Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      diazoici composticloridrico e i cloruri di oro e di platino, dei sali doppii ben cristallizzati.
      Non solo i diazoammidecomposti non si combinano cogli acidi, ma anzi in contatto di essi si scompon-
      gono nei sali del diazocomposto e dell'ammidecom-posto; cosi coli'acido nitrico e la diazoammide-benzina si ottiene nitrato di anilina e nitrato di diazobenzina.
      C6H4Az*C6H5AzH* + 2AzH03 = C6H4Az2.AzH03 + C6H5.AzH2AzH03.
      Questa reazione si utilizza con vantaggio per preparare i cloridrati e i bromidrati dei diazocomposti.
      2. Costituitone dei diazocomposti. — Griess, al quale, come abbiamo detto, č dovuta la scoperta dei diazocomposti e le ricerche piů numerose su questo argomento, non accompagnň le sue ricerche sperimentali da nessuna considerazione teoretica. Erlen-meyer nel 1861 (Zeitschrift far Chemie, 1861, p. 176) e Butlerow nel 1863 (ibidem, 1863, 511) furono i primi a dare per la diazobenzina la seguente formola di strutturaAz
      CfiH4< ,, Az,
      ammettendo perciň nei diazoderivati un gruppo di due atomi di azoto bivalente (Az = Az)" collegato a due diversi atomi di carbonio nel gruppo della benzina; secondo questa ipotesi, per i differenti composti della diazobenzina avrebbero dovuto ammettersi le formole seguenti : AzHC6H4< I cloridrati di diazobenzina, AzCl, Az.OH
      C6H4 < solfato di diazobenzina,
      AzS03H,
      C6H4<^p®r perbromuro di diazobenzina,
      e cosi di seguito. Perň Kékulé, discutendo le diverse trasformazioni dei diazoderivati della benzina, ha fatto rilevare che essi in generale forniscono sempre prodotti contenenti il residuo C6H5 e non quello C6H4 : inoltre, fondandosi sul fatto che i diazoderivati non esistono allo stato di libertŕ, ma si conoscono solo in combinazione con altri elementi, ha creduto piů conforme alla esperienza di ammettere che nei diazoderivati il gruppo (Az = Az)" sia collegato per una sola delle sue affinitŕ al residuo dell'idrocarburo e con l'altra al residuo dell'acido. Secondo questa ipotesi, le formole dei diazoderivati della benzina diverrebberoC6H5.Az = Az.Cl, cloridrati di diazobenzina, C6H$.Az = Az.0.S02.0H, solfato di diazobenzina, CfiH5.AzBrAzBr3, bromidrato di diazobenzina, C6H*.Az = Az — AzH(Cf,Hr>), diazoammidebenzina, Az
      C6H5.Az< ,, diazoammidebenzina. Az,
      Queste formole, come č facile il vedere, non solo si accoidano completamente con tutte le trasformazioni della diazobenzina e dei suoi derivati che abbiamo sopra passato in rassegna, ma hanno ancora sulle precedenti il vantaggio d'interpretare alcune trasformazioni che quelle non ispiegano. Cosě, come abbiamo detto, i sali della diazobenzina danno per l'azione dell'acido jodidrico la jodobenzina, e questa reazione s'interpreta egualmente bene colle due formole ; perň, se passiamo all'azione del joduro me-
      tilico, ammettendo la prima formola dovrebbe per analogia ottenersi del joduro di benzina metilata (jodotoluene): infatti:
      AzH TC6H4< , + HI = HAz03+Az2-f C6H4fr AzAzO3 11
      nitrato di diazobenzinaAzH
      Jodotoluene.
      C6H4< I +CH3I=HAz03 + AzHC«HvL AzAzO3 tHnitrato di diazobenzina
      jodotoluene.
      Mentre che ammettendo le formole di Kékulé si prevede, come avviene infatti, che in ambo i casi debba formarsi jodobenzina, come č espresso dalle equazioni :
      C6H5. Az=AzBr+HI=Az*+HBr+CW*I,
      C6H5. Az=Az.Br+CH3I=Az2+BrCH3 CftHsI.
      L'ipotesi di Kékulé quindi, come quella che presenta un maggior grado di probabilitŕ, č oggi generalmente ammessa da tutti i chimici. Solo lo Strecker in questo ultimo anno (Berichte der deutschen che-mischen Gesellschaft, t. iv, p. 786) faceva osservare come sia poco soddisfacente lo ammettere per la diazobenzina e per l'azobenzina le due formoleCr,H5.Az=Az—AzO3, nitrato di diazobenzina,
      C6H5.Az=Az.C6H5, azobenzina,
      contenenti un gruppo simile di due atomi di azoto, qualora si rifletta la grande differenza che corre fra i caratteri delle due classi di composti ; egli, onde ovviare a quella specie d'inconseguenza, lasciando inalterate le forinole degli azocomposti, ha supposto che nei diazoderivati i due atomi di azoto funzionino uno da trivalente, l'altro da pentavalente, e quindi scrive il nitrato di diazobenzinaC6H5.Az—O.AzO*
      l'iCome si vede, le formole di questa natura non differiscono essenzialmente da quelle proposte dal Kékulé, ed interpretano egualmente bene il modo di formazione e le trasformazioni dei diazocomposti.
      Tanto colle une quanto colle altre č impossibile perň d'interpretare l'esistenza dei diazocomposti degli idrocarburi allo stato di libertŕ, ma, come abbiamo giŕ detto, tale quistione č ancora da risolversi sperimentalmente; per il momento si puň ammettere col Kékulé che la sostanza oleosa che é stata considerata dal Griess come diazobenzina sia piuttosto un idrato di essa analogo ai composti metallici della diazobenzina, e perciň scriverne la formola : C6H5.Az=Az—OH.
      3. Biazoderivati dei fenoli. — Questi composti sono stati poco studiati.
      R. Schmitt, trattando i cloridrati dei due arami-defenoli derivati dal nitrofenolo volatile e dall'ortoui-
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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