Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
466 DIATERMICI CORPIjadiazioni calorifiche emanate dalle diverse sorgenti non sono omogenee, e che in una radiazione medesima esistono diverse specie di raggi calorifici elementari. Quindi i fenomeni di trasmissibilità servono, al pari di quelli di diffusione e di assorbimento, a stabilire una perfetta analogia tra il calore e la luce.
DIATERMICI CORPI (fis.). — Si nominano così tutti quei corpi che lasciano passare attraverso delle loro porosità i raggi calorifici, o che, con altra ipotesi, trasmettono le ondulazioni calorifiche. Essi sono del tutto paragonabili ai corpi trasparenti riguardo alla luce.
DIATESAZIONE (medie.). — Fatto per cui una malattia, dapprima locale, si fa generale.
DIATESI (patol.). — Parola greca (Sia0eGreci vollero esprimere sotto il nome di diatesi la costituzione del corpo umano tanto nello stato di salute, quanto in quello di malattia; altri diedero questa denominazione alla malattia, alla causa ed ai sintomi di essa: altri finalmente con Galeno chiamarono diatesi quella disposizione morbosa del nostro corpo che precede lo sviluppo assoluto della malattia e la sostiene. Tale significazione fu più generalmente adottata. In seguito a tale definizione si ammisero da molti patologi quasi tante diatesi quanti erano i generi di malattie. Noi vediamo perciò mentovate dagli autori la diatesi mucosa, infiammatoria, sierosa, biliosa, la reumatica, l'artritica, la tubercolosa, la cancerosa, la gangrenosa, l'erpetica, la scorbutica, la sifilitica, la nervosa, la purulenta e l'idropica. alle quali Chomel (escludendo però le diatesi mucosa e biliosa) vorrebbe aggiungere le diatesi emorragica, melanica, ulcerosa, granellosa. Certamente non tutte queste diatesi si possono ammettere; imperocché le diatesi mucose, biliose, infiammatorie propriamente altro non sono che i temperamenti linfatico, bilioso e sanguigno; le diatesi reumatica e artritica si possono ridurre ad una sola; la sifilitica non si può considerare come diatesi, siccome neppure quelle ammesse da Chomel ; ma farà cosa utile all'arte ed agl'infermi il patologo che, intraprendendo a curaie qualunque malattia tanto acuta quanto cronica, farà attenzione alla diatesi predominante ed alla complicazione di diatesi che esistere possono.
Il significato della parola diatesi fu per Brown e pei seguaci e modificatori delle sue dottrine diverso da quello che abbiamo esposto fin qui. Secondo il medico scozzese, quella forza per la quale tutti gli esseri organizzati diventavano atti a vivere, chiamavasi mcitabilità. Però l'incitabilità per se stessa non costituiva la vita, ma solamente la vitalità. Affinchè poi questa venisse a produrre la vita ri-chiedevasi ch'essa fosse posta in attività, richiedevasi l'azione degli stimoli,ossia di tutte le potenze esterne sul nostro corpo. L'incitabilità resa attiva dagli stimoli costituiva ciò che Brown chiamava incitamento, nel quale propriamente risiede la vita. Perciò l'incitamento moderalo costituiva quel punto centrale nel quale risiedeva la sanità; venendo esso aumentato o diminuito in seguito a stimoli troppo gagliardi od a deficienza di essi, ne nascevano due
- DIÀTESIMETROcondizioni opposte univeisali, che egli chiamava stenica od astenica, nella prima delle quali l'incitamento era soverchiamente accresciuto, nell'altra diminuito. Questa dottrina, la quale non presenta nè anco una teoria nuova, siccome vedrassi altrove (V. Medicina [storia della]), pecca per molti riguardi, ed in primo luogo non puossi ragionevolmente concepire come una vita generalmente esuberante, nella quale cioè tutte le parti trovansi in uno stato di attività maggiore, possa costituire una condizione morbosa ; poiché se tutte le parti ridondano egualmente di attività, avrassi bensì maggiore attività nell'esercizio di tutte le funzioni, ma non mai malattia. Infatti questo preteso stato di eccitamento accresciuto non esiste, qualora filosoficamente si vogliano esaminare le malattie flogistiche le più intense. In secondo luogo poi conformemente a questa dottrina, non tiensi conto alcuno delle roa-N lattie dipendenti dall'alterata mistione chimico-organica, da cui realmente dipendono la vita e le diverse condizioni della nostra macchina. Tuttavia questa dottrina menò gran rumore, e Rasori nel riformarla adottò pienamente il dualismo delle din-tesi ; se non che egli considerò le malattie dipendenti da diatesi astenica o da languore di forze molto meno numerose, e per lo contrario numeros:ssime quelle sostenute da diatesi stenica. Quantunque poi nei tempi posteriori Tommasini abbia considerata più specialmente la località delle malattie ed illustrata grandemente la dottrina della flogosi, tuttavia egli non seppe liberarsi dalle pastojc del dualismo browniano, e chiamò lo stato di eccitamento aumen tato diatesi iperstrnica, ed ipostenica lo stato di incitamento diminuito. Finalmente il padre Rubini, considerando con Bondioli, Guani, Fanzago ed altri, esservi potenze che operano sulla nostra fibra nè eccitando, nè deprimendo, eppure valgono a sturbare la sanità, ammise con essi una condizione particolare, che chiamò irritativa, e di cui costituì una terza diatesi. Però Tommasini concede bensì esservi potenze irritanti, ma non mai l'irritaz one poter meritarsi il nome di diatesi. Del resto ci sembra impossibile il concepire una mutazione di forze senza una mutazione materiale chini co-organica che la produca ; e perciò sarà pur meglio ritornare alle idee dei Galenist', e considerare le diatesi come condizioni diverse dipendenti dalle mutazioni che sopravvenire possono nell'intima struttura delle parti: ed allora il numero di esse non potrà essere circoscritto a due, ma queste dovranno essere tante quante sono le principali modificazioni morbose che imprimono a tutta la macchina un tipo particolare. Quindi le diatesi infiammatoria, reumatica od artritica, scrofolosa, scorbutica, scirrosa o carcinomatosa e nervosa non si poti anno negare da qualunque attento osservatore e clinico prudente, ed il dualismo browniano dovrà essere sbandito.
DIATESICHE MALATTIE (pa/o?.). — Così i contro-stimolisti appellarono le infermità che dipendono da una malattia precedente (V. Diatesi).
DIÀTESIMETRO (patol.). — Specie di ente fittizio immaginato da Rasori, secondo il quale, osservando la tolleranza dell'infermo per i rimedii.si puònvpre un'idea del grado e della natura della diatesi esi-
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