, alla Couronne de fleurs, alla raccolta intitolata Cent et un, alle Femmes de Shakspeare, al Keepsake Parisien, alle Beautés de Walter Scott, ecc.
      DESCALZI Nicola (biogr.). — È noto a Chiavari il Campanino, che ivi introdusse la nuova industria delle seggiole leggiere che da lui han nome. Da questo Giuseppe Gaetano Descalzi e da Maria Ca-nepa nacque nella detta città, il 19 febbrajo 1801, Nicola; mori a Buenos Ayres il 14 maggio 1853. Si applicò agli studii di matematica e nautica, e nel 1821 si recò a Buenos Ayres, dove presto ebbe stima e onorevoli missioni. Il presidente Rivadivia gli affidò, nel 1825, l'esplorazione del Rio Yermejo, che sorge nella Bolivia e sbocca nel Paraguai. 11 Descalzi da Buenos Ayres andò per terra a Salta, una delle provincie confederate della repubblica Argentina; ivi costrutte due zattere e un piccolo battello, discese con esse il gran fiume, tenendo esatto giornale con osservazioni atmosferiche e meteorologiche, e disegnando una carta del fiume con accuratissime note. Ma il famoso dottor Francia (V.), che gelosamente chiudeva il Paraguai, lo arrestò, gli tolse tutti i lavori, i libri, gli stromenti, e per cinque anni lo tenne relegato alla Concezione. Non potè dunque che sopra reminiscenze tracciare il suo viaggio quando tornò a Buenos Ayres. Nel 1833 il governatore' Rosas se lo prese in qualità d'astronomo nella spedizione che allora intraprese contro i selvaggi indigeni che infestavano la Patagonia, e fu allora ch'egli esplorò il Rio Negro, non omettendo di fissare i punti astronomici de'paesi che percorreva ; col che giovò tutte le mappe pubblicatesi in Inghilterra e in Germania. Il museo di Torino deve a lui due grandi animali fossili, il mega-terio e il cliptodonte, da esso trovati. È desiderabile che le sue carte vengano raccolte, per assicurargli il merito di molte scoperte, che facilmente saranno utilizzate a prò di cittadini di paesi più che l'Italia curanti della gloria dei loro connazionali.
      DESCAMISADOS (stor. mod.). — Nome di disprezzo, significante senea camicia, che gVhidalgos, o nobili spagnuoli, davano già ai proletarii, ossia a coloro che nulla possedevano e vivevano alla giornata. Il partito realista l'applicò poi alla parte più esagerata dei liberali che promossero la rivoluzione spa-gnuola dell'anno 1820, paragonandola così ai sans-culottes della rivoluzione francese. Dopo la catastrofe del 1823, che atterrò la costituzione del 1812, questa denominazione subì diverse modificazioni, talché si videro fazioni di descamisados far parte dell'esercito detto della Fede, che voleva il ristabilimento del potere assoluto, ed altre far causa comune coi Comaneros (V.), i quali desideravano una libertà moderata, ma franca e sincera. Il nome è ora rimasto nella Spagna per dinotare in generale i più caldi fautori delle dottrine liberali.
      DESCARTES Renato (biogr.). — I. Nascita e primi suoi studii. — Nacque ad Haye, piccola città della Turrena, il 31 marzo 1596 La sua famiglia, origi-
      naria della Bretagna, era nobile, ma poco favorita per parte della fortuna. Come Newton, come tanti altri uomini di genio, era d'una costituzione infer-miccia e debole, che nella sua infanzia cagionò forti timori a' suoi genitori. Ciò non ostante fu inviato di buon'ora a La Flèche per farvi i suoi studii sotto la direzione dei Gesuiti, che allora da poco tempo si erano stabiliti in quel collegio. Risulta dalle osservazioni di cui fu l'oggetto per parte dei suoi maestri, che esso in principio non si distinse dagli altri allievi suoi condiscepoli che per la sua applicazione più viva allo studio e per la sua inclinazione all'isolamento ed alla solitudine ; questa tendenza alla meditazione si attribuiva alla debolezza della sua organizzazione che lo rendeva triste e melanconico. Ma già egli viveva di pensieri, già quello spirito fiero e indipendente aveva scandagliato l'abisso della filosofia scolastica, aveva compreso l'alta importanza delle matematiche, e cercava nella sua ragione un principio di verità che i suoi studii classici non gli avevano ancora fatto scorgere. Ecco com'egli c'inizia in questi primi passi del suo ingegno : t Sono stato educato alle lettere fino dalla mia infanzia ; e perchè mi si persuadeva che col loro mezzo si poteva acquistare una cognizione chiara e sicura di tutto ciò che è utile alla vita, io aveva un estremo desiderio d'impararle. Ma tostochè ebbi compito questo corso di studii, al termine del quale è costumanza di essere ricevuti nel numero dei dotti, cambiai interamente di opinione, perchè mi trovai imbarazzato da tanti dubbii e da tanti errori, che mi sembrava di non aver tratto altro profitto cercando d'istruirmi, se non d'avere scoperto sempre più la mia ignoranza. Credetti perciò che, invece di conservare tutte le opinioni che fino allora aveva io ricevute fiduciariamente, non potessi far altro di meglio che di cercare di togliermele dalla mente, all'oggetto di rimetter-vene in seguito o altre migliori, ovvero le stesse quando le avessi esaminate e ridotte ad essere consentanee alla mia ragione ». In seguito ritorneremo su questi principii, dei quali tutti i lavori di Descartes non sono infatti che deduzioni più o meno felici ; terminiamo di dare una rapida occhiata agli avvenimenti della sua vita.
      Uscendo dal villaggio, in età appena di diciannove anni, Descartes risolvette di viaggiare per porre in pratica le sue nuove idee, veder tutto da se stesso, e cercare la verità « nel gran libro del mondo ».
      II. Suoi viaggi e primi suoi concepimenti filosofici.— Abbracciò il mestiere delle armi, e servi successivamente in qualità di volontario nelle truppe dell'Olanda e in quelle del duca di Baviera. « Io impiegai, dic'egli, il resto della mia gioventù a viaggiare, a vedere delle Corti e delle armate, a frequentare uomini di diversa indole e condizione ». Ma quantunque l'ardore della gioventù gli facesse rinvenire allora alcun diletto in quella vita tumultuosa ed agitata, egli era dotato di una ragione troppo superiore per prender parte realmente nelle contese sanguinose in mezzo alle quali si trovava. 11 guerriero non cessava d'essere filosofo sui campi di battaglia, che non erano per lui che un gran teatro aperto alla sua osservazione ; il suo scopo era quello di studiare, non di avanzare. Quel mi-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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