Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DEUTEROPATIA - DEVIAZIONE
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dopo la sua uscita dall'Egitto; spiega le leggi e ne aggiunge alcune a quelle cbe ricevette da Dio sul monte Sinai; esorta il popolo all'obbedienza, e dichiara che Giosuè è designato da Dio per succedergli. Scritte queste cose, egli le affidò ai leviti e ai seniori, e gl'incarico di leggerle ogni sette anni in un'assemblea generale del popolo alla festa dei tabernacoli (xxxr, 9-14). Il capo xxxn contiene l'ultimo cantico di Mosè, la cui poesia, per giudizio di Lowth che scrisse un pregiatissimo libro sulla poesia degli Ebrei, è di una singolare magnificenza ed elevazione (V. Pentateuco).
DEUTEROPATIA (patol.). — Stato morboso, che si manifesta sotto l'azione di un'altra malattia, o che si mostra ettiologicamente collegato all'esistenza di qualche morbo preesistente.
DiUTEROSCOPIA (patol). — Allucinazione che fa vedere oggetti non esistenti, fantasmi, o, ciò che volgarmente dicesi seconda vista.
DEUTO (chini.). — Aggiunto di nome,per indicare il secondo grado di combinazione dei corpi. Quindi deu-tocarburo e simili. Laonde dento e bi sono sinonimi. DEUTZ. V. Colonia.
DEUTZIA (bot.). — Genere di piante della famiglia delle filadelfiacee, composto di graziosi arboscelli ramosi e frondosi, originarii della Cina e del Giappone, aventi l'apparenza delle siringhe, con fiori bianclii in grappoli terminali.
DEVANDHABHATTA (biogr.). — Giureconsulto indiano, autore di un trattato sulla legge d'adozione intitolato Dattaca-Ichandrica, tradotto in inglese da Sutherland (Calcutta 1814), e in francese da Brianne (Parigi 1843).
Vedi Gildemeister, Biblioth. sanscrite.
DEVANZATI Bartolomeo {biogr.). — Scrittore fiorentino della seconda metà del secolo xv, compose in versi la celebre Novella del grasso legnajuolo (1480), la quale fu poi voltata in prosa e stampata per la prima volta in una edizione del Decame-rone (Firenze 1516). Appresso essa fu stampata di frequente, ed ultimamente da D. Morelli con una prefazione (Firenze 1820).
Vedi Gamba, Bibl delle nov. ital.
DEVAPRAYAGA (geogr.). — Città indiana alla confluenza dell'Alukiiunda e del Bagiritti, le cui acque unite immediatamente prendono il nome di Gange ; opperò è città eminentemente sacra agli Indiani.
DEVASTAZIONE (art. mil). — Devastare significa dare il guasto alle altrui od alle proprie provincie, affinchè il nemico non possa rifornirvisi delle cose necessarie per vivere e per combattere.
Le storie delle invasioni dei Barbari, delle crociate, delle contese del medio evo, delle guerre civili e religiose offrono un quadro lagrimevole delle devastazioni ferocemente commesse dalla furia delle soldatesche e dal cieco fanatismo delle popolazioni.
In un'invasione momentanea del territorio nemico, (piando si tratta di vendicare un insulto o di castigare l'insolenza di un vicino prepotente, la devastazione di una terra o di una provincia può considerarsi fino ad un certo punto come una giusta rappresaglia, ove si eserciti con somma cautela, e sia comandata dalla gravità delle circostanze. Nelle guerre nazionali, quando un'intiera popolazione animata dall'amor della patria corre alle armi per con-
servare la propria indipendenza, si concepisce che i cittadini possano ardere le loro case e devastare le loro campagne per arrestare i progressi del nemico e giovare alla salvezza del paese. Così fecero Turenne nella guerra del Palatinato, la Spagna e il Portogallo nella guerra d'indipendenza contro al primo Napoleone, così, nel 1812, la Russia contro l'invasione francese. Ma un sistema di devastazione freddamente calcolato ed eseguito da una truppa regolare nel paese in cui guerreggia svela mancanza di genio nei capi e difetto di valore nei soldati, ed è atto di barbarie ugualmente riprovato dal diritto delle genti e dalla politica della guerra. Oltre che le truppe assuefatte a dare il guasto, a depredare e a porre ogni cosa a ferro e a fuoco sono masnade di ladroni anziché schiere di combattenti, nelle quali si rompe il freno della disciplina e si spegne ogni sentimento di onore. Quando s'imprende una guerra d'invasione dettata da motivi imperiosi, da una sana ragione di Stato od anche dal desiderio di conquista, le devastazioni non sono certamente un mezzo acconcio a contribuire al buon esito dell'impresa. L'ordine, una disciplina rigorosa, la dolcezza unita ad una severità opportuna, e soprattutto la giustizia, sono i soli mezzi atti a calmare le passioni ed a conciliarsi, se non l'affetto, almeno la stima delle popolazioni che si vogliono assoggettare. La devastazione è un mezzo estremo, e senza motivo plausibile è un delitto contro l'umanità. Fortunatamente le guerre di devastazione sono ormai bandite dai costumi delle nazioni incivilite.
DEVENTER (geogr.). — Città industre dell'Olanda, nella provincia di Oveiyssel, sullTssel, con 17,815 abitanti. DEVEREUX. V. Essex.
DEVIAZIONE (astr.). — Si adopera questo vocabolo per esprimere la quantità di cui un cannocchiale meridiano ossia dei passaggi, ovvero un quarto di circolo murale si allontanano dal vero piano del meridiano. Per determinare questa deviazione si paragona il passaggio del Sole, osservato per mezzo del cannocchiale, col passaggio al meridiano, calcolato col metodo delle Altezze corrispondenti (V.). Se, per es., dopo aver trovato col calcolo che il passaggio al meridiano deve aver luogo a 0or€ 2' 10", questo passaggio è avvenuto nel cannocchiale a 0or« 2' 6 ', se ne conchiude che la deviazione del cannocchiale è di 4'' verso l'oriente, poiché il Sole è passato nel cannocchiale 4" prima di passare per il vero meridiano.
Nell'antica astronomia dicevasi deviazione il cangiamento del deferente dell'epiciclo rispetto al piano dell'eclittica, immaginato a spiegare i cangiamenti di latitudine dei pianeti inferiori.
DEVIAZIONE (ott.). — Dicesi comunemente del cangiamento di direzione cui va soggetto un raggio di luce nel passare obliquamente da un mezzo in un altro più o meno denso; ma generalmente parlando si applica alle varie modificazioni che soffre la luce, o si rifletta alla superficie dei corpi, o penetri nel loro interno, o solamente passi vicino ad essi, modificazioni che si distinguono coi nomi speciali di Riflessione, Refrazione, Dispersione e Diffrazione ( V. questi nomi).
La deviazione che il raggio luminosa subisce at-
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