Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIASTEMATENCEFALIA — DIATEKMAZIA E DIATERMANEITÀ
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DIASTEMATENCEFALIA (patol e terat.).— Deviazione organica, consistente nella scissione del cervello sino alla sua base sulla linea mediana.
DIASTEMIA (;veter.). V. DIastasemla.
DIASTILI DE (zool). — Genere di crostacei stabilito da Say, che ha per caratteri : quattro antenne poste quasi sulla stessa linea; antenne intermedie bifide, con peduncolo di tre articoli, semplice l'esterna, col primo articolo lungo e senza scaglie; piede mandibolare assai grosso, pediforme, assai vicino alla parte dinanzi, col primo articolo lungo e compresso, e cogli altri assai piccoli, cilindrici e quasi eguali ; torace liscio, a sei segmenti, il primo dei quali, più grande di tutti gli altri insieme, termina anteriormente in un rostro breve, ottuso, triangolare e intaccato ai margini laterali ; sei paja di piedi bifidi ; quelli del primo troncati all'apice e più corti dei piedi mandibolari esterni ; del secondo, terminanti in punta; del terzo, del quarto e del quinto, sollevati, puntuti, senza unghia, e terminanti in forti peli ; addomine più ristretto del torace, composto di sei segmenti, de'quali i due ultimi sostengono i piedi natatorii; coda biarticolata, fornita a c aseun lato del primo segmento di semplice stilo bifido e all'estremità del secondo di stilo semplice cilindrico. Il Say cita ad esempio la specie diastylis arenarius, lunga un quinto di pollice e indigena delle coste della Giorgia e della Florida, e pensa che a questo genere abbiano da riferirsi il cancer scorpionides di Montagli, indigeno delle coste inglesi, $ il cancer esca di Gmelin, di quelle della Norvegia.
DIASTILO (archit. ant.). — Uno dei cinque modi d'intercolonnio usati dagli antichi. Secondo Vitruvio, l'intercolonnio diastilo era di tre diametri, e stava tra il sistilo e Yareostilo, ch'era il più largo di tutti ; ed aggiunge che il diastilo ha l'inconveniente di esporre gli architravi a rompersi facilmente, essendo troppo lunghi.
DIAST1M0METR0 (geom. prat.). — Specie di Teodu-lite (V.), inventato da Wagner.
DIASTOLE (fisioi.). — Parola derivata dal greco Jt«Vene).
DIASTROFIA (patol chir.). — Ogni sorta di lussazioni, o spostamenti di muscoli, tendini, nervi e simili.
DIATERMANO (/?*.). — In opposizione di aiermano, si dà questo appellativo al corpo che lascia passare i raggi caloriferi. 11 sai gemma, lo spato fluore, lo spato d'Islanda, il cristallo di rocca sono sostanze diatermane; mentre l'allume, l'acqua pura, i metalli opachi sono sostanze atermane.
DIATERMAZIA e DIATERMANEITÀ (/?s.). — L'illustre Melloni distinse con questi nomi la proprietà che hanno alcuni corpi di dar passaggio al calorico raggiante, in quella guisa che altri l'hanno per dar passaggio ai raggi luminosi. Siffatti corpi diconsi poi diatermici, contrariamente a quelli che non lasciano passare il calore raggiante, e che adiater-tnici si appellano. Nello studio della diatermaneia si riconosce oggidì dai fisici, essere il calore composto di elementi diversi, a seconda della teoria dell'emanazione, o di ondulazioni diverse, a secondaNuova E.ncicl. Ital. Yol.
di quella dell'etere termico. Ne risulta quindi la termocrasi, cioè la colorazione dipendente dal calore ; e ciascun corpo riguardo al calore raggiante, come in altri avviene riguardo alla luce, lascia passare alcuni raggi calorifici, riflettendone od assorbendone tali altri. Finalmente accenniamo come, a similitudine dei corpi bianchi, che non alterano i rapporti degli elementi luminosi, sianvene di quelli che non alterano i rapporti dei raggi calorifici, ep-però diconsi leucotermici, cioè bianchi rispettivamente al calore.
L'apparecchio di cui il Melloni ha fatto uso è composto di un Termo-moltiplicatore o Pila termoelettrica A (fig. 7, Tav. CCIV), in relazione col Galva-nometro R (vedi questi nomi), ed esposta all'azione di una sorgente di calore E, la quale può essere una lampada Locatelli, un metallo arroventito, l'acqua bollente, ecc. La pila forma un prisma retto le cui basi quadrate hanno 4 centimetri di lato, ed è fasciata da un anello sottile di rame m n internamente rivestito di cartone e fissato sopra di un sostegno, di maniera che l'asse della pila sia orizzontale. Da ambe le parti dell'anello in a e b è adattato un tubo di rame di 6 centimetri di lunghezza, esternamente liscio, internamente annerito. Davanti la pila stanno ad una certa distanza due sostegni destinati a ricevere due diaframmi o grandi lastre metalliche CM; sul mezzo della prima è un'apertura uguale a quella dei tubi, per la quale non giungono alla pila se non i raggi presso a poco paralleli al suo asse; la seconda lastra M è mobile, perfettamente opaca, più vicina alla sorgente del calore, e serve ad intercettare ed a ristabilirne l'azione. Dietro la pila è collocata ur.a terza lastra opaca e mobile N; finalmente le aperture dei tubi possono chiudersi per mezzo di piccole lastre di ugual grandezza che scorrono sui loro orli girando a sfregamento intorno ad .issi orizzontali. Le sostanze da sperimentarsi, come il sai gemma, l'allume, l'acido citrico, ecc., sono ridotte in lamine di alcuni millimetri di spessezza, e vengono collocate sul sostegno D e poste in mezzo tra il foro 0 del diaframma D e l'apertura b del tubo della pila. Se si toglie il diaframma M, l'indice del galvanometro si muove all'istante, e indica una deviazione che è diversa pei diversi corpi, supposta costante la sorgente del calore E. — Poniamo ora che una lamina per es. di sai gemma della spessezza di 3 o 4 millimetri sia collocata sul sostegno D; per poco che si sposti o s'inclini questa lamina, cessa la deviazione, ma si può muovere progressivamente il sostegno ora verso la pila, ora verso il diafi anima, variando cosi la distanza della lamina dal foro 0, senza che l'ago si allontani dalla sua posizione di equilibrio. Lo stesso avverrebbe per le maggiori o minori deviazioni che sarebbeio indicate dal galvanometio, sperimentando con lamine di vetro o di un altro corpo diafano dotato di diversa spessezza. Dal che si conchiude che il calore si propaga in alcuni colpi rapidamente come la luce, in linee rttte e indipendentemente dalla quiete o dal movimento di questi corpi. Inoltre paragonando i risultainenti ottenuti per le diverse sostanze e perle varie sorgenti di calore adoperate, si trova che questi risultamenti sarebbero inesplicabili, se non si anime [tesse che leVII. 30
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