Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DESTITUZIONE — DESTRINAquesto, il cielo visibile è il libro ùel destino. Questo pensamento è in fondo quello della necessità assoluta; ma le sta ancora più dappresso il destino maomettano o turco, il quale è tenuto siffattamente irrevocabile, che i credenti in esso dicono inutile ogni preservativo o rimedio contro la peste od altre malattie. Assoluto pure viene ad essere per retta conseguenza il destino panteistico o spinosiano ; imperocché il tutto-dio, manifestandosi per necessità assoluta tanto nell'estensione che nel pensiero per tutta la serie dei fenomeni, manca di volontà libera; e con ciò è tolta ogni differenza reale tra il buono ed il cattivo. 11 destino stoico sta di mezzo fra i due concetti, mentre i primi e più fedeli seguaci di Zenone s'accostano più all'assoluto, i posteriori e più temperati aderiscono maggiormente alla necessità relativa. Finalmente il cristianesimo intende il destino solamente come provvidenza divina; nel quale concetto, che è il più conforme alla ragione ed anche il più consolante, s'accordano le migliori scuole filosofiche d'oggidì, e principalmente l'italiana.
      DESTITUZIONE (ammin. pubbl.). — Dicesi, dal latino destituere, l'allontanamento forzato da un uf- , tìzio, da un incarico, da un impiego spettante alla , pubblica amministrazione. Quanto è necessario che ? un Governo abbia la facoltà di usar di quest'arma contro i proprii uffiziali o negligenti od inetti, altrettanto essa riesce pericolosa e tirannica quando non siano posti freni all'arbitrio dei governanti. Nei regimi in cui la volontà assoluta di chi comanda non ha altro limite che la propria coscienza, i gradi e le cariche, veggonsi spesso conferiti o tolti colla stessa giustizia, vale a dire per solo effetto di capriccio o d'intrigo. Ciò non dovrebbe avverarsi mai nei governi retti con più liberali istituzioni ; ma pur troppo l'abuso dell'autorità è vizio non infrequente anche in questi, e può avvenire talvolta che la simpatia o l'antipatia d'un ministro tengano luogo del merito o del demerito di un pubblico funzionario. Affinchè almeno i magistrati incaricati della giustizia nulla abbiano a temere da siffatta onnipotenza ministeriale, si è provveduto nelle costituzioni dei varii Stati coli'assicurare l'inamovibilità dei giudici.
      DESTOUCHES (Filippo NÉRIGAULT) (biogr.). — Attore ed autore comico francese, nato a Tours nel 1680. Facendosi attore s'inimicò i parenti che lo volevano avvocato. Errò di città in città come direttore di una compagnia di commedianti, tra quali si segnalò per condotta morale e sentimenti religiosi. Il suo primo componimento drammatico, Le curieux impertinent (fondato sull'epìsodiodello stesso nome nel Don Chisciotte), fu rappresentato nel 1710, e ricevuto con molti applausi. Tre altri componimenti che tennero dietro a questo ebbero un esito forse superiore al loro merito. Nel 1717 accompagnò il cardinale Dubois in Inghilterra, dove sposò un'Inglese cattolica, colla quale tornato in Francia, si ritirò in campagna, dove passò quasi tutto il rimanente della sua vita. Nel 1723 fu fatto membro dell'Accademia Si fu in quel torno che cominciò la sua gran riputazione come autore drammatico, giacché i suoi componimenti anteriori, comecché fossero stati applauditi, non uscirono gran fattodalla mediocrità. Il suo Philosophe mane lo collocò tra i primi scrittori comici della Francia, e le invidiose critiche che se ne fecero mostrarono chiaramente in qual pregio fosse tenuto. Le glo-rieux, che venne dopo, fu da alcuni riguardato come superiore al Philosophe marié; e La Harpe sembra di quest'opinione, benché l'ultimo sia generalmente considerato come il più perfetto. Continuò a scrivere pel teatro sino all'anno sessantesimo dell'età sua, ed una delle sue ultime composizioni meglio accolte fu la Fausse Agnès. D'allora in poi attese alla teologia, scrisse alcuni saggi contro l'incredulità, e mori nel 1754.
      Il Philosophe marié, sul quale dicemmo riposar© la fama di Destouches, è un modello nel suo genere. Quantunque il soggetto e lo stile di questa ; commedia siano generalmente serii, vi sono però situazioni e scene facete in sommo grado. Lo scopo morale di questo componimento non può non piacere ad una persona di senno. Non sentimenti volgari, non espressioni insipide e leggiere; ma un linguaggio della virtù e del cuore così attraente, che financo i cattivi caratteri della commedia ne sentono la potenza, e lo spettatore trova naturale il loro ravvedimento. Persino le debolezze che l'autore ha posto nei caratteri virtuosi mostrano ch'egli sapeva come la pittura della natura umana riesca più interessante che quella di astrattezze impeccabili.
      DESTRA (poligr.). — Nel corpo umano, è la mano posta dalla parte del fegato. Comunemente si adopera a preferenza dell'altra negli usi della vita. Da un accurato studio speciale di Paolo Lioy risulterebbe che questa preferenza, oltrecchè dalla consuetudine, possa essere determinata da un'arcana prevalenza fisiologica. In buona pedagogia, è conveniente educare l'alunno a servirsi indifferentemente di ambedue le mani. — Nel linguaggio politico, chiamasi destra quella parte delle pubbliche assemblee che siede alla destra del presidente, e che d'ordinario è la parte più consei-vatrice, mentre la sinistra è la più progressiva. Entrambe poi queste parti si dividono in pura, estrema e centro. — In marineria, la destra è un'alzana od altra fune di grossezza proporzionata alla grandezza della nave ed alla forza del vento che spira, la quale, assicurata per un de' capi a terra, al proprio gavitello, ad una cassa od a bordo di un'altra nave, serve ad attraversarsi al vento, alla corrente e simili.
      DESTRINA (chim. e tecn.). —Nome di una sostanza particolare, di apparenza gommosa, che si forma per l'azione degli acidi e della Diastasla (V.) sull'amido. Essa è stata successivamente osservata <1 a Dubrunfaut, da Couverchel, da Biot e IVi.soz e da Payen. Il primo la rinvenne nei prodotti della reazione dell'amido e dell'orzo germogliato, e la tenne per una specie di gomma ; il secondo dalla reazione tra l'amido coll'acido tartarico e con altri acidi vegetali, e la considerò come la gomma normale, immaginandosi che la gomma arabica, non dovesse se non ad un corpo straniero la proprietà di formare l'acido mucico; Biot e Persoz la trovarono ugualmente nei prodotti della reazione dell'amido e degli acidi minerali usando principalmente l'acido solforico; ed avendola sottoposta all'esperienza della polarizzazione rotatoria, videro che aveva la pro-
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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