Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIETIL1NA — DIETZ FEODORO
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      giare e bere alla libera con lui, come aveva già fatto col re Dejotaro, pranzando nella costui reggia (Cic., Pro Dcjot., c. 7). L'imperatore Vitellio, ghiottone famoso, dicesi abbia conservata la sua salute, mangiando a crepapelle, a forza di emetici continui, mentre i compagni delle sue gozzoviglie, rifiutando siffatta precauzione, perirono tutti di crapula (Svet., in Vitella c. 13 ; Dion. Cai s., lxv, 2), cosicché uno di essi, impedito, per sua fortuna, da una malattia di pranzare con lui per alcuni giorni, ebbe a dire : Sarei certamente morto se non mi fossi ammalato. Anche le donne, dopo aver preso il bagno prima del pranzo, erano solite a bere vino e poi rigettarlo per aguzzar l'appetito ; per il che Giovenale ne faceva ad esse rimprovero scrivendo (Sat. vi, 427-28):
      .....[Falerni) sextarius alterDucitur ante cibum, rabidam faclurus orexim.
      (Prendesi avanti il pasto un altro sestiere, un litro all'incirca, del vino di Falerno, che susciti una rabbiosa fame) ; di guisa che potevasi adoperare il linguaggio gagliardo di Seneca, e dire (Cons. ad Helv., ix, § 10): vomunt ut edant; edunt ut vomant (vomitano per mangiare, e mangiano per vomitare) ; veg-gasi lo stesso Seneca, De provid., e. iv, § 11 ; ed Epxst. 95, §21.
      Cotesta riprovevole pratica di recere per poter più copiosamente mangiare consideravasi tanto efficace al rinvigorimento del corpo, che tutti gli atleti
      0 lottatori di professione l'adottavano a regime costante, venendo alimentati con tale sistema per essere più robusti nel farsi spettacolo di erculea forza ai degeneri quiriti nei circhi o uegli anfiteatri. Celso ciò non ostante (l. c., p. 28) mette in avvertenza
      1 suoi lettori contro l'uso troppo frequente degli emetici senza necessità, e solo per mera ghiottoneria e voracità, soggiungendo che nessuno il quale abbia un po' di riguardo per la sua salute, e desideri pervenire ad una tarda età, deve farsi dell'uso dei vomitorii una pratica giornaliera (Mid-dleton, Life of Cicero; Casaubonus, Sapra Sveton., I. c.). Noteremo da ultimo che le altre sei parti della medicina degli antichi erano la chirurgia, od arte di medicar le piaghe ; la patologia, o dottrina dei morbi e malori ; la farmaceutica, o dottrina dei farmaci e rimedii ; la fisiologia, o dottrina della natura e funzione del corpo umano ; la semeiotica, o dottrina dei sintomi e segni di una malattia; e la terapeutica, od arte di curare propriamente detta. Queste sette parti furono poi ridotte a cinque : 1° fisiologia, che comprendeva anche l'anatomia ; 2° etiologia, o dottrina delle cause dei morbi ; 3° patologia; 4° semeiologia; 5° terapeutica, finché Celso ne stabilì sole tre, dicendole le tre grandi divisioni, ossia i tre principali rami dell'arte e scienza della medicina: dietetica, farmaceutica e terapeutica, supponendo la prima la conoscenza di tutto ciò che si riferisce alla struttura del corpo umano, alla sua natura e funzioni ; come la terza comprende nell'arte del curare anche i modi speciali che dennosi osservare nel trattamento delle ferite e delle piaghe ; nè potendosi descrivere i rimedii ed applicare i farmaci senza la conoscenza perfetta dei morbi, delle cause che li produssero, e senza l'intuizione dei veri e non fallaci e mascherati segni di ognimalattia e di ogni modificazione più leggera della medesima.
      DIETILINA (chim.). — Corpo ottenuto da Berthelot scaldando a 100°, per 24 ore, glicerina, etere bro-midrico con eccesso di potassa.
      DIETINA (sfor.). — Diminutivo di dieta, col quale designavansi in Polonia certe assemblee provinciali della nobiltà (V. Dieta).
      DIET0SSALIC0 ACIDO (chim.). — Ottenuto sostituendo alle molecole dell'acido ossalico un atomo di ossigeno unito al carbonio con un atomo d'idrogeno ed un radicale alcoolico.
      DIETRICH o DIETRICY Cristiano Guglielmo Ernesto (biogr.). — Uno dei migliori pittori della scuola tedesca, nato a Weimar nel 1712. Ebbe le prime lezioni dal proprio padre a Dresda, ove aveva fermato stanza, e peifezionossi sotto la direzione di Alessandro Thiele, e con lo studio indefesso dei grandi modelli. Per l'intelligenza dei principii generali appropriandosi tutte le maniere, egli fu felicissimo imitatore di tutte le scuole e un vero proteo nella sua arte. L Adorazione dei Magi è una delle sue più belle opere; il carattere delle teste, il colorito e la finitezza non vi lasciano quasi niente a desiderare. Quantunque fosse abile ad imitare tutti i generi, quello di Rembrandt lo dominò senza soggiogarlo, e vi si attenne con buon successo, aggiungendo alle bellezze storiche, che in lui studiava, perfezioni di paesi che mancavano al suo modello. Perciò, dopo che si è ammirato in una Crocifissione la sublimità del soggetto principale, gli occhi si fermano con piacere sopra un monti-cello, in cui si vede la varietà dei colori ed i tratti di pennello di un Both e di un Wouwermans, con tutte le delicatezze dell'arte che rende ragguardevole la scuola fiamminga. I tocchi magnifici e pastosi caratterizzano in generale le pitture di Dietrich. Rivale di Berghem nelle figure dei paesetti, imitò da Elzheimer la grande maniera d'intrecciare gli alberi, e da Salvator Rosa i tagli delle rocce.
      Dietrich fu inoltre incisore ad acqua forte, e negli intagli fu ancora più variato che nelle pitture. La raccolta di essi, composta di circa centosessanta rami, si trova di raro compiuta. Molti de' suoi quadri sono nella celebre galleria di Dresda, e quella di Vienna ne possiede parecchie di grande e ricca composizione. Questo celebre artista cessò di vivere a Dresda nel 1774.
      DIETZ Feodoro (biogr.). — Valente pittore di battaglie, professore e presidente della Scuola di arti in Karlsruhe, nato nel 1812, e secondo altri nel 1813, in Neuenstetten nel Badese ; morto il 18 di dicembre 1870, capo del servizio sanitario nelle truppe badesi. Allievo per cinque anni del Politecnico di Karlsruhe, dedicossi alla pittura, e per beu riuscirvi frequeutò l'Accademia di Monaco, compiendo i suoi studii sotto l'abilissimo Foltz. Reduce in patria, fecesi subito vantaggiosamente conoscere col magnifico quadro della morte di Mas-similiano Piccolomini, che gli procacciò il primo premio, e fu poi comperato da quella Pinacoteca, incoraggiato dal successo, scelse le vicende guerresche del secolo xvn per tema de' suoi lavori, di cui giovi rammentare i seguenti : Sconfitta di Gustavo Adolfo e Pappenheim a Lutzen ; Il Margravio
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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