Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
dialisi
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Il fenomeno della dialibi fu interpretato dal Graham nel modo seguente: le sostanze colloidali del diaframma formano coli'acqua idrati solidi ed insolubili, che sono vere combinazioni chimiche, le quali, per quanto debolis-ime d'intensità, purè non sono decomposte dalle sostanze colloidali, per la poca affinità che queste hanno per l'acqua. I cristalloidi invece, che sono dotati per l'acqua di un'affinità maggiore, possono assorbire, molecola per molecola, l'acqua degli idrati colloidi, acquistando così un mezzo diffusivo che permette loro di attraversare il diaframma. Ma qualunque sia l'azione propria che voglia attribuirsi al diaframma colloidale, l'interpretazione del fenomeno, cioè il fatto della separazione per diffusione delle sostanze colloidi dalle cristalloidi non sembra possa essere diveisa di quella con cui si spiegano i fenomeni di diffusione attraverso membrane o diaframmi porosi, e che potrebbe eziandio applicarsi a tutti i fenomeni di diffusione già noti, riconoscendoli puramente siccome un movimento molecolare che si compie nelle ultime particelle della materia nell'atto della loro giustaposi-gione. La quale interpretazione, nettamente espressa dal Dubranfaut (Compt. rend. de VAcadémie des Sciences, tornata del 12 novembre 1866, e Annales de Chim. et de Phys., 4a serie, t. x, pag. 145, 1867), e compresa già nelle memorie del Priestley (1777) sulla diffusione, identificherebbe con questo fenomeno, senza però confonderli tra essi, tanto l'endosmosi di Dutrochet quanto la dialisi del Graham, riconoscendoli come casi speciali di uno stesso fatto generale. Se come principio potrebbe quindi essere controversala novità del trovato, come applicazione speciale all'analisi chimica non sembra doversi confondere con precedenti scoperte ; e, mentre sarebbe arrischiato negare che lo scienziato inglese abbia tratto profitto ne' suoi studii dai lavori di Priestley, Dutrochet, Dòbereiner, Mittchel, Sommering, Du-brunfaut e di altri, sarebbe ingiusto disconoscere il merito di aver introdotto nella pratica del laboratorio un mezzo comodo e sicuro per conseguire risultati d'un'importanza incontrastabile.
Dializzatore è il nome dell'apparecchio che serve alla dialisi. Esso è costituito da una specie di staccio, o piuttosto da un fondo di staccio o tamburello, alto 5 a 6 centimetri, col diametro di 20 a 25, formato da una lamina di legno o meglio di guttaperca piegata in circolo e da un foglio di pergamena vegetale (carta pergamenata) stesavi e legata con più giri di refe; il che si pratica facilmente tutta volta che il foglio sia reso umido. Il cerchio di guttaperca può essere surrogato da uno analogo di vetro, o da un recipiente di vetro senza fondo, capace di farne le veci, come si vede nella*figura 2093. Prima di fissare il diaframma al cerchio è necessario assicurarsidella sua buona preparazione e che non sia forato in nessuna parte. A tal uopo si passa una spugna imbevuta d'acqua distillata sopra una superficie del foglio, e si osserva che l'acqua non filtri minimamente e bagni la superficie opposta; se ciò accadesse, sarebbe necessario passare un pennello intriso in una soluzione di albumina.sulla parte del foglio rtie si lasciò infiltrare dall'acqua, quindi riscaldare gradatamente ed a sufficienza la carta pergamenata, finoa coagulare lo strato d'albumina. Un metodo più
sicuro, seguito da molti, è quello di spalmare addirittura con un leggero strato d'albumina l'intiera pagina del foglio di carta pergamenata, e fan-eia quindi coagulare con opportuno riscaldamento. Si capisce che il foglio dev'essere di alcuni centimetri più largo del cerchio su cui deve adattarsi, tanto da rimanerne una porzione anche al di là del filoFig. 2093.
che ha servito per legarlo. Nel dializzatore cosi preparato si ver?a il liquido sopra cui vuoisi sperimentare , in guisa però da formare uno strato alto un centimetro o poco più. Si mette quindi a galleggiare sull'acqua distillata contenuta in un recipiente più ampio ed in quantità sufficientemente grande per favorire il passaggio di tutti i materiali diffusibili del miscuglio in esperimento; le sostanze colloidali rimangono nel dializzatore. Qualora il diaframma non sia alterato per la natura dei liquidi con cui venne messo in contatto, lo stesso dializzatore può servire a più operazioni: basta, dopo averlo ben lavato, lasciarlo ventiquattrore in contatto dell'acqua distillata, affinchè , il diaframma possa spogliarsi di qualunque traccia di materia cristalloide che vi potesse essere rimasta aderente. La durata di un'operazione essendo connessa con varie condizioni, non può essere determinata che dai successivi assaggi eseguiti sopra il liquido dia-lizzato. Quanto più la materia sarà diffusibile, tanto maggior quantità ne verrà dializzata nell'unità di tempo e di superficie del dializzatore, sperimentando in condizioni identiche. In ogni caso però non è prudente lasciare il dializzatore immerso nello stesso liquido oltre le ventiquattr'ore.
Graham, con soluzioni contenenti 2 grammi di materia secca e formanti uno strato di un centimetro di altezza sopra un diaframma colloidale della superficie di un decimetro quadrato, ottenne in ventiquattr'ore, con temperatura costante di 12" c., i risultati seguenti (vedi Annales de Chim. et de Phys 3a serie, t. lxv, p. 168): •
Mat. secca Rapporto
grammi NaCl 1
Cloruro di sodio . . . . 1,657 1,000
Acido picrico . . . 1,690 1,020
Ammoniaca . . . . . 1,404 0,847
Teina..... 1,166 0,703
Salicina..... . . 0,835 0,503
Zucchero di canna . . . 0,783 0,472
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