Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIETERICL CARLO FEDERICO GUGLIELMO — DIETEROSCOPIO
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      pratico deve procurare di conservare liei corso delle malattie.
      Il porco, animale onnivoro, tollera anche lungo tempo la dieta più assoluta, massime se in istato d'impinguamento.
      I carnivori sono di tutti gli animali domestici quelli che reggono più lungo tempo ad un'astinenza assoluta senza gravi accidenti.
      Della dieta nelle malattie. — Nelle infiammazioni acute, dopo il salasso, la dieta è il mezzo più attivo di cura; ma è soprattutto nell'invasione e nel periodo di violenza delle flemmasie interne che la dieta dovrà essere severa. Gli animali dovranno avere costantemente bevande diluenti a discrezione; ed è principalmente nei calori della state e dell'autunno che il regime diluente dovrà essere prodigato agli animali affetti da infiammazioni acute.
      DIETERICI Carlo Federico Guglielmo (biogr.). — Uno dei più celebri statisti ed economisti della Germania, nato il 28 agosto 1790 a Berlino; morto il 30 luglio 1859. Cominciò i suoi studii all'Università di Koenigsberg e li continuò in patria, ove divenne precettore in casa il ministro di Stato Klewitz, e diè opera agli studii giuristici e storici sotto Sa-vigny, Eichhorn e Riihs. Nominato, nel marzo del 1813, ingegnere geografo da Scarnhorst, fece in tal qualità nel quartier generale di Bltteher la campagna del 1813-1814, ed allo scoppiare della seconda guerra nel 1815 entrò come utfiziale nel medesimo esercito di Bliicher, dopo essere stato nominato nel frattempo referendario presso il Governo civile d'Halberstadt. Dopo la pace ebbe lo stesso titolo presso il Governo di Berlino, e divenne successivamente assessore presso il Governo di Potsdam, e consigliere superiore nel ministero dell'interno. Oltre di ciò, ottenne, nel 1834, la cattedra d'economia politica all'Università di Berlino, e nel 1844, dopo il ritiro di Hoffmann, la direzione dell'Ufficio di statistica. Oltre molti opuscoli anonimi durante la guerra, Dieterici pubblicò le seguenti opere maggiori: Die Waldenser und ihre Verh<-nisse zum brandenb.-preuss Stant (Berlino 1831); — De via et ratione oeconomiam politicam docendi (ivi 1835), cui tenne dietro Geschichtliche und sta-tistische Uebersicht ueber die Universitàten in preuss. Staate (Berlino 1836). Le sue indagini statistiche contengonsi nelle sue due opere principali: Statistische Uebersicht iiber der wichtigsten tìegen-stdnde des Verkehrs und Verbrauchs im preuss. Staate und im Deutsch. Zollverbande (Berlino 1838) con quattro complementi, e Der Volkswohlstand im preuss. Staate (Berlino 1846), tradotto in francese da Moreau de Jonnès (Parigi 1848) e di cui il metodo fu approvato in Inghilterra, Francia e Alle-magna. Come direttore dell'Uffizio statistico, Dieterici pubblicò: Tabelle statistiche della Prussia secondo dati officiali (Berlino 1845) ; Tabellen und amtliche Nachrichten ueber den preuss. Staat fiir das Jahr 1849 (Berlino 1851), e dopo il 1848 Mit tkeilungen des Statistischen Vereìns. Come membro dell'Accademia delle scienze di Berlino, Dieterici trattò anche molte questioni d'economia nazionale generale negli Atti di quell'Accademia. La sua ultima opera principale fu YHandbuch der StatistiJc des prrussischen Staats (Berlino 1858), rimasto Nuova Encicl. Ital. Voi.
      incompiuto, ed il suo ultimo lavoro minore il bellissimo trattato sulla Popolazione attuale della terra, pubblicato nelle Mittheilungen aus Justus Per the s' Geographisch. Anstalt (gennajo 1859).
      DIETEROSCOPIO (astr. e tecn.). — Il prof. Giovanni Luvini ha immaginato un nuovo strumento astro-nomico-meteorologico-geodetico, che chiama diete-roscopio, il quale potrà essere (dice egli) utilissimo nelle osservazioni, poiché permette di studiare con metodo sicuro l'influenza delle condizioni atmosferiche sulla posizione apparente dei segnali.
      Ecco la descrizione di questo strumento, quale venne presentato alla R. Accademia delle scienze di Torino. Noi ci limitiamo a riferirla, senza dare per ora giudizii.
      Immaginiamo divisa la superficie dell'obbiettivo di un cannocchiale in due parti di area uguale o poco differente; per una di esse lasciamo penetrare senz'altro ostacolo i raggi luminosi provenienti da un oggetto lontanissimo, i quali vadano a formare un'immagine rovesciata nel piano focale principale.
      I raggi invece che passano per l'altra parte costringiamo a passare per un altro sistema di lenti, capace di raddrizzare l'immagine, senza allontanarla dal piano focale sopraindicato. Avremo con questa combinazione nel medesimo piano due immagini sovrapposte del medesimo oggetto, l'una diritta e l'altra rovescia, le quali si potranno considerare simultaneamente con un medesimo oculareI due cannocchiali, così compenetrati l'uno con l'altro, formeranno ciò che l'accademico francese Jurat propose per la prima volta nel 1778, ed a cui fu dato il nome di cannocchiale diplantidiano od iconantidiptico, per la sua proprietà di produrre immagini doppie ed opposte fra loro. La teoria, il perfezionamento e l'utilità di questo apparato ottico furono oggetto degli studii di Boscovich, di Eulero, di Amici e di altri.
      Lo strumento del prof. Luvini, chiamato dietero-scopio (strumento che serve a guardare a traverso dell'aria), è appunto un apparato di questa specie. I raggi paralleli emanati dai punti d'un oggetto infinitamente distante formano al foco di un obbiettivo acromatico un'immagine rovescia, e continuando il loro cammino, trovano un secondo obbiettivo confocale al primo, il quale loro restituisce il primitivo parallelismo. Escono dunque come se provenissero da un oggetto lontanissimo, simile al primo, ma rovesciato.
      Un cannocchiale comune è disposto in maniera da ricevere, con parte del suo obbiettivo, i raggi che hanno attraversato il sistema precedente, col-l'altra parte i raggi direttamente provenienti dall'oggetto. In questo cannocchiale si vedono dunque sovrapposte due immagini dell'oggetto, una diretta e l'altra rovesciata.
      L'applicazione fondamentale che l'autore fa di questo strumento consiste nel misurare le piccole variazioni della direzione in cui si vede un oggetto distante, sia che tali variazioni siano reali e provengano da uno spostamento dell'oggetto stesso, sia che derivino da giuochi di rifrazione atmosferica. In ogni sistema di due immagini simili ed appositamente collocate, vi è un centro di similitudine, nel quale si confondono l'immagine dirittaUL 33


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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