Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIDEROT DIONIGI
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e coda non lunga quanto il corpo, coperta alla base da lunghi peli, ma per la più parte della sua lunghezza scarsamente sparsa di setole ch'escono di mezzo alle scaglie che la proteggono. Il pelo del corpo è di due sorta : quello delle parti inferiori è una calugine lunga e finamente lanosa, bianca alla base e brunastra alla cima ; sul capo, sul collo e sulle parti superiori del corpo è un pelo lungo e candidissimo. Questa specie è di abitudini arboree, si pasce di frutta, ma è carnivora fino a un certo punto, giacché va a caccia d'insetti e d'uccelli. Secondo Burton, la gestazione della femmina dura ventisei giorni. Abita nell'America settentrionale ed era, e forse è tuttora, numerosa nelle regioni settentrionali del Messico e per quasi tutti gli Stati Uniti, dove è chiamata opossum.
DIDEROT Dionigi (biogr.). — Nato a Langres nella Sciampagna il 5 ottobre 1713, morto il 31 luglio 1784, studiò sotto i Gesuiti, che tentarono invano farlo entrare nel loro ordine, tanto era già grande l'avversione di Diderot alle loro dottrine, e recossi a Parigi al collegio Harcourt per prepararsi agli studii teologici. Le scienze matematiche però, ch'ei prese in pari tempo a studiare con ardore, lo svezzarono a breve andare dalle teologiche e lo indussero a rinunciare allo stato ecclesiastico per dare opera intieramente alle scienze ed allé lettere. La pensione assegnatagli dal padre, coltellinajo, essendo assai modica, ei tentò sopperire ad essa insegnando matematica ed ammaestrando il figlio di un ricco proprietario. Se non che, per obbedire al padre che voleva pigliasse una professione, si allogò presso un procuratore; ma invece di addestrarsi alle sottigliezze legali, diedesi a studiar le opere di Tacito, Hobbes, Locke e Newton, finché il padre sdegnato gli tolse la pensione. Allora ebbe principio per Diderot quella vita di lotta, di coraggio, di dolore e miseria che tocca sì spesso in sorte agli uomini illustri, e dalla quale uscì, non che prostrato, agguerrito. A trentanni ei sposò di celato e senza il consenso dei genitori una bella, onesta, ma povera donzella di nome Annetta Champion, e questo maritaggio accrebbe i suoi bisogni, per modo ch'ei fu costretto a dar di piglio alla penna per sopperirvi. La prima cosa, ei tradusse dall'inglese YHistoire de Grèce di Stanyan (Parigi 1743, 3 voi.), assai mediocre, ed associossi dipoi con Toussaint ed Eidous per compilare il Dictionnaire demédecine (ivi 1744, 6 voi.). Nel 1745 ei pubblicò VEssai sur le Mérite et la Vertu, annunziandolo come una traduzione dall'inglese di Shaftesbury, e ciò bastò per dar voga al libro. Appresso compose in quindici giorni il romanzo licenzioso intitolato Les Bijoux indiscrets, e nel 1746 Les pensées philosopkiques, che levarono molto grido per la loro arditezza e furono acremente impugnati da cattolici e protestanti. Un decreto del Parlamento di Parigi li condannò al fuoco sulla pubblica piazza, ma essi ricomparvero di poi accresciuti sotto il titolo di Etrennes aux esprits forts. La celebre Lettre sur les Aveugles à Vusage de ceux qui voient (Londra 1749), in cui Diderot combatte e crede confutare vittoriosamente l'idea di un ente supremo, gli fruttò un anno di carcere a Vincennes e l'amicizia di Voltaire, il quale, pur lodandola in un'altra lettera, la impugna in sostanza. A Vin-
cennes Diderot fu visitato più volte da Rousseau, cui aveva conosciuto verso il 1742 all'arrivo di lui in Parigi, e la rimembranza di quest'amicizia occorre più d'una volta nelle Confessions, nelle quali Rousseau ne narra anche lo scioglimento strepitoso.
Eccoci giunti al gran monumento di Diderot, TEncyclopédie. Da principio essa non doveva essere che una traduzione di quella dell'inglese Chambers, ma l'idea grado grado ampliossi nella testa dei fondatori, Diderot e D'Alembert, i quali deliberarono riunire in essa l'universalità delle scienze, della filosofia e delle arti, ed inalzare un monumento compiuto all'intelligenza dell'uomo. D'Alembert compose la prefazione, il più perfetto per avventura dei suoi lavori; Diderot il Prospectus, il Sys/ème de eonnaissanees humaines, gli articoli d'arti e mestieri, quelli risguardanti la filosofia antica; Rousseau la musica; Daubenton, Marmontel, Leblond, Lemonnier, ecc. le altre scienze, Ma il collaboratore più assiduo, più infaticabile fu Diderot, che spese in questa intrapresa trent'anni intieri della sua vita. In forza d'un decreto del Consiglio del re del 7 febbrajo 1752, i due primi volumi erano stati soppressi e sospesa per diciotto mesi la stampa degli altri ; ma la perduranza dei collaboratori superò ogni ostacolo, sì che vennero in luce altri cinque volumi. Il clero impauri, e il privilegio fu rivocato. D'Alembert, scoraggito, si ritirò ; Diderot lottò da solo, e mercè la protezione del duca di Choiseul, del signor di Malesherbes e della signora di Pompadour, i volumi successivi dell'Encyclopédie non furono più sottoposti a veruna censura.
I guadagni di tanti anni di lavoro non bastarono ai bisogni immensi di Diderot, sì ch'ei fu costretto a vendere la sua biblioteca. L'imperatrice di Russia Caterina la comprò per 500,000 lire, lasciandogliene però l'uso per tutto il tempo della sua vita. Invitato da questa sovrana, ei recossi, in compagnia del suo amico Grimm, a Pietroburgo, ove fu colmato di onorificenze, e tornato in età di sessantun anno in Francia, si rimise al lavoro e pubblicò, oltre un Voyage de Hollande, molti racconti e romanzi, dei quali i più celebri, Jacques le fataliste, imitazione mediocre del Pantagrucl di Rabelais e del Candide di Voltaire, e La religieuse, racconto osceno, ma superiore, dal canto dell'arte, al precedente. Oltre di ciò ei compose due tragedie domestiche o drammi borghesi che dir si vogliano, uno intitolato Le pére de famille, di cui i primi tre atti sono sfrontatamente rubati al Vero amico di Goldoni, e l'altro Le fils naturel, amendue mediocri. Delle altre sue opere storico-estetico-filosofiche mentoveremo Les salons, contenenti i suoi giudizii pre-gievolissimi sulle esposizioni delle belle arti al Louvre del 1765 al 1767; Pensées sur Vinterpréta-tion de la nature, in cui tratta dei modi di perfezionare la fisica sperimentale e di applicare con successo le forze dell'intelletto all'incremento delle scienze che hanno per oggetto lo studio della natura, e VEssai sur les règnes de Claude et de Néron, elogio, sott'altra forma, di Seneca. Degli scritti postumi voglionsi ricordare Y Essai sur lapeinture, un ditirambo intitolato Abdication du roi de la Fère, pieno d'opinioni ultra-democratiche, e la suat^iOOQLe
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