Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      412 DEVIAZIONE DEI CORPI NELLA LORO LIBERA CADUTA — DE VIO TOMMASOtraversando le due faccie inclinate di un prisma (V. Prisma) di cristallo o di altra materia trasparente, varia al variare della inclinazione con cui il raggio incide sulla prima faccia. I tisici notarono colla esperienza e provarono col calcolo quale debba essere la posizione del prisma, rispettivamente alla direzione del raggio incidente, per ottenere la deviazione minima, ed è questo fatto cbe ci proponiamo spiegare nel presente articolo.
      Supponiamo di far entrare in una camera oscura un fascio di luce solare e di proiettarlo sopra una parete ad una certa distanza. Sia, ad esempio, il raggio AB (Tav. CCXXXII, fig. 7) che entri per il pertugio A, e cada colla sua naturale direzione nel punto C. Pongasi un prisma verticalmente sopra un supporto tale che possa lasciarlo girare sul proprio asse, e lo s'intrometta nella direzione del raggio luminoso. Questo devierà per le leggi della rifrazione, ed invece di progettarsi in C, si projetterà in D, vale a dire, s'inclinerà per effetto della immersione e della emersione verso la base del prisma stesso, che nella figura riesce di froute all'osservatore. A questo punto, se si giri la parte superiore del supporto in modo da far diminuire l'angolo d'in-cidenzadel fascio solare sulla prima faccia del prisma, vedesi il disco luminoso D avvicinarsi a C fino ad un certo punto, per esempio in E. Dopo di che, anche continuando a girare ilprisma per il medesimo senso, il fascio solare ritorna verso il punto D. Se ne conchiude che vi ha una posizione rispettiva fra prisma e raggio, che produce una deviazione EBD più piccola di ogni altra. Si dimostra col calcolo, che una tale deviazione minima ha luogo quando gli angoli d'incidenza e di emergenza sono eguali.
      Il valore dell'angolo di minima deviazione può essere determinato dal calcolo ogniqualvolta si conosca l'angolo d'incidenza e l'angolo rifrangente del prisma. Diffatti, quando yì sia deviazione minima, l'angolo di emergenza r' essendo eguale all'angolo d'incidenza»(Tavolacitata, fig.6), necessariamente r — %'. Ora si dimostra che A=r+t' (V. Rifrazione ed Emergenza [condizionedi]); dunque A-2r (1). Posto ciò, rappresentando con d l'angolo di deviazione minima iDL (fig. 6 sopra citata), ed essendo un tale angolo esterno al triangolo DiE, si troverà la seguente eguaglianza:
      d=i—r + r'—i'—2i—2r; ossia d-2t—A (2). Questa equazione fa conoscere l'angolo d quando siano noti gli angoli i ed A.
      Dalle forinole (1) e (2) se ne ricava una terza, che serve a valutare l'Indice di rifrazione (V.) di un prisma, quando si conosca il suo angolo rifrangente (V. Rifrazione) e la deviazione minima. Diffatti, l'indice di rifrazione essendo il rapporto dei seni degli angoli d'incidenza e di rifrazione, rappresentandolocon n. si ha n= SG—,; e sostituendo « ed r coi loro sen r
      valori dedotti dalle forinole (1) e (2), si ha
      /A-M\SeD \ 2 /
      n =-—;-.
      Quest'ultima formola è appunto quella che serve alla determinazione dell'indice di rifrazione dei so-
      lidi, dei liquidi e dei gassi. All'articolo Rifrazione il lettore potrà ritrovare la chiave fondamentale per la risoluzione di tutti i sopra citati problemi.
      DEVIAZIONE DEI CORPI NELLA LORO UBERA CADUTA (/?*.)• — È la quantità di cui un corpo che cade liberamente sulla superficie della Terra si allontana dalla perpendicolare condotta a questa superficie dal suo punto di partenza. Se la Terra fosse immobile, non esisterebbe alcuna sorta di deviazione, poiché la forza che fa cadere un corpo agisce nella direzione della retta che passa per il corpo e per il centro della Terra, e però fino a tanto che si suppone che agisca questa sola forza, nulla può cangiare la direzione del moto. Ma siccome la Terra gira in 24 ore intorno al suo asse, e poiché tutte le sue parti hanno una velocità tanto più grande quanto più sono lontane da quest'asse, cosi è evidente che il corpo situato al di sopra della superficie della Terra, partecipando del moto comune finché non è libero, descrive un circolo maggiore di quello che è descritto dal punto della superficie, al quale corrisponde perpendicolarmente. Quindi è che al momento della caduta, o quando il corpo diventa libero, si trova sollecitato da due forze, di cui l'una lo farebbe cadere lungo la perpeudicolare, e l'altra gli farebbe percorrere uno spazio più grande dello spazio percorso dal piede della perpendicolare ; da ciò risulta che il corpo dee cadere un poco più a levante che non cade il piede della perpendicolare, e questa deviazione, calcolata mediante la teoria, e verificata coH'esperienza, diventa in tal modo una prova di falto della rotazione della Terra sopra il suo asse.
      Questa deviazione osservata da Guglielmini è stata trovata di 176 diecimillimetri per un corpo che cade da un'altezza di 73m,75. Benzenberg la trovò di 110 diecimillimetri per un corpo che cade da un'altezza di 79m,56. Ma tali risultameli debbono soltanto riguardarsi come una verificazione generale del fenomeno.
      DE VIGNI (conte di) Alfredo Vittorio (biogr.). — Celebre poeta e romanziere francese, nato a Lochcs il 27 marzo 1797, morto il 17 settembre 1863. Fu uno dei capi della nuova scuola romantica. Fra i suoi poemi, citeremo Elea, Le Déluge, Moiset Dolorida. De' suoi drammi, sono bellissimi La Ma-rechale d'Attere e Chatterton. Ma il suo capolavoro è il romanzo storico Cinq-Mars, a cui tenne dietro Stello, ou les Diables bleus.
      DE VIO Tommaso (biogr.). — Detto Cajetano dal nome della città di Gaeta, dove nacque al 20 di febbrajo 1469. Ricevuto in età di quindici anni nell'Ordine di San Domenico, vi si fece un cospicuo nome pe' suoi talenti e pel suo sapere. Poiché ebbe professato la teologia con applauso universale a Brescia ed a Pavia, divenne, nel 1500, procuratore generale del suo Ordine, poi generale nel 1508. Il Cajetano non aveva allora che trentanove anni : ina il credito di Giulio II, di cui si era acquistato il favore facendo tramontare il progetto d'un Concilio, cui l'imperatore ed il re di Francia tener volevano a Pisa, supplì a quanto gli mancava dal lato dell'età. Leone X gli conferi, nel 1517, la porpora romana, e lo elesse l'anno seguente suo legato in Germania. Era oggetto principale di tale missionet^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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