Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIAMANTE
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osservato in queste due località che i diamanti ricoperti da una crosta verdastra sono quelli che presentano la più bell'acqua dopo di essere stati tagliati. Un fatto ugualmente degno di attenzione si è l'uniformità colla quale sono disseminati, di maniera che dalla massa del cascalho si può giudicare della quantità dei diamanti che vi sono rinchiusi. La ricerca dei diamanti è libera alle Indie, roeuo un diritto da pagarsi ai capi delle contrade nelle quali se ne fa l'estrazione ; ma al Brasile il Governo l'ha riserbata per sè, ed impiega in questo lavoro schiavi negri concessigli in affitto da particolari che ne hanno il privilegio. Sono essi vegliati con grandissima cura; ciò non ostante trovano il mezzo di sottrarre e di vendere ai contrabbandieri i diamanti più belli. Quando trovano un diamante devono alzare le braccia e battere le mani ; allora l'ispettore accorre per prenderlo. 11 negro riceve un premio ad ogni diamante che trova ; ma se ha la sorte di trovarne uno il cui peso ecceda 14 carati, viene incoronato di fiori e condotto davanti all'amministratore, che lo mette immantinente in libertà, dandogli inoltre un abito nuovo.
1 diamanti che si ricevono dalle diverse miniere del distretto di Tejuco vengono deposti ogni mese nel tesoro di questa città. Dal 1730 al 1814 il prodotto annuo fu di 36,000 carati; nei soli anni 1801 al 1806 ascese a 19,279 carati. Paragonando questo prodotto alla spesa del Governo, ne risulta che il carato grezzo costa circa 40 lire di estrazione. Il contrabbando è valutato al terzo del prodotto precedente, co icchè l'Europa riceve annualmente dal Brasile da 25 a 30,000 carati di diamanti (il carato corrisponde a 4 grani, ossia 206 niilligr. circa). I diamanti che a motivo della loro piccolezza o dei loro ditetti non servono pegli usi della gioielleria, si vendono 30 o 36 lire il carato. I piccoli diamanti grezzi, di buona forma per il taglio, si vendono in ragione di 48 lire il carato ; ma se pesano più di un carato si ottiene il valore moltiplicando 48 lire, prezzo del carato, per il quadrato del peso : così un ¦diamante di 10 carati vale 48 x 102 = 48 x 10 x 10, ossia 4800 lire. Queste basi servono soltanto pei diamanti grezzi. Per valutare un diamante tagliato si considera ch'egli abbia perduto nel lavorarlo la metà del suo peso ; quindi il suo valore è uguale a quello di un diamante grezzo di peso doppio ; ora, poiché il valore di un diamante grezzo è dato dal prodotto di 48 lire moltiplicate per il quadrato del peso del diamante, così chiamando p il peso del diamante tagliato, sarà 2p il peso del diamante grezzo corrispondente , ed il valore cercato sarà espresso da 48 x (2p)9 = 48 x 4 x zz 192 x p9. Dunque si otterrà il valore di un diamante tagliato moltiplicando 192 lire per il quadrato del suo peso espresso in carati : se, per esempio, questo peso è di cinque (tarati, il valore di cui si tratta sarà di 192 x 5? = 195 x 5 x 5 rz 4800 lire, che è il prezzo precedentemente trovato di un diamante grezzo del peso di dieci carati. I brillanti di tre carati sono molto ricercati dai gioiellieri, che li pongono al centro delle collane; il loro prezzo varia da 1700 R 1950 lire. Sono preziosi i diamanti di 5 a 6 carati; quelli che pesano da 12 a 20 carati sono rari. Oltre a questo peso il valore dei diamanti .tagliatinon va soggetto a regola fissa, e dipende dal volume, dalla forma, dalla tinta, ecc.
Pochissimi sono i diamanti il cui peso ecceda 100 carati. Tuttavia se ne citano alcuni di un volume straordinario. Il diamante del raja di Matan, nelle Indie orientali, è di bell'acqua e pesa 367 carati. Un governatore di Batavia volle faine l'acquisto, ed offrì 800,000 lire, con due navi da guerra armate ed altri oggetti senza poterlo ottenere.
Il diamante del Gran Mogol pesa 279 carati e mezzo ; è limpido e di bella forma ; ha però un difetto sull'orlo inferiore. Tavernier ne fa ascendere il valore a 11,723,000 lire. Questo diamante è stato trovato, nel 1550, nel regno di Golconda, e dicesi che prima del taglio avesse un peso di 900 carati.
L'imperatore di Russia possiede un bellissimo diamante del peso di 195 carati, acquistato nel 1772 da un negoziante greco. Si crede che formasse uno degli occhi della famosa statua di Scheringan nel tempio di Brama, e che un soldato francese di un battaglione che trovavasi all' India, essendo passato al servizio del Malabar, abbia potuto involare questo tesoro dalla pagoda e rifuggirsi a Madras. Fu dapprima venduto per 300,000 lire, e dopo varie vicende giunse alle mani dell'imperatrice di Russia, che lo pagò 2,160,000 lire, e conferì al venditore una pensione vitalizia di 96,000 lire annue.
Il diamante detto del granduca di Toscana, e che ora appartiene all'imperatore d'Austria, pesa 139 carati ; è leggermente tinto di giallo, ed ha un valore di 2,600,000 lire.
Il diamante della corona di Francia chiamato il reggente o il pitt è per la sua forma e per la sua limpidezza uno dei più bei diamanti conosciuti. Proviene dalla miniera di Fasteal nell'antico regno di Golconda, e pesa 136 carati e 8/4. Il duca d'Orléans, reggente nella minore età di Luigi XV, lo ebbe nel 1717 da un inglese per nome Pitt, e lo pagò 2,250,000 lire. Posto in pegno ai tempi della Rivoluzione, questo diamante fu riscattato dal Governo consolare ; poscia Napoleone, fatto imperatore, lo pose nell'elsa della sua spada, ed oggi ancora seguita a far parte dei giojelli della corona di Francia, tra i quali è un altro bellissimo diamante detto il sancy, che il barone di Sancy, ambasciatore di Francia a Costantinopoli, comprò al prezzo di 600,000 lire.
Fra gli oggetti preziosi presi dagli Svizzeri a Carlo il Temerario dopo la rotta di Granson (anno 1476), che precedette di poco quella di Morat, furono due bellissimi diamanti, dei quali uno grosso come la metà di una noce, venduto a principio per tre scudi, fu poi comprato da Lodovico Sforza, detto il Moro, duca di Milano, per 14,000 ducati; ne fece quindi l'acquisto papa Giulio II per 20,000 ducati, e serve d'ornamento alla tiara pontificia; l'altro, dopo di avere appartenuto ad Arrigo Vili d'Inghilterra, fu portato in Ispagna da sua figliuola Maria, ed oggi appartiene alla casa d'Austria.
11 capitano inglese Burnes, durante il suo soggiorno a Labore nel 1830, vide nel tesoro del principe Runget-Sing il famoso diamante chiamato kohinour o montagna di luce, il quale è della più bejracqua e grosso come la metà di un uovo ; ora è di spettanza della regina d'Inghilterra.
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