Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIFESA DELLE PIAZZE FORTI 52 4
      tacco e della difesa delle piazze, consacrando unicamente gli ozii della pace ai simulacri dei combattimenti e delle battaglie. Tutto ciò che si riferisce all'attacco ed alla difesa, non solo delle piazze forti, ma ancora dei trinceramenti di ogni specie, è stato generalmente trasandato ; nè dee recar meraviglia se alcune piazze fortemente costituite non hanno offerto tutta la resistenza di cui erano capaci, ciò che deve ascriversi all'inesperienza delle truppe, che non avevano ricevuta l'educazione militare corrispondente, ed alla poca abilità dei governatori, i quali, sebbene dotati di animo coraggioso e forte, commettevano spesse volte errori irreparabili, per non essere nè punto nè poco istruiti delle proprietà della fortificazione.
      In ogni tempo la difesa ha preso norma dall'attacco, e si concepisce facilmente come chi si difende debba opporre mezzi uguali, se non superiori a quelli che sono immaginati da chi attacca. Gli antichi impiegarono nell'attacco le Baliste, le Catapulte, gli Onagri, i Mangani, le Torri, ecc. [vedi queste voci), e i difensori si opposero colle medesime armi, usarono le mani di ferro ed altre applicazioni della grue, colle quali afferravano gli altaleni e gli arieti, e si adoperarono colle sortite e coi mezzi incendiarli per combattere gli assedianti e distruggere le loro macchine. Ma dopo l'invenzione della polvere pirica, agl'ingegni degli antichi sottentrarono le bocche da fuoco, e cosi, mutate le condizioni dell'attacco delle piazze di guerra, si dovettero ugualmente mutare quelle della difesa, la quale venne sottoposta a nuove combinazioni, e consiste ormai nei fuochi, nei regressi offensivi e nella creazione di nuovi ostacoli convenientemente disposti, vale a dire, nell'uso ragionato di tutti i mezzi offerti all'assediato dalla fortificazione e dall'arte militare per costringere il nemico a camminare con lentezza e circospezione, e per rendere più tarda che sia possibile la resa della piazza. Dunque a conseguire il massimo effetto nella difesa di una piazza forte ben costituita contribuiscono non solo il valore intrinseco delle fortificazioni, gli accidenti e le difficoltà del terreno che le circonda, ma principalmente l'energia, la costanza, il grado d'istruzione delle truppe, e sopra ogni altra cosa l'abilità, le cognizioni, le doti militari e la perizia del capo a cui ne viene affidato il comando.
      Le regole generali alle quali va soggetta la difesa delle piazze forti sono state dedotte dai principii della fortificazione e della tattica e dalla sperienza degli assedii. Queste regole, che esporremo compendiosamente, abbracciano il complesso degli elementi della difesa, cioè : la forza e la composizione della guarnigione; il numero e la natura delle armi; la quantità delle provvisioni d'ogni sorta; le disposizioni che debbono precedere l'attacco ; le operazioni ed i lavori che si eseguiscono nel corso della difesa immediata.
      IL Presidio o guarnigione. — Il numero delle truppe che si racchiudono in una piazza forte si regola in modo che possa rigorosamente bastare ai bisogni della difesa, in ragione dell'importanza della piazza, dell'estensione delle fortificazioni e degli attacchi che può intraprendere il nemico, dovendosi inoltre nelle città fortificate badare allo spirito dacui è animatala popolazione.Una guarnigione troppo debole è prontamente affievolita dall'eccesso delle fatiche, dalle malattie e dalle perdite, e cosi ridotta all'impotenza di continuare la difesa. Dna guarnigione troppo numerosa ha pure l'inconveniente di accelerare la resa della piazza, perchè il consumo giornaliero dei viveri e delle provvisioni, che il numero limitato dei magazzini non permetto di aumentare indefinitamente, non è proporzionato alla loro quantità ; perchè mancano i mezzi di ripararla convenientemente dai tiri curvilinei del nemico ; e perchè le malattie si moltiplicano in ragione della massa degli uomini racchiusi in uno spazio limitato. Varie sono le basi indicate dagli autori per determinare la forza numerica della guarnigione necessaria alla difesa di una piazza. Alcuni convengono nel fissare la forza della fanteria a 590 o 600 uomini per bastione, aggiungendo J/io di questa forza per la cavalleria; l/ì0 per l'artiglieria; '/so Per il genio; ed uno stato-maggiore proporzionato all'importanza della piazza. Da questo numero si terrebbe la forza corrispondente alle parti che si reputano inaccessibili; e quanto alle opere addizionali, si aggiungerebbero 100 o 150 uomini per ogni lunetta o piccola opera avanzata, 300 per un piccolo forte, 900 per un'opera a corona semplice e 1800 per un'opera a corona doppia. Volendo opporre la resistenza più vigoiosa, converrebbe custodire le opere esterne nella stessa guisa del corpo di piazza, ed allora si richiederebbero da 900 a 1000 uomini per fronte.
      Ma in generale si fissa la forza della guarnigione misurando la lunghezza della strada coperta del fronte d'attacco, comprese le piazze d'armi collaterali; il numero degli uomini è determinato da quello dei metri conteuuto in questa lunghezza, quaudo la piazza ha soltanto le mezzelune ; la forza cosi ottenuta si aumenta di V3 se la piazza ha le controguardie davanti ai bastioni ; di s/3 se le controguardie coprono i bastioni e le mezzelune, o se la piazza ha un ordine di mine difensive ; e si raddoppia se esistono grandi opere avanzate o due ordini di mine. Quindi si aggiungono gli uomini ne-cessarii per la sicurezza delle porte, delle comunicazioni, dei magazzini e per il buon ordine interno. La somma indicherà il terzo della fanteria, cioè la parte che è di servizio, e però triplicando questo numero se ne avrà la forza totale. Per l'ai tiglieria si calcola '/io della fanteria, oppure si contano tre cannonieri per pezzo ed uno per mortajo, obice o petriere, con 6 sergenti per ogni 100 uomini. 11 genio e la cavalleria saranno più 0 meno numerosi, secondo i bisogni della difesa ; in generale si può fissare la forza di ciascheduna di queste armi a '/jw della fanteria. Finalmente si aggiungeranno i guarda-magazzini, gl'infermieri, i domestici, ecc., e lo stato-maggiore della piazza.
      Nelle città fortificate che racchiudono una grande popolazione avversa 0 mal disposta alla difesa, la guarnigione ne dovrà almeno uguagliare il sesto, affinchè, occorrendo, si possa disporre della metà di questa forza per reprimere le sedizioni.
      III. Armi. — L'armamento generale in una piazza comprende tutte le armi da fuoco e da taglio che si debbono impiegare nella sua difesa e tutti gli
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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Baliste Catapulte Onagri Mangani Torri IL Presidio