Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      diadema — diafonia
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      gior parte delle papilionacee, nella famiglia delle leguminose. D'ordinario questi dieci stami si saldano in due fascetti assai disuguali, giacché nell'uno si uniscono nove, e l'altro non è formato se non da un solo stame libero, come si può vedere nei fiori di pisello e di fagiuolo.
      DIADEMA (StaSéw, io ricingo, e significa una benda di seta o di lana, che la favola dice inventata da Bacco, per sollievo del mal di capo prodotto dal bere eccessivo. Il diadema delle divinità e dei re dell'Egitto portava il simbolo del serpente sacro. Presso i Persiani intrecciavasi intorno alle tiare dei re, ed era purpureo e bianco. Il diadema di Bacco, massime del Bacco indiauo, quale si scorge in monumenti molto antichi, consisteva in una benda larga a varie pieghe che circondava la fronte e le tempia, e legavasi dietro coi capi spenzolanti. Dispiegata, formava un velo, e perciò dai Greci fu spesso chiamata calyptra, cioè velo. Venne di poi attribuita ad altre divinità, e in ultimo divenne ornamento dei re. Da principio era strettissima. Alessandro il Grande adottò il largo diadema dei re persiani, i cui capi pendevangli sulle spalle ; e questo segno di dignità regale fu ritenuto da' suoi successori. Nelle antiche medaglie vedonsi pure regine col diadema ma coll'aggiunta di un velo. I primi imperatori romani se ne astennero, per timore di offendere il popolo. Primo ad usarlo fu Costantino il Grande, che vi aggiunse nuovi ornamenti. D'allora in poi fu adorno di una o due file di perle e di pietre preziose, sicché venne ad assomigliarsi alquanto al turbante dei Turchi.
      DIADKSSIA o DIADOCHE (patol.). — Mutamento di una malattia in un'altra, che ne differisce per natura e per sede; mentrecchè nella metastasi il mutamento avviene solo nella sede o nella forma.
      DIADOCHITE (miner.). — Associazione di fosfato e solfato di ferro, reniforme e stalattitica, con struttura lamellare, con elementi curvilinei.
      DIADUMENIANO Marco Opelio Antonino (biogr. e numism.).—Figliuolo di Macrino, proclamato imperatore dai soldati allorché Caracalla fu ucciso,
      Fig. 2078. — Medaglia di Diadumeniano. Grandezza vera (rame, gr. 345 1/4).
      l'anno 217. Dopo l'esaltamento di suo padre al seggio imperiale, Diadumeniano, il quale trovavasi allora in Antiochia, fu proclamato cesare dai soldati e confermato dal Senato. Non aveva ancora compiuti dieci anni, ma si vuole ch'egli fosse avvenente e gentile della persona. 11 regno di Macrino durò soltanto quattordici mesi. Una ribellione militare eccitata da Mesa, zia di Caracalla, che bramava di porre sul trono il proprio nipote Bassiano, dettoEliogabalo, essendo stata causa della caduta di quell'imperatore, che venne sconfitto presso Antiochia, e poscia fatto prigioniero, Macrino si uccise di sua mano, e Diadumeniano, il quale era fuggito, fu preso ancor esso e posto a morte (anno 218). È stato posto nel novero degl'imperatori, perchè narrasi che suo padre negli ultimi giorni del suo regno lo proclamasse Augusto e suo collega nell'impero (Lamprid., Hist. Aug.; Dion., Epitome).
      DIAFANO (fis.). — Questo nome è sinonimo di trasparenza e l'opposto di opaco, e deriva dai vocaboli greci Sia attraverso, e       Diconsi corpi diafani o trasparenti quelli che possono essere attraversati dalla luce da una superficie all'altra, e che lasciano vedere distintamente attraverso alla loro sostanza tutte le forme degli oggetti. I gas, i liquidi e la maggior parte dei corpi cristallizzati sembrano in generale godere di una perfetta diafaneità quando è tenuissima la loro massa, giacché sono assolutamente incolori, e permettono di distinguere non solo le forme degli oggetti, ma ancora tutte le gradazioni delle loro tinte. Ciò non di meno i più diafani di questi corpi j diventano colorati quando aumentano di grossezza, poiché allora assorbono una parte della luce da cui vengono attraversati. Così una goccia d'acqua è perfettamente limpida, mentre l'acqua presa in massa è azzurra o verde (V. Colorazione dei corpi e Trasparenza). L'affievolimento cui va soggetta la luce nello attraversare i corpi diafani è assai considerevole, e si calcola, per esempio, che un osservatore il quale sarebbe immerso nel mare più diafano alla profondità di 45 o 46 metri, non troverebbe maggior splendore alla viva luce del sole, che non troviamo alla luce della luna.
      Nel linguaggio comune si applica il nome di trasparente così ai corpi diafani come ai translucidi; ma propriamente parlando si chiamano translucidi quei corpi che trasmettono bensì una parte della luce che ricevono, ma che non permettono di distinguere nè la distanza, nè la forma degli oggetti. Tali sono i vetri appannati, la carta sottile, le corniole, ecc. Questi corpi sono anche detti semitrasparenti.
      DIAFANOMETRO (fis.). — Apparecchio ideato da De Saussure, per riconoscere le differenze e le variazioni della diafaneità nell'atmosfera.
      DIAFENICO o DIAFENICENE (farm.). — Nome di un elettuario purgante composto di datteri, zenzero, pepe bianco, macis, cannella, foglie di ruta, radice di turbito, semi di carota, di finocchio, e scammonea. Tale elettuario è oggidì fuori d'uso, benché si trovi ancora in alcune farmacopee.
      DIAFISI (anat.). — Ciò che si divide in due parti,
      0 ciò che sta fra due parti (V. Apoflsi ed Epifisi).
      DIAFONIA (mus.). — Denominazione data dai Greci
      ad ogni intervallo o accordo dissonante, perciocché
      1 due suoni, urtandosi a vicenda, si dividono, per cosi dire, e fanno sentire spiacevolmente la loro differenza.
      Nella rivoluzione musicale che ebbe luogo al risorgimento della civiltà europea, dopo le irruzioni dei Barbari in Italia, la parola diafonia prese un altro significato, di cui si è fatto menzione nell'articolo Armonia (V.),
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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