Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DI EIA l (IL) — DIERESI
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California Superiore, dopo San Francisco, a 32° 45' latit. N. e 117° 8' long. 0. (Greenw), con due città, la Vecchia e la Nuova dello stesso nome, con 2300 abitanti.
DIELAI (il) (biogr.). — Sotto questo nome fu conosciuto Gio. Francesco Surchi da Ferrara, morto, al dire del Baruffaldi, verso il 1590. Fu scolaro dei Dossi e prestò loro grande ajuto nelle pitture di Belriguardo, di Belvedere, della Giovecca e di Cepario. Fu eccellente figurista e il migliore ornatista del suo tempo. Nella sveltezza, vivacità, grazia delle figure e nel panneggiar facile e naturale si avvicinò a Dosso Dossi, e volle vincerlo nell'arditezza del colorito e nei lumi forti ; ma andò talvolta tropp'oltre, urtando nel crudo e nel dissonante.
Tra le opere che ci rimangono di lui sono due Prcsepii in Ferrara, e gli scrittori di belle arti sono divisi d'opinione nel dare all'uno o all'altro la preferenza; si accordano però nel qualificarli entrambi per eccellenti.
DIELETTRICI CORPI (fis.). — Faraday distinse col-l'epiteto di dielettrici quei corpi coibenti che si prestano in diverso grado a trasmettere l'azione di un corpo elettrizzato sopra di un altro. In qualunque esperienza di Elettricità statica (V.) fa d'uopo che il corpo elettrizzato sia circondato da corpi Coibenti (V.), affinchè possa mantenersi per qualche tempo in tensione elettrica e manifestare i relativi fenomeni. Tali corpi coibenti, siano aria, vetro, cera lacca, ecc., funzionano appunto quali corpi dielettrici. Dessi provano tutti, sotto l'azione di un corpo elettrizzato, un'attuazione molecolare (V. Attuazione elettrica), vale a dire che le loro molecole acquistano una specie di polarizzazione elettrica transitoria, da cui nascono due ordini di forze che prestamente si alternano e si dissimulano vicendevolmente nell'interno del corpo, il quale perciò manifesta due effetti particolari alle sue estremità. Avoga-dropare essere stato il primo a prendere in ispeciale considerazione l'ufficio dei corpi dielettrici nell'attuazione, ed il professor Massotti, sottoponendo i fatti di questo genere ad un esame analitico, giunse allo sviluppo di un'equazione, dalla quale risulta essere nulla la somma delle elettricità libere esistenti alle superficie conduttrici dei corpi che s'impiegano nelle esperienze dell'attuazione, c quindi delle facoltà dei corpi dielettrici.
Questa parte di elettriche dottrine non potendo essere svolta nè intesa isolatamente, verrà discussa con tante altre all'articolo Elettrostatica.
DIELITRA (bot.). — Genere di piante dell'ordine delle fumeriacee, originarie della Siberia e della Cina.
DIEMEN (van) Antonio (biogr.). — Governatore generale di Batavia, ossia delle Indie orientali olandesi, nato nel 1593 a Cuylenburg, Fallito nella mercatura e stretto dai creditori, passò nelle Indie, dove la sua bella scrittura gli procuiò l'impiego di segretario, dal quale sali alla più alta dignità. Amministrò il governo con grande abilità, e contribuì grandemente allo stabilimento del commercio degli Olandesi nell'India. Abele Jansen Tasman, ch'egli spedi con due navi ai mari meridionali nel 1642, diede il nome d; Terra di Van Diemen (Van-diemensland) ad un paese che fu considerato perlunga pezza come parte della Nuova Olanda, ma che poi si trovò essere un'isola. I moderni geografi, rendendo giustizia allo scopritore di questa terra, le dànno ora il nome di Tasmania (V.). Tasman scoperse eziandio la Nuova Zelanda.
Un altro navigatore spedito pure da Van Diemen fece scoperte nell'Oceano settentrionale del Giappone, che sono state confermate da navigatori dei giorni nostri. Una parte del N. O. della Nuova Olanda, chiamata pure Terra di Van Diemen, fu probabilmente scoperta più tardi, e forse dallo stesso Tasman. Van Diemen mori n#l 1645.
DIEMEN (terra di van) o Diemenia (geogr.). — Isola ed ora colonia inglese nel graude Oceano australe al S. della Nuova Olanda, scoperta da Abele Jansen Tasmau l'anno 1642. Lo scopritore le diede il nome del governatore olandese di Batavia che aveva preparata la spedizione, e i moderni geografi vanno generalmente d'accordo nel chiamarla Tasmania (V.).
DIENILO (chim.). — Gruppo di composti fatto da Loewig, clic comprende il formilo, e Yacetilo, ecc.
DIEPENBECK (van) Abramo (ò ^r.).— Pittore fiammingo, nato a;l Herzogenbosch nel 1599, morto uel 1675. Il suo fare è molto simile a quello di Vandyck. Si segnalò specialmente nella pittura sul vetro.
DIEPPI (geogr.). — Città della Francia, capoluogo di circondario nel dipartimento della Senna Inferiore, con 19,757 abitanti (1872), a 53 chilometri N. da Roano, sulla Manica, allo sbocco del-l'Arques. Da questo fiume, che gl'Inglesi chiamavano un tempo The Deep (il profondo), la città trasse il suo nome circa al x secolo, in cui essa non era che un casale di pescatori. La felice positura fece a poco a poco prosperare la colonia, ed in meno di quattro secoli, ove non sorgean che miserabili tu-gurii, si vennero aggruppando editizii ragguardevoli, sede di commercianti ricchi e potenti sul mare. Dieppe diventò uno dei più considerabili porti di Europa, e i suoi naviganti ebbero il vanto di molte scoperte nelle più remote contrade. Quantunque scaduta dall'antica grandezza, è ancora una città assai gradevole per il suo aspetto e per la sua vantaggiosa collocazione ; ha belle strade, comode case, e possiede nella chiesa di San Giacomo uno dei più splendidi templi di Francia. È sede d'una sottoprefettura, ha una borsa di commercio, una scuola nazionale d'idrografia, e molti altri utili istituti. Il suo porto, capace di accogliere duecento navi mercantili, ingombrato da banchi di ghiaja che rendevan malfido il ricetto, venne per ordine dell'imperatore dei Francesi in questi ultimi anni con molta spesa prolungato e reso miglioie. 1 lavori di avorio e i prodotti della pesca sono i principali oggetti in cui s'industriano i trafficanti di Dieppe, i quali attendono però anche alla costruzione navale.
DIERESI (poet.). — È la divisione di una sillaba in due, che praticasi talvolta dai poeti per comodo del verso.
Molti esempi ne somministra Lucrezio ed alcuni Virgilio (En., in, vs. 354), aulai in medio, e (v., vs. 747) attrai siniplicis ignem.
Non poche dieresi s'incontrano pure negli autori italiani: e cosi Dante disse (lnf.t ili):
Vidìo scritte al sommo di una porta :
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