Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      diagridio — dialetti greci
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      perfetta; le considerazioni colle quali vi si giunge, e le ragioni che determinano i pratici a cercare i mezzi di soprariscaldamento, le diremo poi ; per ora, due diagrammi ancora e nulla più. Questi due diagrammi, riferentisi alle macchine a vapore soprariscaldato (terza e quarta classe), trovatisi tutti e due indicati dalla fig. 2092. Differiscono da quellidelle macchine a vapor saturo (prima e seconda classe) in ciò, che il vapore, dopo d'essere arrivato saturo nel cilindro sotto la pressione OA, ed occupatovi il volume viene sotto la stessa pressione riscaldato per modo da fargli acquistare, oltre ad una temperatura maggiore di quella corrispondente allo stato saturo, cioè alla pressione OA = t>i B - v2<\ il volume maggiore ; per le macchine della terza classe la curva CD è curva di espansione adiabatica; per le macchine della quarta classe la CD è curva di espansione isotermica; essendo le equazioni delle adiabaticlie ed isotermiche per i vapori soprariscaldati quelle state date più sopra.
      Egli è provato che l'effetto utile delle macchine a vapore aumenta, cioè si accosta all'unità, venendo dalle macchine della prima classe a quelle della quarta. Le macchine a vapore soprariscaldato sono preferibili alle macchine a vapore saturo ; è sempre conveniente e nelle une e nelle altre l'impiego di una camicia d'aria calda o di vapore esternamente al cilindro.
      Tralasciamo per ora i diagrammi delle macchine a vapore speciali, come quelli delle macchine a vapore con rigeneratore, quelli delle macchine a vapori combinati, ecc. ecc.
      Y. Conclusione. — Intorno ai diagrammi teorici esposti, tanto delle macchine a gas come delle macchine a vapore, converrebbe ancora far vedere il modo di valersene per il calcolo di un motore a stabilirsi, cioè il modo di determinare con essi la pressione media, colla quale il fluido opererebbe sulla faccia dello stantuffo; il diametro da assegnarsi al cilindro motore; le quantità del calore speso, del calore sparito, del calore versato nel condensatore ; i coefficienti dell'effetto utile del fluido, e dell'effetto utile finale del motore, e, per es., trattandosi di macchina a vapore, il peso di vapore consumato e d'acqua fredda necessaria alla condensazione, la temperatura dell'acqua da estrarsi dal conden- jsatore, ecc. ecc.; ma un breve articolo non può divenire un trattato ; ci basta aver fatto conoscere l'importanza dei diagrammi teorici, e sulle loro rivelazioni, quando essi vengono descritti dalla macchina stessa, avremo in seguito ad occuparcene, quando parleremo di ciascun gruppo di macchine a fuoco.
      DIAGRIDIO (mat. med.). Y. Scammonea.
      DIALE FLAMINE {archeol.). — Sacerdote speciale di Giove presso i Romani (V. Flamini).
      DIALETTI. V. Lingua.
      DIALETTI GRECI (filol.). — La lingua di cui i dotti ebbero maggiormente a studiare i dialetti, quella che più comunemente dà luogo a far uso di questa pa-1 ola nelle scuole, è senza dubbio la greca. Sparsa altre volte non solamente in Grecia ma eziandio in una gran parte dell'Asia Minore, dell'Italia meridionale e della Sicilia, e in altre contrade abitate da colonie greche, questa lingua, al dire di Butt-mann, profondissimo grammatico, ha avuto come tutte le altre diversi dialetti, i quali possono ridursi a due precipui, il dorico ed l'ionico che prendono il nome dalle due razze principali della nazione.
      La razza dorica era la più considerevole e fondò la maggior parte delle colonie. Quindi il dialetto dorico era in uso in tutta la Grecia interna, in Italia e in Sicilia. Questo dialetto, col suo a lungo che vi predominava, produceva all'orecchio un effetto che i Greci chiamavano 7rXaTeiaa;/.ó; (pronunzia larga), ed era in generale meno coltivato che l'ionico. Il dialetto eolico era un ramo del dorico. Esso pervenne per tempo ad un certo grado di perfezione, particolarmente nelle colonie eoliche dell'Asia Minore e nelle isole vicine. Tuttavia questa perfezione fu probabilmente toccata nella sola poesia.
      La razza ionica abitò da principio l'Attica, donde mandò colonie sulle coste dell'Asia Minore. Ora, siccome coteste colonie precedettero la metropoli e tutti gli altri Greci nella coltura della mente, cosi i loro abitanti furono chiamati Ionii per eccellenza, e il loro dialetto fu qualificato ionico. Finalmente essi e il loro dialetto ritennero esclusivamente i nomi di Ionii e d'ionico, mentre gl'lonii primitivi dell'Attica si chiamarono Attici. 11 dialetto ionico vinceva in dolcezza tutti gli altri dialetti a cagione delle molte sue vocali. Ma il dialetto attico, che cominciò a svilupparsi alquanto più tardi, lo vinse ancora, avendo saputo evitare con una delicatezza particolare tanto l'asprezza dorica quanto la mollezza ionica. Ciò non pertanto, sebbene la razza attica fosse il vero ceppo delle colonie ioniche, si riguarda il dialetto ionico di quelle colonie dell'Asia Minore come madre del dialetto attico, perchè la perfezione dell'ionico si riferisce ad un tempo in cui l'ionismo si allontanava ancora pochissimo dall'attica lingua ionica comune. La superiorità e la delicatezza del dialetto attico sono soprattutto notevoli nella sintassi, nella quale esso vince non solamente tutti gli altri dialetti della lingua greca, ma eziandio tutte le altre lingue, per una felice concisione, per una singolare correlazione delle idee principali e per una specie di moderazione nelle asserzioni e nei giudizii, che dai modi gentili della società era passata nella lingua.
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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