Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (405/532)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      DESTRINÀ
      403
      prietà di deviare fortemente a destra il raggio luminoso polarizzato con intensità inferiore a quella determinata dal cristallo di rocca, ma triplice di quella con cui il detto raggio veniva deviato dalla soluzione dello zucchero, motivo per cui le diedero il nome di destrina (dextrina). Payen e Persoz e quindi Guérin la sottoposero ad un nuovo esame e ne mostrarono le proprietà per le quali si distingue da tutte le altre sostanze organiche conosciute.
      La destrina è bianca, insipida, inodora, trasparente quando è in forma di lastre sottili, friabile ed a frattura vetrosa ove sia perfettamente secca. Non si altera per un calore di 100°; alla temperatura di 150° prende una tinta gialla ed il sapore del pane abbrustolito; si mantiene solida e trasparente a 200°; si fonde a 225°, ed elevando maggiormente la temperatura si gonfia e si decompone.
      La destrina è inalterabile all'aria, secca ; l'acqua ne discioglie una gran quantità tanto a freddo quanto a caldo ; la soluzione è mucilaginosa al pari di quella della gomma propriamente detta. L'alcoole non ha azione sulla destrina, ma la precipita abbondantemente dalla sua soluzione acquosa, la quale non è intorbidata dalle acque di calce o di barita, nè dal nitrato di protossido di mercurio.
      D jodo non ha la proprietà di tingerla, siccome tinge l'amido, in azzurro, ma le comunica un color rosso di vino; trattata coll'acido nitrico non produce acido mucico ; sottoposta all'azione dell'acido solforico diluito si trasmuta col mezzo della bollitura in glucoso o zucchero simile a quello dell'uva; lo stesso fa per opera della diastasia, ma a mano a mano che aumenta la quantità dello zucchero, l'azione della diastasia diminuisce a segno tale che non può compiutamente trasmutare la destrina, se la porzione di questa sostanza che rimane inalterata non sia precipitata coll'alcoole, e quindi ridi-sciolta nell'acqua e posta a contatto con una nuova quantità di diastasia.
      Il lievito della birra non ha azione sulla destrina pura, ma se contiene zucchero vi determina la fermentazione alcoolica.
      La composizione della destrina è identica a quella dell'amido puro, quantunque queste sostanze siano fornite di proprietà differenti, ciò che deve attribuirsi ad un modo diverso di aggruppamento degli atomi. Una delle differenze principali consiste nell'essere la destrina solubile nell'acqua fredda, nella quale non si discioglie l'amido che in piccola quantità e adoperando il mortajo affine di romperne i granuli.
      La destrina allo stato secco, ridotta in lastrelle, è cosa appiccaticcia che può adoperarsi in sostituzione della colla da bocca, e disciolta nell'alcoole diluito con acqua, è stata applicata con vantaggio dal barone di Silvestre airinverniciatura provvisoria dei quadri ad olio, onde evitare gli effetti del prosciugamento. Questa vernice si toglie facilmente con una spugna inzuppata d'acqua, quando è trascorso il tempo necessario perchè i dipinti possano ricevere senza inconveniente le solite vernici. La soluzione alcoolica di destrina serve anche ad inverniciare gli acquerelli e le litografie colorite, ed a fissare i disegni fatti colla matita o collo sfumino, di maniera che non si alterino per qualunque stropiccìo.
      Intorno ai modi di ottenere la destrina, alle sue proprietà ed ai suoi usi, riferiremo ora i risulta-menti delle belle indagini del Payen.
      Abbiasi una caldaja a doppio fondo (fig. 2073), divisa in due compartimenti concentrici; in a si contiene acqua semplice che scaldasi per mezzo di una canna che adduce vapore caldo, e si connette con un generatore di cui si può aprire o chiudere la comunicazione, mercè la chiave a'. Nella caldaja interna c si versa parimente acqua fredda, che si può scaldare con un secondo condotto di vapore che egualmente si chiude o si apre con la chiavetta c\ Nel fondo della caldaja interna e si ha un tubo che traversa la caldaja esterna a, destinato a portar fuori il liquido dell'interna ogni quando se ne ha bisogno.
      cFig. 2073.
      Si prende orzo germogliato, come preparasi per la fabbricazione della birra, ridotto in farina , si stempera con acqua fredda e si versa nella caldaja e. Quell'orzo contiene già la diastasia formata e dell'amido non modificato, almeno per buona parte. Si scalda l'acqua della caldaja esterna, recandone la temperatura a 75°, ed allorquando il liquido della caldaja interna ha concepito un egual grado di calore vi si versa dell'amido o della fecola, stemperandola di mano in mano che si va liquefacendo. Per cogliere il punto in cui si deve cessare, si prendono due o tre goccie del liquido e si fanno cadere in vetrino da orologio ; vi si aggiunge vicino una goccia di soluzione acquosa di jodio, si mescola e si osserva la reazione che ne procede. Se abbiasi colorazione azzurra, la fecola non è convertita per intero ; ma se la tinta è di un rosso vinoso, in allora non si ha che destrina. E necessario allora che si inalzi la temperatura fino all'ebollizione, affine di distruggere l'efficacia della diastasia, la quale senza ciò continuerebbe ad operare, trasformando la destrina in glucoso ; a tale oggetto s'injetta direttamente nella caldaja interna un getto di vapore caldo, aprendo la chiavetta c'. Non appena il liquido abbia raggiunto il grado della bollitura, si spilla sopra un feltro, d'onde scola in un tino che gli è sottoposto e che sta contemporaneamente sopra una caldaja cilindrica, tino che si vede nella fig. 2074 più in alto della detta caldaja. Il liquido scende adunque nella caldaja per mezzo dell'imbuto innestatovi superiormente, ed è scaldato da un serpen* tino orizzontale de, in cui circola un afflusso di vapore introdotto per h ed uscente per j, d'onde l'acqua condensata ritorna al generatore. Due cu* scinetti in f ed in g a foggia di scatola stoppata, mentre impediscono al vapore di uscire, dànno modo
     


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

Pagina (405/532)






Persoz Guérin Silvestre Payen Payen