Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
didimio
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iliaca cristallina, inzuppata di acqua madre e molto deliquescente. Zscheische fu quello che ne determinò l'acqua di cristallizzazione; scaldandolo a 130° ne perde la metà; l'altra metà a 170\Calcinandolo abbandona difficilmente l'acqua combinata, e non diventa anidro che al di là dei 300<>. Quando si procede con precauzione nello scaldamento, non soggiace a decomposizione, contiene 50,9 per 100 di ossido di didimio e si ridisc:oglie compiutamente nell'acqua. Reso anidro si scioglie nell'alcoole di 96°centes. tanto bene quanto nell'acqua, e si può aggiungere dell'etere alla soluzione alcoolica senza che s'intorbidi, sebbene non sia solubile nell'etere solo.
Quando poi, dopo averlo fuso, s'inalza di più la temperatura, si decompone svolgendo in copia i vapori nitrosi, diviene pastoso, si rigonfia, e lascia una materia porosa e leggiera, la quale più innanzi si converte in sovrossido bruno.
Trattando il nitrato con acqua, allorquando non fu decomposto che in parte, si scioglie del nitrato neutro, e rimane un residuo insolubile, di un bianco roseo, contenentedell'acido nitrico ma non dell'acido nitroso, come si può verificare col mezzo dell'acido solforico. Per la composizione corrisponde alla forinola (Az03)2Pi,3Di0 + 5H*0.
Bromato di didimio, (BrO'pDi -f 6H*0. — Si prepara per doppia decomposizione tra il bromato di barita e il solfato di didimio.
È in prismi esagonali, regolari, di colore roseo, terminati da una piramide a sei faccie, di clivatura ben precisa a norma della base, ad un solo asse di doppia rifrazione paiallelo all'asse; l'angolo di m su b^ (faccia della piramide) è di 123° 30'.
È facilmente solubile nell'acqua. Si fonde al di sopra di 100° e perde dell'acqua combinata, senza che l'abbandoni tutta quanta.
Carbonato di didimio, CDi03JT90. — Versando soluzione di un carbonato o bicarbonato alcalino in un sale di didimio, se ne ha un precipitato voluminoso, di un bianco roseo, interamente insolubile in un'eccedenza del reattivo, e che per quanto si lasci digerire nel liquido d'onde fu precipitato,non assume giammai l'aspetto perlaceo e lamellare dei carbonati di lantano e di cerio. Scaldandolo a 100° perde metà dell'acqua combinata, anzi un poco di più ed anche un poco di acido carbonico.
Fosfato di didimio, (Ph04)2I)iH H*0. — Una soluzione concentrata di acido fosforico non precipita immediatamente il nitrato di didimio in soluzione pure concentrata, ma gli occorrono da due a tre ore per ingenerare un precipitato bianco e polveroso. L'aggiunta di acqua in grande copia determina immediatamente la formazione del precipitato; ed il simile fa lo scaldamento fino ad ebollizione. La maggior parte dell'ossido di didimio alla perfine rimane precipitato, e il solfato cosi ottenuto è insolubile nell'acqua, poco solubile negli acidi diluiti, solubile con agevolezza negli acidi forti e concentrati. Scaldandolo a 100° non abbandona l'acqua di cristallizzazione.
Arseniato di didimio,
As4015Di5 + H*0=5Di0 +2As'0« + H^O. L'acido arsenico non precipita a freddo i sali di didimio se non dopo trascorso un tempo molto lungo;
Nuova Encicl. Ital. Voiscaldando ad ebollizione, in allora il precipitato si forma con rapidità e rimane disciolto nel liquido assai poco di ossido di didimio.
L'arseniato neutro di potassa, invece, precipita immediatamente a freddo i sali di didimio.
Comunque il prodotto sia stato conseguito, non differisce per la composizione; quello ottenuto a caldo è polveroso e rimane tale anche dopo la disseccazione ; quello preparato a freddo è gelatinoso e, conserva, anche dopo la precipitazione, una certa trasparenza ed un colore roseo. È poco solubile negli acidi diluiti, e si decompone a poco a poco per via di torrefazione, perdendo l'acqua combinata.
Sebbene la composizione dell'arseniato di didimio non corrisponda a quella del fosfato, nondimeno è da tenere quale risultò dall'analisi, dacché fu determinata con cinque esperienze sul sale preparato pelle due diverse maniere.
Borato di didimio. — Nordensk'iold fece fondere dell'ossido di didimio col borace in forno da porcellana, indi lisciviò la massa fusa, e ne ottenne dei prismi striati, di colore grigio alquanto, di un rosso di lamponi, del peso specifico di 5,K25 a -f 14° c., con 90,9 per 100 di ossido di didimio, d'onde la formola BoO°Dfc6DiO-»-BoO3.
In altra esperienza ebbe un prodotto contenente 87 per 100 di ossido di didimio e coll'aspetto di polvere cristallina, di un rosso grigio.
Ossalato di didimio, C*I)i04,H?0, ed anche con 4H90. — Polveroso o bianco, o con lieve tinta ros-signa quando è precipitato da una soluzione neutra: ma quando fu ridisciolto per opera del calore nell'acido nitrico o nel cloridrico, si depone, durante il raffreddamento, cristallino o granuloso, ovvero in prismetti rettangolari rosei, terminati da piramidi di quattro faccie, colle faccie posate sugli angoli del prisma. È insolubile compiutamente nell'acqua, e quasi insolubile nell'acido ossalico, solubile a caldo negli acidi nitrico e cloridrico. Quando contiene 4 molecole di acqua, scaldandolo a 100° c., perde 20 per 100 di H'O, e rimane monidrato.
L'ossalatodi didinro ealc'natidolo lascia un residuo di un grigio cinerino pallido, solubile nell'acido nitrico con sviluppo di calore.
Reazioni e caratteri generali dei sali di didimio. — Non si conoscono che i sali a base di protossido DÌO, dacché il sovrossido, oltre ad essere di composiz:one variabile, si scompone quando si pone ad agire cogli acidi.
Comunemente i sali di didimio hanno un colore roseo puro come il solfato, od un tantino violaceo come il nitrato in soluzione acquosa: parte sono solubili, come il nitrato, il solfat-o, il cloruro, il sele-niato, il bromato; parte insolubili, come il carbonato, l'ossalato, il fosfato, l'arseniato. Il solfato è più solubile a freddo che a caldo, meno tuttavolta del solfato di lantano. Hanno sapore zuccheroso ed astringente.
Gli alcali caustici fissi in eccesso ne precipitano un idrato bianco gelatinoso, il quale contiene sempre tracce di sottosale indecomposto, e che non muta aspetto per bollitura, né si ridiscioglie in una eccedenza dell'alcali.
L'ammoniaca fa come gli alcali fissi; il precipitato non si ridiscioglie quando si eccede coll'ammoniaca,
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