Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIAMILOSSALICO ACIDO - DIANA (LA)
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di dividere in due parti uguali le linee condotte parallelamente all'asse delle y fra due punti dfellacurva, ovvero che dividono in parti eguali una serie di corde parallele. Quando il diametro è perpendicolare alle ordinate, prende il nome di asse.
SottoSezioni coniche (V.) si accennano le proprietà speciali di questi diametri e dei diametri conjugati.
DIAMILOSSALICO ACIDO (chim.). — Si forma per l'azione dello zinco granulato su mescolanza a parti uguali di ossalato etilico e joduro di amile, scaldata a 70°.
DIANA (mit.). — Dea che fu anticamente adorata a Roma e in tutta Italia. E stato osservato dai dotti che il solo mezzo sicuro per definire gli attributi delle divinità è l'origine etimologica dei nomi, come pure fu notato che ciascun e l e m e n to della natura ha somministrato a i Romani due divinità, una maschio e l'altra femmina. Cosi Dianus e Diana sono, pro-priamente parlando, due aggettivi , derivati da dies giorno, o, forse, originariamente luce, appunto come quoti-dianus da quoti-die, e in tal modo erano nomi appropriati del dio e della dea della luce, il primo rap-presentando il sole, ossia la luce maggiore, e la seconda la luna. Dianus, per facile mutazione, sarebbe divenutoJanus, come sap- 2095. — Diana
piamo che Diana
l'u già trasformata dai contadini in Jana nei loro inni alla luna nuova, cominciatiti per Jana novella.
Siccome il cacciatore d'Italia trovava la notte più favorevole a' suoi passatempi che il giorno,
Manet sub Jove frigido Venator teneree conjugis immemor,
Diana, ossia la luna, divenne naturalmente la protettrice della caccia e perfino dei boschi. Similmente, come dea dellaluce, era invocata nei puerperii, dandole il nome di Lucina, voce che significa appunto lo stesso che Diana, come quella che deriva dalla radice lue (luce); e l'identità delle due dee viene stabilita dalla forma contratta del nome Luna, altra denominazione di Diana. Questa dea aveva un tempiosul monte Aventino e un altro presso Aricia. Veramente il culto di lei appartiene in senso ristretto al Lazio e alla plebe di Roma. 1 Greci ebbero una divinità corrispondente, conosciuta sotto il nome di Artemide (V.).
DIANA (chim.). — Gli alchimisti davano questo nome all'argento, e dassi ancora quello di alberò di Diana o albero della Luna ad una bella cristallizzazione formata dall'argento disciolto nell'acido nitrico (azotico) e precipitato da un altro metallo (V. Alberi metallici).
DIANA ( Cercopithecus diana G eoff. ; Simia dianah.) (zool). — È questa una specie di quadrumani, cosichiamata per una striscia che ha sulla fronte a foggia di mezzaluna, e simile all'ornamento che i poeti e i mitologi attribuiscono alla dea della caccia. Essa è una delle scimie più gentili e graziose che si so-gliano vedere nei serragli. Nulla sappiamo delle sue abitudini in istato di natura. Un individuo che trova-vasi nei Giardini zoologici di Londra si accostava scherzoso anzi che no e affatto famigliare. È nativa dell'Africa occidentale, e Mar-grave e altri naturalisti dicono che abita nelle foreste del Congo e della Guinea. Ha la lunghezza di 5 decim. circa senza contare la coda, ch'è assai {Cercopithecus diana). lunga e ghigne
a 6 decimetri. È di un colorito singolarmente variato e grazioso. Il capo, il collo, i lati e la metà inferiore del corpo sono di un cinerino scuro, che si fa sempre più cupo nelle parti esterne de' membri e della coda, e passa finalmente in un nero intenso alle estremità. La faccia e le orecchie sono pure di un nero intenso. Oltre all'accennata striscia frontale, questa scimia ha larghe ciocche di peli bianchi ai lati della faccia e sul mento, che cosi si trova ornato di una barba schiacciata, della lunghezza di 50 a 72 millim. Il petto e l'interno delle braccia sono pezzati di bianco, e il ventre di rancio chiaro.
DIANA (albero di). V. Alberi metallici (chim.).
DIANA (la) (art. mil. e marin.). — Quel suono di trombe o di tamburi che chiama sul far del giorno
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