Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
diarrea — diasporo
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islandico, i narcotici, benché tutto riesca indarno. Se poi la lienterica è accidentale, allora i calmanti e mucilaginosi basteranno a frenarla. Finalmente la diarrea sintomatica di altre malattie non esige una cura diversa da quelle, a meno che non sia eccessiva e minacci da sè l'esistenza dell'individuo. La convalescenza della diarrea dev'essere lentissima, e durante questa l'infermo sia scrupolosissimo nell'evitare tutte le cause che possono, anche indirettamente, ridestarla, perchè non avvi forse altra malattia che si mostri maggiormente proclive alla recidiva, di quel che lo sia una diarrea lunga ed ostinata.
DIARREA (iveter.). — Malattia caratterizzata da evacuazioni più o meno frequenti di escrementi liquidi, sierosi, biliosi e puriformi. La diarrea può essere prodotta da tante cause, che vuol essere considerata come un'affezione assai comune. S'indica volgarmente sotto il nome di flusso di ventre, e si conosce pure sotto quello di enterite con diarrea, denominazione sotto la quale verrà descritta (V. Enterite, Enterite con diarrea).
DIARRODONE (farmaco].). — Nome dato dagli antichi ad una polvere, ad un elettuario ed a trochisci composti di varie sostanze, nelle quali entravano come base le rose rosse. Oggidì tali composti sono abbandonati.
DIARTRODIALE (anat.). — Che appartiene alla diartrosi. Così dicesi cartilagine diartrodiale, arti-coiasione diartrodiale, superficie articolari diartro-diali, legamenti diarlrodiali, tutti quegli organi che appartengono a quella specie di articolazione chiamata diartrosi (V. Articolazione). DIARTROSI (anat.). V. Articolazione.
DIAS Antonio Gong&lvo (biogr.). — Poeta lirico brasiliano fra i più eminenti, nato nel 1823 a Cachias nella provincia di Maranhào ; morto nell'ottobre del 1864 sul mare, durante la traversata dall'Europa al Brasile. Era salito in gran fama in patria coi suoi Cantos, allorché nel 1856 ebbe incarico dal Governo, con alcuni altri de' più operosi suoi compatrioti, di recarsi nella Germania a raccogliere istrumenti ed arnesi scientifici per una considerevole spedizione nell'interno del Brasile. Profittò del suo soggiorno in Germania per pubblicare l'epopea intitolata Os Tymbiras, denominata da lui stesso poema americano, in cui cantò le lotte e le contese di due tribù indiane, i Timbiri ed i Ganalli. Diede poi in luce, nel 1858, un dizionario della lingua degli aborigeni del Brasile, Dicionario de lingua Tupy, coll'intendimento di agevolare le comunicazioni de' suoi compagni di viaggio con que' discendenti dai primitivi abitanti delle regioni brasiliane. Rimpatriato, prese parte alla spedizione scientifica nell'interno dell'Impero, principalmente ne' dintorni del fiume delle Amazzoni. Le fatiche però del viaggio di esplorazione avevano danneggiata la sua salute, ed egli ritornossene, nel 1862, in Germania a cercarle rimedio, dimorando in Dresda e Teplitz. Recossi, nel 1863, a Lisbona, e quindi ai bagni di Aix ed Aquisgrana, e finalmente decise di tornare nella natia provincia di Maranhào. Imbarcatosi nel settembre del 1864 all'Havre in una nave a vela, non ebbe la sorte di rivedere il patrio suolo. Sbattuto dalle procelle il bastimento in cui viaggiava l'in-
fermo poeta, e spinto sulle coste di Maranhào, minacciava già di sommergersi. Corre il capitano allo stanzino del sofferente, e lo invita a salvarsi dall'imminente naufragio in una delle barchette lanciate in mare per la comune salvezza; ma quegli non risponde, chè era già morto. Mancò cosi ai vivi in ancor verde età uno dei più illustri poeti dell'America meridionale, che seppe nelle sue Poesie americane infondere la vita della sua nazione, mentre l'eleganza della forma rivela in lui lo studioso delle letterature europee. I Cantos ebbero una terza edizione nel 1864 in Lipsia, dal benemerito editore Brockhaus, e la patria gli decretò a perenne memoria un monumento.
Vedi: Unsere Zeit (Lipsia 1865) — Vapereau, Dictionnaire des Contemporains.
DIASCEVASTI od INTERPOLATORI (stor. lett.). — Furono detti i grammatici che pretesero di correggere e continuare i poemi di Omero ed altri poemi ciclici, interpolando ad essi molti versi, che i grammatici alessandrini fecero poi scomparire.
DIASCORDIO (farmacol.). — Elettuario di composizione antichissima ed assai complicata, che ebbe la ventura di sopravvivere a tanti medicamenti composti che vennero in questi ultimi tempi abbandonati dalla farmacologia. Esso è composto di foglie di scordio (d'onde trae il nome), rose i-osse, bolo armeno, cassia lignea, cannella, foglie di dittamo eretico, galbano, storace, radici di bistorta e genziana, gomma arabica, oppio e miele. Dalle varietà delle sostanze che compongono questo elettuario si scorge ch'esso è dotato di proprietà sedante, tonica ed astringente. È perciò frequentemente adoperato nella diarrea quando ogni reliquia d'infiammazione è stata vinta e trattasi di rimediare all'eretismo nervoso soverchio, non che di aumentare la tenacità della fibra soverchiamente rilassata.
DIASEBESTO (farmacol). — Elettuario purgativo che ha per base una sorta di susine detta sebesto.
DIASIE (archeol.). — Feste che celebravansi ad Atene fuori delle mura in onore di Giove, soprannominato Mtlichio (ueXi'xio;, propisio). Vi prendeva parte tutto il popolo, e i cittadini più ricchi offerivano vittime, mentre le classi più povere ardevano incenso. Tali feste celebravansi nella seconda metà del mese di antesterione, ed erano, come la più parte delle feste, accompagnate da una fiera. Si fu in quest'occasione che Cilone ebbe ordine da un oracolo d'impossessarsi dell'acropoli d'Atene; ma egli non comprese la risposta, e fece il tentativo durante la celebrazione dei giuochi olimpici.
DIASOSTICA (medie.). — Usato talvolta per sinonimo d'Igiene (V.).
DIASPORAMETRO (ott.). — Nome di uno stromento che serve a misural e l'aberrazione di rifrangibilità della luce, o, per meglio dire, a determinare il rapporto che deve esistere tra gli angoli di due prismi fatti di sostanze differenti, affinchè il loro sistema sia acromatico (V. Acromaticismo).
DIASPORO (min.). — È un idrato di allumina, che deve il suo nome alla proprietà di scoppiettare e dividersi in un gran numero di minutissime particelle quando viene sottoposto all'azione del fuoco. Secondo Dufrénoy, il suo cristallo primitivo è un prisma obliquo non simmetrico, e gli elementi che
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