Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (423/532)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      diaconia - diacono e diaconia
      421
      stodia di quella parte delle chiese ove solevano adunarsi le donne; perciocché a quel tempo i due sessi venivano scrupolosamente segregati nelle ce-remonie del pubblico culto. Nei tempi della persecuzione, quando era impossibile l'inviare un diacono alle donne per esortarle e confortarle, la diaconessa vi suppliva.
      Alcuni hanno asserito che le diaconesse ricevevano l'ordine col mezzo dell'imposizione, e si appoggiano a ciò, che il Concilio Trullano adopera il vocabolo greco /etpóroveiv (imporre le mani) per indicare la consacrazione delle diaconesse. Il Baronio però si fa a confutare una tale asserzione ed avvalora la sua opinione coll'autorità del canone xix del Concilio di Nicea.
      Xuttavolta noi abbiamo dal Concilio Calcedonense, che le diaconesse non si ordinassero prima dei quarantanni, età che non bastava ai tempi di 6an Paolo, il quale ne voleva sessanta. Inoltre Tertulliano nel suo libro De velandis virginibus e nel trattato Ad uxorem fa cenno dell'ordinazione delle diaconesse, e nell'ultimo parla di donne che non potevano maritarsi perchè ordinate dalla Chiesa, e qui notisi che le diaconesse erano vedove e non potevano passare a seconde nozze, e solo in progresso di tempo ve n'ebbero anche di vergini, per quanto ne riferiscono sant'Epifanio, Zonara e Balsamone.
      Dal fin qui detto non debbesi però conchiudere che le diaconesse nella loro ordinazione partecipassero veramente del sacramento dell'Ordine, perchè l'imposizione delle mani era bensì cerimoniale, ma non sacramentale; e fu errore dei Montanisti jo ammettere le donne all'onore del sacerdozio, di che fece lamento sant'Agostino nel suo libro De h&resibus.
      Non si ha precisa memoria quando le diaconesse cessassero, non essendo ciò avvenuto dappertutto contemporaneamente, quantunque il Concilio di Lao-dicea all'xi canone sembri abolirle. Attone, vescovo di Vercelli (x secolo), nota iu proposito che nei primi tempi della Chiesa il ministero delle diaconesse era necessario per l'istruzione delle donne pagane e per la suaccennata amministrazione del battesimo; ma che cessata questa necessità, dovette cessare l'istituzione.
      Pare che il numero delle diaconesse non fosse determinato. L'imperatore Eraclio ordinava che a Costantinopoli ve n'avessero quaranta nel maggior tempio, e sei solamente nella chiesa della Madre di Dio. NelY Euco logio greco trovasi ancora il rito «'idoperato nella benedizione delle diaconesse.
      Fino dal secolo xn non trovansi più diaconesse nella Chiesa d'Occidente, e in quella d'Oriente dal xiii. V'ha tuttavolta qualche vestigio ancora nella Chiesa greca di quest'instituzione in certe matrone le quali hanno l'incarico di presentare il pane e il vino all'offertorio della messa.
      11 nome di diaconesse, che si dà ancora in Grecia alle mogli dei diaconi, è un semplice titolo d'onore che non ha relazione ad alcun ministero religioso.
      DIACONIA (stor. eccl.). V. Diacono.
      DIACONICO (in lat. Diaconicum ed in gr. Aiotxovixov) (stor. eccl.). — Era un luogo accanto alla chiesa in cui si custodivano i vasi sacri e gli arredi pel culto divino, detto dipoi Sagrestia (V.), chiamatoperciò conclave, sacrarium, secretarium. 11 canone lxvi del Concilio Agatense chiaramente si esprime dicendo: Non oportet insacratos ministros licen• tiam habere in secretarium, quod Gr       Il Macri vuole che fosse un luogo ove il vescovo riceveva i pellegrini, appoggiato airEucologio greco.
      Diaconico è pure il nome di un libro nella Chiesa greca, contenente preci che cantansi nella messa e nelle ore canoniche dal solo diacouo, ed anche l'esplicazione delle funzioni a lui pertinenti (vedi Leone Allazio, De lib. eccl. grcec.).
      Finalmente appellasi diaconio dagli antichi scrittori ecclesiastici una parte del sacro tribunale o della sedia pontificale, ed è il luogo ove seggono i cardinali diaconi a destra ed a sinistra del pontefice, quando questi è nella sua cattedra.
      DIACONO e DIACONIA {gerarch. e stor. eccl,). — Nell'ordine ecclesiastico il diacono è un ministro immediatamente inferiore al sacerdote, cioè quegli che è promosso al secondo degli ordini sacri maggiori, detto diaconato. La parola diacono è desunta dal greco, nella qual lingua Staxovo? significa servo, ministro ; e infatti principale uffizio del diacono è di servire all'altare il prete o il vescovo nella celebrazione dei sacri misteri. Ma l'opportunità di questo nome si rende ancor più evidente dalla primitiva destinazione dei diaconi, che verremo brevemente esponendo, toccando della loro origine. Al tempo degli apostoli il numero dei cristiani crescendo di giorno in giorno, e quelli più non bastando a tutti i servizii della comunione dei fedeli, a far cessare le lagnanze che erano sorte sulla distribuzione delle elemosine, nel secondo Concilio di Gerusalemme fu rappresentato non essere conveniente che gli apostoli lasciassero le principali funzioni dell'apostolato per occupai sidei ministero delle mense e delle limosine, ed occorrere perciò che si scegliessero sette uomini savii, irreprensibili e ripieni dello Spirito Santo, i quali avessero a sgravarli di quello cure, ond'essi potessero attendere unicamente alla pi eghiera e alla predicazione del Vangelo. La proposizione fu da tutti applaudita; e vennero all'istante eletti Stefano, che fu poi protomartire, Filippo, Procoro, Nicànore, Timone, Par-mena e Nicolao, proselito di Antiochia, giunto da pochi giorni in Gerusalemme. Presentati quindi agli apostoli, questi imposero loro le mani ; e pregando Dio che li rendesse degni del ministero loro commesso, li chiamarono diaconi (Atti, vi). Pertanto primo ufficio di questi diaconi si fu di amministrare i proventi della Chiesa, che allora consistevano nelle pie offerte dei fedeli, di sovvenire ai poveri, alle vedove ed ai pupilli, e di assistere gl'infermi e gl'indigenti negli ospizii loro affidati, che da essi presero il nome di diaconie. Altro ufficio poi parimenti loro proprio era quello di preparare e sovran-tendere le mense dei fedeli, servizio che metteva naturalmente nelle loro mani la preparazione dei santi misteri che allora celebravansi nei banchetti comuni, come anche l'amministrazione dell'eucaristia, che dispensavano ai convitati e che portavano agli assenti. Ciò che facevano nelle Agapi (V.) il fecero dappoi agli altari, presentandovi il pane e il vino del sacrifizio insieme colle offerte dei fedeli
     


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

Pagina (423/532)






Concilio Trullano Baronio Concilio Nicea Concilio Calcedonense Paolo Tertulliano Chiesa Epifanio Zonara Balsamone Ordine Montanisti Agostino Concilio Lao-dicea Vercelli Chiesa Eraclio Costantinopoli Madre Dio Y Euco Chiesa Occidente Oriente Chiesa Grecia Diacono Sagrestia Concilio Agatense Macri Eucologio Chiesa Leone Allazio Staxovo Concilio Gerusalemme Spirito Santo Vangelo Stefano Filippo Procoro Nicànore Timone Par-mena Nicolao Antiochia Gerusalemme Dio Atti Chiesa Agapi