Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
404
DESTRI N Anel tempo stesso di mauteuere in moto il serpentino, il quale adempie al duplice uffizio di riscaldatore e di agitatore, in quanto che, girando colle sue spire, ed avendole ora in alto, ora in basso, sbatte il liquido e ne rinnova di continuo la superficie ; una corrente di aria continua si rinnova entro la caldaja e lambe la superficie del liquido; v'è spinta dal ventilatore m, ed esce, poi s'inalza all'estremo opposto della caldaja stessa, poco distante da d. Colle disposizioni descritte si accelera l'evaporazione e si mantiene la temperatura presso a 100°, con che si preserva il prodotto da quelle facili alterazioni che conseguirebbero qualora durasse a lungo la concentrazione ed il calore salisse ad un grado superiore di troppo a quello dell'acqua bollente.
Fig. 2074.
La concentrazione può essere spinta fino al punto di averne uno sciloppo denso, vischioso, da mettere in commercio qual è, e più o meno ricco di glucoso, secondo che si protrasse più a lungo l'azione commutatrice della diastasia. Lo sciloppo di destrina, preparato come si espose, è preferito a quello che si fabbrica coll'acido solforico, perchè più salubre, di gusto più aggradevole e non contenente solfato di calce. Quanto poi all'orzo germogliato che si raccoglie sul feltro, si tiene in conto, perchè serve come un buon alimento pel bestiame. Si può ridurre la destrina a consistenza solida, ed in allora si fa cadere il sciloppo entro cassette di latta, larghe e poco alte, che si collocano entro stufa scaldata a 50° e ventilata da una corrente di aria calda. Quasi seccata che sia, si taglia in pezzi, che indi si rompono in pezzetti minori e si continuano a seccare per tre o quattro giorni. Detto sciloppo riesce talvolta di tale densità che fluisce a grande stento, tanto da potervi far galleggiare un areometro a piacere ; da ciò gli venne il nome di sciloppo imponderabile, perchè col detto strumento non se ne può determinare il peso specifico. E si noti che costa meno che non quello che si fabbrica col mezzo dell'acido solforico, e che torna più acconcio per la preparazione della birra. Non è da tacere che riesce alquanto colorato, mentre quello fatto coll'acido solforico appare quasi incoloro ; ma ciò non arreca inconvenienti nè pel gusto uè pel colore stesso, dacché, usandolo per le birre, queste, come si sa,
hanno sempre un gialliccio che pende più o meno al bruno. Payen, per dimostrare la differenza di prezzo tra i due sciloppi fatti colle due maniere diverse, pubblicò i particolari della spesa occorrente per le rispettive fabbricazioni.
Sciloppo fatto coli acido, per 100 chilogr. di fecola.
Acido solforico, 2 chilogr. a 15 lirei 100 chilogr.......L. 0,30
Creta calcare, 2 chilogr. a 2 lire i v An . 100 chilogr. ...... 0,04 , 40 cent.
Perdita di sciloppo nel solfato di calce.........» 0,06
Sciloppo fatto coli orto germogliato per 100 chilogr. di fecola.
Orzo germogliato 15 chilogr. a 20 lire per 100 chilogr. . . Si deducono 7 chilogr. di sciloppo prodotti dall'orzo a 32 lire per
100 chilogr.......L. 2,24
10 chilogr. di residuo, calcolati in 5 lire per 100 chilogr. . .. » 0,50
L. 3,00 2,74
Spesa scoperta.
L. 0,26 cent.
Destrina mista. — Daremo qui alcuni processi, coi quali alla destrina suole essere aggiunta qualche altra materia per accrescerne la densità, o ad altro scopo. Thomas immaginò il seguente modo di operare : Si prendono 1200 litri di acqua, 15 chilogr. di orzo germogliato, ridotto in polvere fina, e 300 chilogr. di fecola di patate o di altra qualità di amido ; si stempera in grande caldaja di rame la fecola nell'acqua, e si porta a temperatura di 48 centigr., finche sia trasformata in salda. Allora si aggiunge l'orzo germinato e polverizzato, e di più una certa quantità di mncilagine di semi di lino, preparata da una quantità di semi corrispondente alla metà in peso dell'orzo. Qualora si oltrepassassero i limiti per la proporzione dell'orzo, si otterrebbe troppo glucosio insieme colla destrina, e questa riuscirebbe colorata. La mucilagine dei semi di lino è aggiunta acciò il prodotto possegga maggiore vischiosità del consueto. Si cresce il calore nella caldaja fino a che il miscuglio giunga tra i 50 e i 60° centigr., e si mantiene tale, ad avere la fecola sciolta e fluidificata; indi si cresce ancora fino a 75°, smuovendo la materia e saggiando di quando in quando col jodio. Quando la reazione non è più all'azzurro e passò in contraccambio al rosso vinoso, si spinge il calore rapidamente acciò il liquido cominci a bollire, poi si versa in altro recipiente, nel quale si tiene in quiete per 16 a 18 ore. Ivi si rischiara e, ad impedire che non fermenti, vi si sciolgono 10 grammi di allume. Si decanta dalla posatura, si fa svaporare, si scalda lentamente fino a bollitura, acciò coaguli l'albumina dell'orzo e dei semi di lino, ed il liquido diventi limpido. Togliesi la schiuma che si raccoglie in alto e si concentra, cessando a quel punto in cui si forma pellicola alla superficie. Quando si ha da vendere in tale stato, giova spalmare con essenza di trementina l'interno dei vasi in cui si deve conservare, perchè con tal mezzo se ne impedisce la fermentazione.
| |
Payen Thomas
|