Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIAVOLO IDROSTATICO -- DIAZ BARTOLOMEO
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50 metri. Nella incisione è l"inferiore; il superiore è il nuovo ponte della stupenda via di San Gottardo, più alto dell'antico di forse un otto metri.
Ogni cosa tutto intorno vi è sublimemente bella e grandiosa; le rocce pe6ole sul capo del passa* gero; i tronchi di alberi secolari . offesi dal fulmine, riempiono l'animo di arcano terrore, di sublime spavento. Poco lontano, una caduta d'acque rintrona con orrido fra gore, e gli spruzzi, a mo' d'umido poi viscolo, vi b* gnano tutta la persona. Chi osi affacciarsi dall'alto del ponte e figger lo sguardo Fig. 2099. - Ponte delnell'abisso spalancato e inugghiante, sentesi colto dal capogirlo e da vertigine. Ed alquante rozze croci sparse su per le rupi tristamente accennano la tomba di viaggiatori cui l'esser curiosi costò la vita. Certo è che le rupi, le acque, le piante, le croci, la vecchia leggenda, ogni cosa insomma gettando nell'animo un arcano orrore, quasi vi toglie il respiro.
DIAVOLO IDROSTATICO (fis.). — Uno dei tanti trair stulli che offriva la fisica del passato secolo, e che tuttavia può servire assai bene a far intendere il nesso delle leggi idrostatiche con altre dipendenti dall'elasticità e compressibilità dell'aria. Si costruisca una pallina di vetro a pareti esili e del diametro, per esempio, di 2 o 3 centimetri, fornendola di un fiorellino e appresso a questo di un uncinetto capace di sostenere un picciol corpo qualunque più pesante dell'acqua, come a dire una figurina di porcellana o di vetro. Si faccia per il forellino entrare una certa quantità d'acqua nella pallina e resti aria nel rimanente : si appenda la figurina all'uncino e s'immerga nell'acqua contenuta in un vaso che si possa chiudere con una membrana o meglio con uno straterello di gomma elastica addoppiato da un pannolino qualunque e stretto al collo del vaso mercè d'una gugliata di refe. La quantità d'acqua che si fa entrare nella pallina deve essere tale che permetta alla stessa di galleggiare un tantino, stando la figurina tutta immersa nell'acqua. Così fatto, se col palmo della mano si comprima la membrana, la pressione comunicata prima al liquido, viene poi trasmessa sull'aria racchiusa nella parte superiore della pallina, e perciò diminuendosi il suo volume ed entran-dovene in sua vece uno maggiore d'acqua, l'insieme della figurina e del palloncino assumono un maggior peso e discendono. Levando la pressione il sistema alleggerisce e riascende, e cosi via via. Ond'è che un tal giuoco serve mirabilmente ai cerretani per intrattenere il pubblico ignaro in sulle piazze, e manovrando, a vece della mano, con un dischetto invi-
sibile sovrapposto alla membrana ed abbassato da funicelle tirate dal piede o dalla mano del giocoliere, si fanno misteriosi. Questi trastulli ci vengono generalmente da Parigi colle figurine di porcellana e ipalloncini di vetro, e paga usi a caro prezzo. Un filatole di vetri fiorentino che ramingava di città in città, ed altri ancora del paese nostro e della stessa povera fortuna , fabbricano i diavoli idrostatici con istraor-linaria abilità, e li vendono ad un prezzo meschino, ma la moda apprezza gli stranieri. L i fabbricano senza pai-Diavolo nella Svizzera. loncino, e fanno
servire il ventre del diavolino qual ricettacolo del volumetto d'aria. Dessa vi ha entrata per la coda diretta trasversalmente ; e questa fa si che nell'alternativa della pressione esercitata dalla mano, il diavolino assume movimenti graziosissimi rotatorii, e senza il pallone rende ancor più curiosa la sua ascesa nel liquido (V. Bilancia idrostatica all'articolo Bilancia, § vii», Idrostatica, e Principio di Archimede).
DIAZ Bartolomeo (biogr.). — Navigatore portoghese, mandato da Giovanni II re di Portogallo, nell'agosto del 1486, con tre piccole navi a continuare le scoperte cominciate sulle coste dell'Africa.
Diaz navigando verso il sud in cerca delle supposte terre del Prestegianni, pervenne a 533 chilometri al di là del punto toccato dai navigatori precedenti. Era già molto oltre l'estrema punta meridionale, e non credeva pur anche di averla passata, quando l'equipaggio non vedendo tei mine al pericoloso viaggio, e trovandosi a grande distanza dalla patria che disperava di rivedere, chiese ad alte grida che si tornasse indietro. Diaz promise di aderire alla domanda, se, dopo continuata la navigazione per altri 110 chilometri, non si giungesse a scoprire il Capo tanto desiderato, e fu appunto nel ritorno che s'imbattè in un gran promontorio, e che esaminato il luogo, si accorse essere quella la punta cercata, che aveva oltrepassata eenza accorgersene. Dalle burrasche sofferte la denominò Cabo tormentoso,, ossia Capo delle tempeste; ma Giovanni II, quando ebbe udita la relazione del fortunato scopritore, sperando che si aprirebbe da quel lato una via per alle Indie, volle che fosse detto Capo di Buona Speranza.
Diaz aveva scoperto 1333 chilom. circa di nuove coste, ed aperte le porte dell'Asia all'Europa; ma di ritorno in patria, invece di ricevere onori e compensi alle sue fatiche, vi dovette subire ripetute umiliazioni. Preparandosi una spedizione per esplorare meglio i luoghi scoperti, Diaz provò da prima
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