Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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diarreasuccede quando per una fistola tra la vescica urinaria e l'intestino retto queste parti comunicano insieme; !a cruenta, nella quale si evacua sangue misto a muco, siero o feccie, che si osserva nei bambini travagliati da dentizione laboriosa, negli scorbutici, . nelle febbri putride, ecc., e che si deve distinguere dalla melena, dalla dissenteria e dalle emorroidi; la celiaca, nella quale si evacua un umore bianco
0 cenericcio, creduto dagli antichi chilo, ma dai moderni considerato qual prodotto di secrezione anormale della mucosa intestinale, comune nei bambini e nei vecchi dopo diarrea infiammatoria ribelle, nella tabe mesenterica, o nelle affezioni croniche dei visceri addominali ; la purulenta, che si manifesta in seguito ad ascessi aperti dei visceri del basso ventre; finalmente la lienterica, nella quale si evacuano le sostanze alimentari quasi immutate, e che può essere prodotta da cause che disturbino momentaneamente il processo della digestione ; ma qualora apparisca sul fine di malattie croniche ribelli, annunzia un prossimo fine. Quando però si nomina semplicemente la diarrea, intendesi l'escrezione frequente di materie fecali più o meno alterate e liquide. Annunziano la diarrea : languidezza, oppressione al ventricolo, tensione degl'ipo-condrii, polsi ristretti, minuti ed anche intermittenti ; dolori colici ad intervalli, nausee o sforzi di vomito, seguite da scariche abbondanti liquide e ripetute. Altre volte mancano questi prodromi, eccettuata la languidezza e le nausee, e non si sente dolore alcuno. Le urine scarseggiano o si sopprimono ; talvolta le scariche di ventre sono seguitate da bruciore all'intestino retto. La diarrea può durare per giorni, settimane, mesi ed anni, e quando essa si protrae a lungo, l'infermo rimane scarno, pallido e sfinito, manifestasi edema alle estremità, la cute ingiallisce, sopprimonsi le altre secrezioni naturali ed abituali, sovraggiunge febbre continua,
1 capelli cadono, frequenti deliqui sovraggiungono, e l'infermo muore di tabe, idrope, od improvvisamente ; esacerbandosi il male, si produce la gangrena.
Le lesioni riscontrate sui morti di diarrea sono : spandimento di siero sotto la cute o nella cavità addominale; intestini arrossati, lividi o gangrenati ; ghiandole del Peyer e delBrunner tumide, ulcerate; ostruzione delle ghiandole del mesenterio; lesioni più o meno gravi e profonde ai visceri del basso ventre, erosione della mucosa degl'intestini, rammollimento di queste parti, e simili. Sono più soggetti alla diarrea i bambini e i vecchi, gli abitanti dei paesi caldi ed umidi, e per conseguenza questa è più frequente nella state e nell'autunno. Tutte le sostanze che malamente si digeriscono e le cause che valgono a sturbare la digestione, tutto ciò che può irritare la mucosa degl'intestini, valgono talvolta a provocare la diarrea, la quale sarà tanto più ostinata quanto più permanente sarà la causa che la provoca. Quindi le frutta immature, i cibi indigesti, l'abuso di purganti, le sostanze velenose, le fatiche eccessive di corpo o di mente, gli eccessi di venere, le commozioni violente dell'animo, il cordoglio, la soppressione della traspirazione cutanea, la retrocessione di esantemi o d'impetigini, la cicatrizzazione di ulcere abituali o cauterii, la dentizione, le febbri intermittenti, le malattie in-
fiammatorie del basso ventre o delle altre parti, la tabe, sono le cause occasionali della diarrea. La causa prossima si può riporre ora in una semplice perturbazione nervosa accelerante il moto peristaltico; ora in una irritazione od infiammazione degl'intestini ; ora in uno stato di sfiancamento e debolezza di queste parti. Riguardo alla prognosi, la diarrea può essere talvolta salutare; come, per es., nella dentizione dei bambini (purché sia moderata), sul fine di malattie infiammatorie, ove sia accompagnata da diminuzione di tutti i sintomi, quando la digestione venne turbata, o che si espellono con essa vermi, sostanze velenose od acri, nell'idrope, sul fine delle affezioni tifoidee, qualora specialmente non sia eccessiva e troppo protratta. La soppressione repentina della diarrea può provocare turbe assai gravi ed anche infiammazioni viscerali pericolose; e qualora essa sia abituale, vale a cagionare la mania, l'apoplessia o convulsioni violente. Anche nelle febbri consuntive la diarrea vuoisi moderare, ma non frenare intieramente; in caso diverso si accelera il momento fatale. In generale, la diarrea che non dura più di tre giorni e non disturba di nottetempo non esige alcun rimedio. Invece la diarrea eccessiva troppo protratta, od esauriente le forze dell'individuo, dev'essere prontamente e con efficacia combattuta; è di pessimo augurio quella che ha luogo ad insaputa dell'infermo; che è accompagnata da febbre gagliarda o «delirio, singhiozzo o melenismo. Riguardo poi alle varie specie, la diarrea saburrale può essere soltanto pericolosa qualora duri troppo a lungo; quella prodotta da drastici o veleni per se stessa non è a temersi, ove la sostanza venefica non sia atta a produrre altri sconcerti; la verminosa e l'adiposa sono di poca conseguenza ; l'acida nei bambini fa temere di ga-stromalacia; la sierosa non è grave per sè, ma può degenerare in dissenteria o diarrea cronica; è assai pericolosa quella che è provocata da retropulsione di esantemi, gotta, reumatismo od artrite ; l'emorroidale è per lo più salutare ; la cruenta assai dubbia: la celiaca e la lienterica sono per lo più fatali. Nella cura della diarrea vuoisi badare prima di tutto ad allontanare le cause che valsero a provocarla; quindi se essa sia sostenuta dalla presenza di materie irritanti negl'intestini, queste voglionsi espellere con blandi evacuanti ; se provocata da una condizione irritativa o flogistica di essi, si avrà ricorso ai demulcenti e blandi antiflogistici, al riposo ed alla dieta assoluta; se poi siavi atonia congiunta ad eccessivo eretismo nervoso, come talvolta accade, la corteccia di radice d'ipecacuana, gli oppiati, i clisteri narcotici ed astringenti, la polvere del Dower, l'elettuario diascordio, la confezione giacintina, le fomentazioni aromatiche sull'addomine, le frizioni con sostanze spiritose, e quindi il rabarbaro torrefatto, la radice di colombo, l'arnica, la tormentilla, la simaruba, la cascarilla, l'angustura, la ratania, il concino, la gomma china, l'allume, il ferro, il solfato di ferro, la noce vomica sono raccomandati. Inoltre se la diarrea presenta una periodicità regolare, si combatterà colla corteccia del Perii e coi suoi sali ; la celiaca e purulenta si modererà soltanto cogli oppiati ed astringenti ; la lienterica esige i brodi nutrienti, i tonici, gli amari, il lichenet^iOOQLe
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Peyer Brunner Dower Perii
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