Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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diabetepotassa caustica; ne appare una colorazione bruna, la quale è tanto più forte, quanto maggiore sia la proporzione della materia zuccherina. Thomson consigliò di scaldarla con poco di acido solforico solo, o meglio dopo aggiuntovi un poco di bile ; se ne svolge una bella tinta rossa. Boettger preferisce scaldarla col sotto-nitrato di bismuto e la potassa caustica, con che succede riduzione, e il bianco del composto metallico passa al nero. Altri usano il reattivo di Barreswill od il liquido di Fehling (soluzione cuprico-potassica), si a freddo che a caldo: a freddo occorrono più ore, ma scaldando la reazione succede immediatamente, la quale consiste in un intorbidamento giallognolo o rossigno, colla posatura di protossido anidro o idrato di rame.
Circa al modo di procedere per riuscire alle reazioni con che svelare la materia zuccherosa nelle urine, si sogliono seguire le indicazioni seguenti: 1° Si versano in cassulina di porcellana 10 c. c. dell'urina e vi si tuffa un pezzetto di potassa caustica grosso come una nocciuola, indi si scalda fino a bollitura ed a perfetta soluzione della potassa, togliendo subito dopo la sorgente calorifica. Sulle prime si svolge un colore giallo-canarino, che passa al rosso ranciato, od anche al giallo scuro di Malaga e talvolta al nero, perla formazione dell'acido melas-8Ìco , ingeneratosi tra l'alcali e il glucoso. 2° Si versano altri 10 c. c. dell'urina in campanella, cui si aggiungono 5c. c. di soluzione acquosa di solfato di potassa ed un pezzetto di potassa caustica; si mesce e si scalda a poco a poco fino ad avere un primo bollore. La potassa precipita idrato ramico turchiniccio che si ridiscioglie nell'alcali eccedente, onde è poi ridotto dal glucoso in ossido rameoso, giallo o rosso di mattoni, quando il calore attiva la reazione. 3° In altra campanella si versano 40 c. c. della stessa urina con 2,5 c. c. di bicromato potassico in soluzione. Si scalda a bollitura ; vi si stillano a poco a poco 15 o 20 gocce di acido solforico concentrato, con che succede effervescenza, indi apparisce una magnifica colorazione di verde smeraldo. Il glucosio opera sull'acido cromico del bicromato,
10 riduce in sesquiossido della modificazione verde,
11 quale rimane disciolto nell'acido solforico aggiunto. Pel dosamento, ossia la determinazione quantitativa del glucoso nelle urine, si può usare il liquido di Fehling, purché abbiasi trovato in precedenza il valore saccarimetrico per c. c., sperimentandolo con soluzione titolata di glucoso puro, se fosse già stato preparato da qualche tempo ; se preparato di fresco, in allora si sa che per 10 c. c. corrisponde a 5 gr. della sostanza zuccherina. Si ottiene con gr. 34,65 di solfato di rame cristallizzato e puro;200 gr. di acqua distillata; 173 di tartrato puro di potassa e soda ; 480 c. c. di liscivia caustica di soda della densità di 18°,5 Baumé. Si fanno sciogliere i sali nell'acqua, si aggiunge il liquido alcalino, si mesce e si aggiunge altr'acqua, quanta sia bastevole pel ragguaglio di un litro preciso. Quando si abbia la soluzione glucosimetra in ordine, se ne versano 10 c. c. in matraccetto, che si scalda in bagno di sabbia e vi si stilla goccia a goccia, per mezzo di una buretta (fig. 2076), tanto di urina quanto basta a stingerla dell'azzurro di cui è colorita; bagnandone, a maggior precauzione, l'estremodi uno specillo di vetro, che si tuffa in bicchierino contenente acido solfidrico in soluzione ; quando la soluzione solfidrica non mostrerà più d'imbrunire, sarà il contrassegno che i 10 c. c. della soluzione furono decomposti interamente.
IDal volume dell'urina adoperata si conoscerà quanto per 100 contenga di glucoso.
Altri si valgono di un mezzo più. grossolano, ina che non esige un liquido titolato speciale, e consiste nel valutare la proporzione dello zucchero dal coloramento del giallo bruno di Malaga che produce la potassa nell'urina assaggiata. Abbiasi per termine di confronto un liquido colorato, la cui tinta per tono ed intensità corrisponda a Fig. 2076. quella che dà una soluzione di glucosio contenuto nella dose di 50 gr. per un litro di urina diabetica. Si può preparare, facendola col caramele e l'alcoole comune. Eseguito che sia il primo assaggio colla potassa e l'urina, come fu precedentemente indicato, se ne confronta il colore giallo bruno con quello del liquido di paragone. Se la tinta non ne differisce di molto, se ne arguirà che l'urina esplorata contiene circa 50 gr. di glucoso per 1000 c. c.; se appare più scura, si diluisce con acqua fino al punto che si schiarisca come il liquido di paragone; se più debole, o si diluisce il liquido di paragone con alcoole fino ad uguaglianza d'intensità, e dal grado di diluzione si argomenta quanto di glucoso sia di meno nell'urina sotto i 50 gr. per 1000 c. c. ; oppure si concentra approssimativamente l'urina a blando calore finché acquisti la forza di colorirsi colla potassa come è il liquido di paragone ; dal decrescere di volume dell'urina concentrata si deduce, come per l'altro modo, la proporzione del glucoso sotto i 50 grammi.
Il Primavera inculca ai giovani che si accingono all'esame delle urine diabetiche, o credute tali, di determinarne innanzi tutto il peso specifico; se raggiungono la densità di 1,030, e più se oltrepassano, si ha un primo indizio della glicosuria. Le urine con 50 gr. di glucoso per litro sogliono misurare 1,035 all'areometro. Circa ai metodi indicati pel riconoscimento del glucoso nei casi mentovati, Primavera avverte con ragione che si può incorrere in qualche abbaglio e credere diabetica un'urina che tale non sia. Per esempio, l'uso della potassa può condurre un occhio poco sperimentato a pigliare per coloramento prodotto dal glucoso quello che s'ingenererebbe qualora l'urina contenga certi pigmenti biliosi, come Turofenina, la bilifulvina e i'uro-eritrina ; ma in tal caso si scolora con circa il quarto di volume di soluzione di acetato di piombo, che precipita i pigmenti, si feltra e si assaggia colla potassa. Altra volta l'urina tiene disciolti dei prin-cipii colorati derivanti dai medicamenti, come se fossero santonina, sena, ecc. ; nel qual caso o si fa sospendere il medicamento per 24 ore e poi si viene all'analisi dell'urina, oppure si cerca il glucoso col liquido cuproammoniacale. Similmente quando si adopera il bicromato di potassa coll'acido solforico può succedere che si cada nell'errore se l'urina è
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