Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DETTAGLIO — DEUCALIONE
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      DETTAGLIO (archit.). — Questo vocabolo francese, introdotto nella pratica delle arti e di uso estesissimo in esse, non si può ormai più rifiutare, non avendone la nostra lingua uno equivalente ; e molte dotte persone non isdegnano di adoperarlo nelle loro scritture.
      Nell'architettura diconsi disegni di dettaglio quelli che si eseguiscono in una scala più grande per meglio iar conoscere il garbo e la forma delle mo-dauature e di certe particolarità che non si possono distinguere del tutto nel disegno totale. Sono in certo modo come commentarii ed illustrazioni del concepimento generale, per mezzo dei quali l'architetto ghigne a manifestare compiutamente i suoi pensieri. Nondimeno tratteremo di tutto quanto chiamasi dettaglio nel linguaggio artistico sotto Disegno parziale (V.).
      In marina dicesi ufficiale del dettaglio l'ufficiale di vascello più anziano fra quelli che formano lo stato-maggiore della nave, incaricato dell'assetto generale della nave e dell'equipaggio, della distribuzione del servizio giornaliero, della sorveglianza delle consumazioni di materiali e di vestiario.
      DETTINGEN [geogr. e stor.). — Villaggio di Baviera, circolo della Bassa Franconia, sulla destra riva del Meno, celebre per una grande battaglia nella guerra per la successione d'Austria, il 27 giugno 1743, in cui gli alleati, sotto gli ordini di Giorgio II re d'Inghilterra, sconfisselo i Francesi, comandati dal duca di Noailles.
      DETTORI Giovanni Maria (biogr.). — Dottissimo e rinomato teologo che fiori nel declinare del passato e nei primi anni del presente secolo. Nacque in Tempio, città e capo della provincia di Gallura in Sardegna, nel 29 luglio 1773, da Antonio De-inartis, soprannominato Piteu, e da Maria Dettori, povere ed oscure persone. Fattosi sacerdote, ad altro non pensò fuorché ad istruii si nelle discipline adatte al suo ministero, e tra queste ebbe maggiormente in cura la parte morale della teologia, siccome quella che accostandosi più, anzi derivando nella massima parte dai dettami della sana filosofia, si confaceva mirabilmente col suo genio ragionatore ed amante dei precetti e delle disquisizioni pratiche sul retto ed onesto vivere, anziché delle vane ed astratte speculazioni d'una metafisica o sterile od oscura. Ed insistendo senza posa in tal proposito, tanto fece ed operò, che nessuno dei suoi coetanei potè uguagliarlo nella profonda cognizione di sì nobil parte della scienza teologica. La faina della sua dottrina in questa parte del teologico sapere lo fece chiamare a maestro del pubblico insegnamento, perlocchè nel 1807 fu creato professore di teologia morale nella regia Università di Cagliari. Nel 1814, operata nel continente italiano la ristorazione delle antiche dinastie, Vittorio Em-manuele I chiamò il Dettori ad occupare nella regia Università di Torino la cattedra di teologia morale. Le sue lezioni furono per molto tempo in fama di classiche, e furono stampate nella suddetta città sotto il nome d'istituzioni morali, Theologiee moralis Institutiones, coi tipi di Andrea Alliana e di Giuseppe Pomba negli anni 1823 a 1827 (5 voi. in-8°). Le opinioni sul probabilismo da lui abbracciate in dette Istituzioni gli suscitarono controuna folla di oppositori, i quali pretendevano che il Dettori volesse atterrire col rigorismo le coscienze dei fedeli ; ma egli insistette tenacemente nel suo proposito, ed avendo corroborato colle testimonianze di sant'Agostino e di san Tommaso i suoi assunti, ricusò di accettare dottrine più larghe, temendo di macchiare la lindura della morale cristiana. Da ciò nacque una lotta lunga e clamorosa. L'autore delle Istituzioni morali fu inesso a riposo, e tacquero poi per sempre le faconde lezioni che per tanto tempo avevano fatto risuonare le dotte aule dell'Università subalpina, e ricovratosi in una solitaria campagna nelle vicinanze di Torino, visse nell'ozio letterario e nella quiete della vita privata il rimanente dei suoi giorni. Non mai abbandonò i suoi prediletti studii. Morì, consunto dalle fatiche, acidi 9 maggio 1836, in età d'anni 72. Legò la ricca sua biblioteca al Seminario dei chierici di Cagliari.
      Vedi Tola Pasquale, Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna (Torino, Chirio e Mina, 1836, 3 volumi in-8°).
      DETUMESCENZA (patol.). — Fu detto lo sgonfiamento o risolversi di un tumore.
      DETVA (geogr.). — Città del N. 0. di Ungheria, con 10,0^5 abitanti.
      DEUCALIONE (mitol.). — Personaggio assai celebre nella tradizioni mitiche della Grecia. Vien detto figliuolo di Piometeo e di Climene, o, secondo altri, di Prometeo e di Pandora, e talvolta è detto padre, e tal altra fratello di Elleno, creduto fondatore della nazione greca. Era signore della Tessaglia, d'onde, secondo la tradizione generale, dovette rifugiarsi sul Parnaso per salvarsi da un gran diluvio (Apol-lodoro, i, 7, 2), che però, secondo Aristotile (Me-teorol., i, 14), avvenne fra Dodona e l'Acheloo. Ma qualunque possa essere stata la scena del diluvio di Deucalione, le antiche tradizioni lo rappresentano soltanto come locale ; e fu soltauto dopo il tempo di Tolomeo Filadelfo, quando i Greci ebbero cognizione delle scritture ebiaiche, che s'incorporarono alla storia dell'inondazione tessala alcune circostanze del diluvio di Noè. La favola che racconta com'egli per obbedire ai comandamenti dell'oracolo di Temide ripopolasse il paese gettandosi pietre dietro le spalle sul monte Parnaso, è nota a quanti lessero le Metamorfosi di Ovidio (i, 375 e seg.). Il tempo in cui visse Deucalione si riferisce, secondo il Marmo Pario, al 1548, e secondo Eusebio al 1541 avanti Cristo; ma gli avvenimenti che si connettono alla di lui storia sono cosi evidentemente favolosi, che si dubita della sua vera esistenza, e sembra ragionevole il conchiudere ch'egli non sia stato altro che una personificazione. Vuoisi però confessare che non havvi alcun fondamento etimologico di siffatta opinione, come pare sia più o meno il caso dei re primitivi dell'Attica, giacché il nome Deucalione non sembra significare altro che illustre (Hesych., Scuxec), e può darsi che fosse il nome di una persona che abbia realmente esistito. Esso fu anche portato da un figliuolo di Minosse Il (Apollod., in, 1, 2).
      DEUCALIONE (astr.). — Nome dato da alcuni autori alla costellazione dell'Aquario, che secondo le favole immaginate dai poeti della Grecia chiamossi anche Ganimedes, Jovis Cyncedos, Cecrops, fusorLaOOQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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