Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIECI (CONSIGLIO DEI) — DIEDRO
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      tale dell'Impero ottomano se gli sforzi riuniti della diplomazia europea non lo avessero fatto fermare ad Adrianopoli.
      Scoppiata la rivoluzione di Polonia dell'anno 1830, fu destinato al comando in capo delle truppe rutse mandate contro i Polacchi ; ma pare non corrispondesse in tutto alle aspettazioni dell'imperatore Niccolò, qual si fosse la causa delle sue incertezze. Invaso l'esercito dal cholera, si pretese ch'egli rimanesse vittima di questo morbo. Il fatto è che mori il dì 10 giugno 1831, lasciando al suo successore la triste gloria di soffocare gli ultimi sforzi di una nazione generosa.
      DIECI (Consiglio dei) (stor. mod.). — Era in Venezia il nome di un Consiglio composto di dieci personaggi, che avevano carico di vegliare alla sicurezza dello Stato ; ed eccone l'origine. Nel 1309 Bajamonte Tiepolo ordì una trama, per impedire il consolidamento dell'aristocrazia stabilita pochi anni innanzi con la serrata del Maggior Consiglio, uccidere il doge Pietro Gradenigo, sciogliere il Maggior Consiglio, e sostituirvi, secondo l'uso antico, un'annua elezione di cittadini. Conosciuta dai capi del governo questa trama il giorno prima che dovesse scoppiare, e dispersi i congiurati dopo un ostinato combattimento, il Senato pensò a creare una commissione per calmare i timori presenti e prevenire i pericoli futuri. Tale fu l'origine del Consiglio dei Dieci, magistratura temporaria e limitata a principio ne' suoi poteri, essendo massima della Repubblica di non istabilire perpetua una magistratura, specialmente di grande importanza, quando prima vantaggiosi non se ne vedessero gli effetti. Quindi vedutane l'utilità, nell'anno j 1335 si rese ordinario e perpetuo.
      La congiura promossa dal doge Marino Faliero nell'anno 1355 diede cagione di aumentarsi al Consiglio dei Dieci; perchè dovendosi punire il capo della Repubblica, ed essendo questo un caso straordinario, si stimò conveniente di convocare all'adunanza a tal bisogno unita anche i più riputati del Senato e del Maggior Consiglio, e questi giunsero al numero di venti. Sembrando ciò utile, si segui l'esempio nei casi straordinani e nei più gravi, sicché divenne ordinario, e prese il nome di Consiglio dei Dieci e Giunta.
      La deposizione del doge Francesco Foscari pronunziata dal Consiglio dei Dieci e Giunta, non meno che da altri venticinque, scelti dal Maggior Consiglio per suggerimento di Jacopo Loredano, figlio di Marco che morì sul Po nell'armata, e tra cui e il doge medesimo ardevano fierissinie inimistà, diede motivo alla celebre riforma del Consiglio dei Dieci nel 1458. In appresso la Giunta stessa venne finalmente nel 1595 abolita.
      Ufficio principale di questo Consiglio era di mantenere la tranquillità dello Stato, e di assicurarla senza intoppo di forme o di riguardi.
      Con provvedimenti posteriori tentò più di una volta il Maggior Consiglio (li pone un freno alla smisurata potenza dei Dieci, massime per ciò che spettava alle cose politiche; ma la loro autorità in tutte le parti dell'edifizio civile rimase pur sempre molto estesa. Fra loro erano scelti gì' Tv quisi fori di Stato, i quali poi componevano il Consiglio dei Tre.
      Le denunzie si ricevevano da uno di questi.che ne riferiva ai compagni, e insieme consultavano se si dovesse informare dell'accaduto l'intero Consiglio. Opinandosi in contrario, l'accusato era posto in libertà; ma nel caso affermativo s'incominciava il giudizio, ricusandosi persino al reo l'ajuto di un difensore, la consolazione di vedere i parenti e gli amici, il conoscere i testimonii che lo accusavano ; e la sentenza emanata dal terribile tribunale si eseguiva inappellabilmente.
      Vedi Daru: Storia della Repubblica di Venezia, colle note di A. Bianchi-Giovini — Macchi, Storia del Consiglio dei Dieci.
      DIECIE PIANTE {Pianta diecice) (ihot.). V. Diclini fiori.
      DIECIMILA (Ritirata dei) (stor. ant.). — È la ritirata eseguita, sotto il coniando di Senofonte e di altri generali, da un corpo di 10,000 Greci, ch'erano passati agli stipendii di Ciro il Giovane, nella guerra da lui mossa contro suo fratello Artaserse II, re di Persia (401 av. Cristo).
      Dopo la battaglia di Cunaxa, nella quale mori Ciro, queste truppe si misero in cammino per tornare in Grecia, e non vennero a capo del loro disegno se non dopo pericoli e fatiche appena credibili, e dopo una marcia che durò quindici mesi. Senofonte nella sua opera intitolata Anabasi ci ha trasmesso un interessante racconto della spedizione, non meno che della ritirata (V. Anabasi, Artaserse II, Ciro il Giovine e Senofonte).
      DIEDRO (geom.). — Chiamasi angolo diedro lo spazio indefinito compreso tra due piani che s'incontrano, ossia la quantità più o meno grande di cui due piani non paralleli possono inclinarsi l'uno rispetto all'altro. Tale è lo spazio angolare compreso tra i due piani A E, AG (figura 2102) cheFig. 2102.
      si tagliano secondo la retta AH. Quest'intersecazione è il vertice o spigolo dell'angolo diedro: i piani che lo formano, ne sono le facce. A designare l'angolo diedro, quando è isolato, bastano le lettere del vertice; ma se più angoli diedri hanno il vertice comune, s'impiegano quattro lettere, due delle quali spettano ai piani che si considerano, e due alla loro comune intersecazione. Così AH designerebbe l'angolo diedro isolato formato dai piani AG.AE: ma se un terzo piano A F passa per lo stesso spigolo AH, allora il detto angolo si rappresenta conDAHG, per distinguerlo dagli altri angoli diedri DAHF. CAHG.
      I medesimi ragionamenti di cui ci siamo valsi per


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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