Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DIDASCALICI 0 DIDATTICI LIBRT — DIDELFIvaiatone degli olivi e la Pastorizia dell'Arici, i Cedri del Nicolini, ecc. Peraltro tali divisioni ammesse dai retori non inducono sostanziali differenze, e le accennate specie di poemi non sono già talmente distinte e aliene luna dall'altra che alle volte non si prestino vicendevole soccorso. Nè potrebbe essere altrimenti, perciocché le arti e le scienze vivono in comune, e la poesia ha virtù di stringere ancor più forte i loro legami. Laonde non è raro che nei poemi filosofici entrino fatti storici ed osservazioni tratte dalle arti ; e parimente i poemi storici e precettivi ricevono assai spesso gran lume dalla filosofia. Ma questi vicendevoli soccorsi, come non costituiscono l'essenza del genere, così non possono corromperlo ; e ciascun poema li accetta volontieri, non tanto per tener vivo il diletto, quanto per sollevai e lo spirito con la varietà.
Chi fosse vago di conoscere regole ed esempi intorno alla tessitura, allo stile e alle descrizioni dei poemi didascalici, consulti gli Elementi di poesia compilati da Giovanni Gherardini, dove questa materia è molto assennatamente e diffusamente trattata.
DIDASCALICI o DIDATTICI LIBRI (lett.).—Così chia-mansi nelle scuole i libri che contengono i precetti di un'arte o di una scienza. Quantunque più toscanamente si usi la forma didascalico, la voce didattico ci viene da buona fonte, cioè dal greco St&xxTtxó;, che significa atto ad insegnare. Chi si applica a comporre siffatti libri deve cercare d'istruire e di cattivarsi l'attenzione dei leggitori colla più conveniente maniera di esporre le sue dottrine. Sia chiaro e preciso, non adoperi vocaboli d'incerto significato, non espressioni vaghe, indeterminate, non voci apparentemente sinonime. Ma la chiarezza e la precisione non bastano; e a fuggire l'aridità, deve procurare di unire l'utile al dilettevole, cercando quegli abbellimenti che possono rendere possibilmente i suoi dettati piacevoli e grazios:. Fra questi primeggi quello delle illustrazioni tratte da fatti storici o dai caratteri degli uomini. I soggetti morali e politici ne forniscono a dovizia, e quando accada di collocarli accomodatamente, adoperano con molta efficacia. Essi danno varietà al componimento, servono di riposo alla mente affaticata dal puro raziocinio, e convincono più che il ragionamento, richiamando gl'insegnamenti dalle astrazioni alla pratica, e dando maggior peso alla teorica medesima col mostrare la connessione che questa ha colla vita umana e colle azioni degli uomini.
Questi libri amano, anziché ricusarlo, uno stile puro, nitido, elegante; non rifuggono dalle metafore, dalle similitudini e dalle altre figure di temperata natura; ornamenti tutti che intertengono piacevolmente l'immaginazione, nell'atto stesso che l'autore comunica all'intelletto i suoi sentimenti con chiarezza e con forza.
Platone tra'Greci, Cicerone e Quintiliano tra i Latini ci lasciarono trattati filosofici ed altri generi d'istruzione, scritti con bell'arte e con molta eleganza. Seneca fu meritamente censurato per l'affettazione del suo stile, che splende di falsa luce, ed è troppo zeppo di antitesi e di sentenze, benché a quando a quando sia vivace e robusto. Tra gl'Italiani meritano lode in questo genere gliAmmaestramenti degli antichi di Bartolomeo da San Concordio, il Galateo e gli Uffxeii del Casa, le Opere filosofiche del Galilei, del Redi, del Magalotti, del Bellini, del Yallisnieri, del Cocchi, del Manfredi, di Francesco Maria Zanotti, dell'Algarotti, del Pai-cani, dello Spallanzani e d'altri.
DIDASCALO (etich.). •— Voce greca che significa maestro. Gli antichi Greci chiamarono didascalo ciclico colui che istruiva i cantanti del coro. Nella Corte di Costantinopoli poi fu titolo del primario dottore preside a dodici altri pensionati dallo Stato, istruiti in ogni maniera di scienze, e dei consigli dei quali servivasi l'imperatore nelle ardue circostanze. Furono istituiti verso l'anno 587 dell'era cristiana dall'imperatore Maurizio, e poscia aboliti da Leone Isaurico dopo cento e quarant'anni, perchè non vollero approvare la guerra ch'egli fece alle sacre immagini.
Nella Chiesa costantinopolitana era titolo del dottore incaricato, durante la vacanza della sede patriarcale, di spiegare l'Evangelio ed il Salterio, e di soprintendere alle scuole episcopali.
Teofania, figliuola di Romano II, imperatore dei Greci, divenuta sposa, nel 972, di Ottone II, recò nella Corte imperiale germanica il titolo eia dignità di didascalo, che fu dato a coloro che accostavano il trono in qualità di consiglieri della Corona. Finalmente in un documento del secolo x si ricorda il didascalo della Chiesa di Magonza, e se ne ricava che questa dignità ecclesiastica era la prima nelle collegiate dell'Impero germanico. Più tardi andò in disuso come titolo d'onore, e finì di usarsi come sinonimo di eciolo, di pedagogo, di dottore senza dottrina.
DIDATTICA (pedag.). — Neologismo per esprimere l'arte di ammaestrare (V. Metodo, Insegnamento, Istruzione, Scuola).
D1DATTIL0 (stor. nat.). — Epiteto specifico di alcuni animali che hanno due dita a ciascun piede (da 8t«, due, e SóxtuXo?, piede). Fra i mammiferi, a cagion d'esempio, Yunau, specie del genere bradipo è stato chiamato bradipo didattilo, per distinguerlo dai-Yay-ay, che ha tre dita, e fu denominato B. tridattilo. Klein aveva proposto di applicare tale denominazione anche al camello, ma questo animale si aggruppa meglio cogli altri ruminanti bisulci, perchè ha il piede forcuto. Lo struzzo dell'antico continente si distingue, per essere didattilo, da quel d'America, che è tridattilo.
DIDELFI (Didelphidte) (zool.).—Genere di mammiferi dell'ordine dei marsupiali, che hanno per caratteri: testa molto puntuta; bocca assai grande e lingua irta di papille cornee; orecchie grandi e nude ; occhi piccoli ; coda lunga e acuminata, flessibile e prensile, con peli soltanto alla base ed il resto coperto di scaglie; cinque dita nei piedi anteriori, tutte armate di forti, acuti e ricurvi unghioni: pollice dei piedi posteriori opponibile e privo d'unghia. Citeremo ad esempio la didelphys virginiana, che è della grossezza di un gatto domestico, di un bianco sucido, contornata gli occhi di un circolo brunastro, con orecchie generalmente nere alla base e giallognole alla cima, con lunghe basette, in parte bianche e rossicce in parte, estremità del naso color di carne con una tinta di giallo,
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