Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DESTRINA
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In Inghilterra si suole unire alla materia da de-strinizzare o latte sbutirrato, o latte inacidito, affine di darle più corpo. Si prende fecola di patate, o amido di cereali, od anche farina di frumento qual è, si seccano accuratamente ad una tale temperatura che ne rimanga espulsa l'umidità, senza tuttavia che si produca torrefazione. Ciò fatto, si mescola con V4 peso di latte sbutirrato, cioè da cui fu tolta la parte butirracea, ovvero anche di latte inacidito, e si fa passare la mescolanza per setaccio ; così sfarinata, si secca a blando calore, indi si sottopone a torrefazione leggiera lino a che abbia assunto una tinta giallognola 0 bruniccia. La trasformazione dell'amido in destrina si opera in parte per l'azione dell'acido lattico e in parte per l'intervento del calore. Essendo molto addensata, giova specialmente per l'impressione dei colori nella stampa delle tele. Hunt modificò alquanto il processo ora descritto. Si mescolano 1000 chilogr. di farina di frumento secca con 272 litri di latte sbutirrato, si secca la mescolanza e si porta la torrefazione fino ad un grado conveniente. La destrina che ne risulta è solubile nell'acqua e la soluzione non inacidisce. 11 glutine del frumento e la caseina del latte divennero ptfre solubili per opera dell'acido lattico. Ha un potere agglutinativo superiore a quello del leicomo e delle altre destrine, poiché ne basta una parte per una parte e mezza delle altre nell'addensamento dei colori.
Modo di dosare la destrina quando è in mescolanza eolio zucchero. — Gentele descrisse un metodo facile per dosare la destrina a cui sia mescolata della materia zuccherosa 0 glucoso, valendosi a tal uopo di un liquido contenente 1 p. di prussiato rosso di potassa e Va P- d'idrato di potassa. La destrina (ed anche lo zucchero di canna) non agisce su questo liquido, in quanto che non lo scolorisce nè a temperatura ordinaria nè a quella dell'ebollizione ; ma se ripetesi la prova con una soluzione di glucoso, e si scalda a 60°, il colore scompare rapidamente ; aggiungendo nuova dose di reattivo, il colore seguita a dileguarsi finché vi sia glucoso non decomposto; in ultimo, scaldando fino ad 80°, si eccitano le ultime porzioni del glucoso a decomporsi, ed allorché questo sia distrutto affatto, poche altre goccie del reattivo tingono di giallo permanente la soluzione. Per operare l'assaggio si divide in due parti la soluzione di destrina zuccherosa da esaminare, vi si aggiunge del reattivo di Fehling (soluzione cu-prico-potassica) e si determinano insieme la destrina ed il glucoso dalla quantità di reattivo che ne rimane decomposto. L'altra porzione è alcalizzata colla soda; vi si aggiunge a goccie il reattivo di Gentele, scaldando a 60°, indi ad 80° centigr., finché le ultime goccie diano un coloramento giallo permanente, e dalla proporzione del reattivo decomposto si deduce quanto si conteneva di glucoso. Questo reattivo fu preparato dall'autore collo sciogliere IQ^',980 di prussiato rosso puro e 5«r,5 d'idrato di potassio in 100 c. c. d'acqua, e col mezzo di tre esperienze consecutive verificò che equivalgono ad 1 gr. di zucchero di canna puro, trasformato in glucoso, mediante la soluzione in 40 c. e. d'acqua, l'aggiunta di 0^ ,250 di acido cloridrico concentrato, e lo scaldamento per 10 minuti, in bagnomaria, tra i 54 e 55° c. Tutto lo zucchero rimane distrutto, e similmente rimane scolorato tutto il prussiato rosso. Ora, siccome un gramma di zucchero di canna corrisponde a l«r ,030 di glucoso, perciò sarà facile, con un semplice calcolo, dalla quantità del reattivo scolorato dedurre quanto di glucoso era in mescolanza colla destrina.
Esame delle varie qualità delle destrine commerciali. — La destrina ottenuta per torrefazioue 0 col solo calore o col sussidio dell'acido nitrico (il leicomo) e quella che si fabbrica coll'aggiunta di materie agglutinanti sono richieste e preferite per dare l'apparecchio ai tessuti, e per addensare i colori che s'imprimono nella stampa delle tele ; insomma fanno ufficio di gomma. Le altre qualità che si preparano col mezzo della diastasia od orzo germogliato, ovvero colla bollitura della fecola nell'acido solforico molto diluito, sono adoperate per la fabbricazione della birra; quindi poco importa se di qualità ap-piccaticcia, dovendo anzi essere trasformate parzialmente in glucoso ed atte a subire la fermentazione alcoolica. Quindi hanno necessariamente qualità differenti; e particolarmente si hanno parecchie varietà in quelle della prima classe, ora volendosi che siano solubili per intero, ed ora che, piuttosto di sciogliersi, si rigonfino nell'acqua e rimangano dense e vischiose. Forster, per determinare la proporzione degli ingredienti nelle destrine commerciali, ne provvide di diversa origine, esaminando in modo speciale quelle che portano i nomi di leicomo, gom-melina, amido torrefatto ; circa alle destrine zuccherose, dicemmo già come si debba procedere alla loro analisi, seguendo il processo di Gentele.
Il metodo analitico di Forster si eseguisce nel modo che ora descriveremo. Si prende un dato peso della sostanza e si pone in canna di vetro che sta immersa in bagno d'olio a 100°, indirizzando nel frattempo entro la canna una corrente di aria seccata sull'acido solforico. Si continua a scaldare ed a mantenere l'afflusso del l'aria secca, finché durante le tre ultime ore si riconosca che non succede più perdita di peso. Cosi facendo, si ha il quantitativo dell'umidità che la destrina conteneva. Bastano per tale ricerca 3 gr. all'incirca di destrina. Si pesano, dopo ciò, 50 gr. dello stesso prodotto in istato naturale e si stemperano in 500 gr. d'acqua. Supponendo che l'acqua igroscopica della sostanza fosse stata trovata di 13,89 per 100, si avrebbero nella mescolanza 43«r-,055 di destrina perfettamente secca e 506 r--,945 di acqua. Si feltra, se ne determina il peso specifico per avere a un dipresso la proporzione della materia disciolta, pose a se ne prende una certa quantità, da 4 a 5 gr., si svapora e si secca entro il cannello di vetro, come pel <'0-samento dell'umidità nella destrina, e dal peso del residuo si deduce quanta la materia tenuta in soluzione dall'acqua. Suppongasi di avere pesato 4«r,006 del liquido, che abbia fornito un residuo di peso costante a 110°, corrispondente a 0«r-,243, e si avrà trovato che vi era il 6,07 per 100 di materia solubile, e 93,93 di acqua ; per conseguenza, che dei 50 gr. della destrina trattata coll'acqua se ne sciolsero 32«r,76, ovvero 65,52 per 100. La destrina esaminata, conoscendo le proporzioni dell'acqua igroscopica e delle materie solubili, determinate
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