Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
394 DESFONTAINES RENATO — DESHOULIÈRES (ANTON. DU LIG1ER I)E LA GARDE)
suoi varii lavori alla Camera de' Pari il conte De-sèze non lasciò mai sfuggire le occasioni di combattere, con allusioni ora severe ora veementi ai fatti della rivoluzione, gli slanci di liberalismo o d'indipendenza religiosa che potevansi manifestare in quel Consesso.
DESFONTAINES Renato (biogr.). — Botanico francese, nato a Tremblay (dipartimento d'Hle-et-Vi-laine) verso la fine del 1751 od il principio del 1752. Fu a Parigi, ove studiava medicina, che manifestossi in lui la vocazione per la botanica; e ben presto divenne l'allievo e l'amico insieme di Lemonnier, professore di questa scienza al Giardino reale delle piante. Nel 1783 intraprese un viaggio sulle coste della Barberia per raccogliervi le erbe più rare ; e secondato dal favore dei dey di Tunisi e di Algeri, potè per due anni percorrere quelle reggenze per ogni verso dalle sponde del mare fino alle sommità dell'Atlante, di cui esplorò anche in parte il pendìo meridionale. Per tal guisa egli recò dall'Africa gli elementi della sua Flora atlantica, modello classico di esattezza e di eleganza, e le molte osservazioni sulle quali è fondata l'altra sua opera, giustamente celebre anch'essa, sull'Organieeazione dei fusti delle monocotiledoni.
L'anno stesso del suo ritorno fu fatto professore al Giardino del re in luogo di Lemonnier, che si ritirò da quella cattedra in favore di lui; e quivi fu ch'egli prese posto fra i primi botanici d'Europa. Tra gli altri suoi scritti, sono notevoli le sue Memorie sulla tithonia, sull'ailantus e sulVirritabilità degli organi sessuali, le quali gli apersero, nel 1793, le porte dell'Accademia. Fu altresì uno dei membri della Legion d'onore sin dalla sua istituzione, ed ottenne una seconda cattedra di botanica alla Facoltà delle scienze di Parigi.
Oltre alle dette memorie ed alle due opere so-vraindicate, la prima delle quali fu pubblicata nel 1798 ed anni successivi, e la seconda nel 1796, Desfontaines mise in luce isolatamente o nelle raccolte del Museo di storia naturale od in quelle dell'Accademia delle scienze un gran numero di altri scritti, tenuti in gran pregio presso i botanici, dei quali lo spazio ci permette soltanto d'indicare i principali. Nel 1807 egli arricchì gli annali del Museo di una serie di articoli Sui vegetali dell'0-riente; nel 1809 pubblicò la sua Storia degli alberi ed arboscelli d'Europa ; e infine dal 1804 al 1829 egli diede successivamente tre edizioni del Catalogo delle piante del giardino del re. Senza dubbio, la sua penna sarebbe stata ancor più feconda se il disimpegno dei doveri della cattedra non glielo avesse impedito. Lo zelo di Desfontaines era infaticabile ; e i servigi da lui prestati alla scienza sono degni della sua fama. Egli fu il primo che professasse l'organografia e la fisica vegetale, considerate, dopo di lui, come un'introduzione indispensabile alle altre parti della botanica.
La vita di Desfontaines fu verso il fine amareggiata da sventure domestiche, fra cui non ultima fu la sua cecità, che sopportò con filosofica rassegnazione fino alla morte, avvenuta il di 16 ottobre 1833.
DESGODETS Antonio {biogr.).— Architetto francese, nato a Parigi nel 1653. All'età di ventun anno appena fu inviato da Colbert in Italia per eseguireil di lui progetto di far incidere i più bei monumenti dell'antichità. Avviossi perciò alla volta di Roma, ma preso dai Barbareschi, dovette per sedici mesi restare schiavo in Algeri.
Liberato finalmente, diedesi tutto a d'segnare e misurare con somma esattezza e precisione i principali monumenti di Roma antica; e tornato in patria, vi pubblicò la grand'opera che contiene le descrizioni e i disegni di questi monumenti.
11 Panteon, i tempii di Bacco, di Fauno, di Vesta, della Sibilla a Tivoli, della Fortuna virile, della Pace, di Antonino e Faustina, della Concordia, di Giove Statore, di Giove Tonante, di Marte Ultore, la Basilica d'Antonino, il Foro di Nerva, l'arco degli Orefici e quelli di Tito, di Settimio e di Costantino, il Colosseo, l'anfiteatro di Nerone, il teatro di Marcello, le terme di Diocleziano e di Paolo Emilio, e qualche altro.
Quest'opera importante comparve nel 1682 con una magnificenza ben degna di Luigi XIV che la fece eseguire. L'Accademia se ne occupò quasi esclusivamente per nove mesi, e l'autore, accolto nel suo seno, vi lesse in varie occasioni parecchie memorie interessantissime, frale quali accenneremo le seguenti: Descrizione del modo di costruire i moli avanzati nel mare secondo i metodi praticati in varie parti d'Italia ; Sulla costruzione dei ponti, quando il fondo del fiume è di sabbia mobile ; Osservazioni sul terzo libro di Palladio ; Osservazioni sul gonfiamento delle colonne e regola per descriverlo; Osservazioni sulle diverse disposizioni delle colonne che ne possono far aumentare o diminuire la grossezza; Memoria sulle proporzioni dell'ordine jonico ; Progetto per la costruzione delle pile da ponte quando il fondo del letto del fiume è diroccia, l'acqua profonda, e rapida la corrente; Memoria circa la proporzione delle statue destinate a decorazione dei diversi ordini d'architettura sovrapposti ; Osservazioni sulla proporzione dell'altezza degli attici.
Nominato professore dell'Accademia, compose il suo Trattato sugli ordini. Lesse inoltre all'Accademia suddetta diverse altre opere che dopo la sua morte furono pubblicate in parte, e di cui le più notevoli sono: Trattato della mi sur azione dei grossi legnami in opera; Della comodità dell' architettura ; Della misurazione generale degli edifizii.
Ma l'opera di Desgodets che gli meritò la fama che va annessa al suo nome e la riconoscenza degli artisti, è la detta raccolta delle antichità di Roma. Il merito principale di tali lavori è l'esattezza e la precisione delle misure, e sotto questi rapporti quell'opera non è inferiore ad alcun'altra. Desgodets moriva a Parigi nel 1728.
DESHOULIÈRES (AntoniettaDULIGIERDE LA GARDE) (biogr.). — Poetessa francese, nata a Parigi nel 1633, la quale godè lungo tempo di una riputazione maggiore d'assai del suo merito. Alcune avventure romanzesche della sua vita furono quelle che, più dell'ingegno, la fecero dapprima conoscere. Sposò nel 1651 il signor Deshoulières, luogoteuente colonnello al servizio del principe di Condé, e visitò con esso la Corte di Brusselle, dove si rese sospetta al Governo, che la fece catturare e incarcerare a Vilvorde. Quivi passò otto mesi, leggendo la Bibbia
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