Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
diabete — diacaustica
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ricca di pigmenti e di altre sostanze aventi azione ridiittrice ; onde il metodo torna buono per discernere la poliuria dalla glicosuria, dando con quella un coloramento giallo rosso, e con questa (come si avverti) di un verde smeraldo magnifico, solo allorquando l'urina non sia che lievemente giallognola.
Venendo poi all'altra maniera in cui si ottiene la reazione col liquido cupropotassico, il Primavera notò che adoperando il reattivo di Barreswill, o quello di Fehling, o l'altro di Trommer (solfato di rame e potassa), si può essere tratti talvolta in inganno, dacché gli urati, quando abbondano, palesano potere riducente sull'ossido di rame, se ajutati dall'azione del calore. Il Capezzuoli avea proposto il semplice idrato di rame colla potassa caustica digerendo a freddo, caso nel quale gli urati non appajono riduttori. In complesso, per evitare qualsivoglia difetto, il Primavera consiglia di valersi del metodo indicato col n° 2, nel quale il solfato di rame è in copia sufficiente, e lasciare che la reazione proceda a freddo. Il glucoso a poco a poco fa deporre rossidulo di rame, per lo più giallo, senza che gli urati intervengano a turbare l'andamento della reazione, nè i pigmenti colorati dell'urina ne mascherino in qualsivoglia modo gli effetti. Braun indicò anche il seguente mezzo per iscoprire lo zucchero nelle urine diabetiche. Se ne prende qualche centimetro cubo, si scalda in campanella fino a bollitura con due o tre gocce di liscivia di soda caustica, poi le si aggiunge a gocce una soluzione di acido picrico continuando a scaldare. Il liquido passa dal cedrino al rosso di sangue, qualora contenga sostanza zuccherina. La soluzione di acido picrico dev'essere preparata con una parte di acido e 200 di acqua. Vuoisi tuttavolta notare che altri principii riduttori producono lo stesso effetto, come, ad esempio, la picrotossina.
DIABETE (idr.). —¦ Si dà questo nome ad una macchina inventata da Erone Alessandrino detto Y Antico, per distinguerlo da altri meccanici e geometri dello stesso nome (V. Erone), per la quale l'acqua è costretta ad uscire da un vaso per la semplice pressione dell'aria, producendo un getto simile a quello di una fontana, ond'è conosciuta più comunemente sotto il nome di fontana di Erone. Ma siccome questa macchinetta ingegnosa può aver suggerito posteriormente l'idea della fontana di compressione, assai più potente della prima, perchè, invece dell'aria naturale, in questa si fa agire l'aria condensata per mezzo di una tromba premente, cosi ne faremo la descrizione quando si tratterà delle fontane in generale e particolarmente di quella di compressione (V. Fontana di compressione).
DLABET0METR0 (chim.patol). — Modificazione del polarimetro, che permette non solo di scorgere tracce di zucchero nelle urine, ma di determinarne le proporzioni (V. Diabete).
DIABLERETS (geogr.). — Notevole montagna delle Alpi Bernesi, tra i cantoni di Berna e del Vallese, alta circa 3600 metri, composta di strati di calcare, i cui letti inferiori sono così molli e friabili, che sono agevolmente penetrati e sgretolati dall'acqua. In conseguenza di ciò, accadono spesso frane che cagionano terribili catastrofi nella valle.
DIABLINTI (lat. Diablintes) (etnogr.), — Popolo ri-
cordato da Giulio Cesare (B. G., in, 9) fra i Veneti e le altre tribù armoriche, a cui fu mossa guerra da essolui, posto tra i Morini e i Menapii, e indicato da Plinio (iv, 18) colla variante di Diablindi nella Gallia Lugdunense, che corrispondono probabilmente agli Aulerci Diauliti (Aulerci Diaulita) di Tolomeo (u, 8). Se ne può inferire la posizione approssimativa dall'enumerazione stessa di Plinio, che nota i Cariosveliti o Curiosoliti, i Diablindi e i Redoni, al che si aggiunge che la loro capitale era, giusta Tolomeo, la città di Neoduno (Nceodunum), detta poi nella Tavola Teodosiana Nudio o fru-dionno (Nudium, Nudionnum). L'elenco poi delle galliche provincie sotto l'Impero bizantino, al principio del v secolo dopo Cristo, detto nel linguaggio d'allora Notizia (Notitia), registra la città dei Dia-blinti (civitas Diablintum) tra quelle della Gallia Lugdunense, appellata la Terza (Tertia), ed un documento del secolo vii parla dei magazzini o granai diablintici (condita diàblintica) come situati nel territorio cenomanico (tn pago cenomanico, odierno Le Mane), ed un altro ancora dello stesso secolo dice con maggior precisione che la borgata dei Diablinti era presso la sponda del fiumicello Arena (oppidum Diablintes juxta ripam Arcence fluvioli). Gli archeologi ravvisarono cotesta Arena nell'odierno Aron, uno dei rami della Mayenne; e non lungi dalla città del medesimo nome, al S. E., vedesi un loghicciuolo che chiamasi Jubleins, ove si scopersero avanzi di romane antichità, e sono probabilmente quelli della summentovata città dei Diablinti, il cui territorio sembra essere stato piccolo, e quindi inchiuso in quello dei Cenomani, ossia nell'odierna diocesi di Mans.
Vedi : D'Anville, Notice de Vancienne Gaule ecc. — Walckenaer, Geogr. ecc. (voi. i, pag. 387).
DIAB0TAN0 (mai. med.). —• Medicamento od em-piastro di erbe, nel quale entrano moltissimi vegetali, che si adoperava anticamente come risolvente, maturante e fondente.
DIABROSI (patol). — Sinonimo di erosione. — Diabrostica dicesi quindi la sostanza che produce erosione della parte a cui venga applicata.
DIACALASI (patol). — Soluzione di continuità nelle suture del cranio, o separazione delle ossa che lo formano.
DIACARTA (bot.). — Pianta avente due spine sotto ogni foglia.
DIACARION (mat. med.). — Estratto medicamentoso che, al tempo di Galeno, si preparava con noci verdi e miele.
DIAGARTAMO (mat. med.). — Medicamento composto di cartamo, scammonea, zenzero, manna.
DIACAT0LIC0 (mat. med.). — Antico purgante universale, fatto con polpa di cassia e tamarindo, sena, rabarbaro, regolizia e finocchio.
DIACAUSTICA (ott.). — Nome delle caustiche per refrazione (V. Caustica). La cognizione delle leggi della refrazione permette di assegnare il luogo geometrico dei punti in cui i raggi che partono da uno stesso centro luminoso, situato in un meteo, vanno ad incrocicchiarsi dopo la loro refrazione in un altro mezzo separato dal primo in una data superficie curva. Malus è stato il primo che abbia risolto in un modo generale il problema delle caustiche.
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