Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIFESA DELLE PIAZZE FORTI 52 4
      I combustibili ed i foraggi si raccolgono nei luoghi meno esposti agli attacchi. Il fieno può essere ridotto al sesto del suo volume col mezzo del torchio idraulico.
      La piazza dovrà possedere un numero sufficiente di mulini da cavallo o da braccio per macinare giornalmente le razioni necessarie pei bisogni della guarnigione, con un numero proporzionato di forni. I pozzi e le cisterne dovranno essere capaci di fornire acqua abbondante e di buona qualità. I forni si fanno comunemente di 12 metri quadr. di area, sufficiente per ricevere 500 razioni, ossia 250 pani di 22 centimetri di diametro. Il numero dei forni si aumenta di un terzo oltre il necessario, affinchè il servizio non rimanga interrotto, ove alcuno di essi esigesse qualche restaurazione, o fosse distrutto dai progettili dell'aggressore.
      Come si calcola in generale che 1/10 del presidio sarà costantemente negli ospedali, durante un assedio, fa d'uopo adottare per tempo le necessarie misure perchè siano ben trattati e la negligenza non ne cresca il numero. Tra le regole principali è da ritenersi che il volume minimo dell'aria richiesta nelle sale è di 20 metri cubi per ogni malato; ogni dodici malati vogliono un infermiere. Le discipline igieniche additano il resto.
      V. Disposizioni che precedono Vattacco. — Il governatore di una piazza forte, appena è dichiarato lo stato di guerra, dovrà avvertire a rendere compiuto l'apprestamento delle provvisioni di ogni sorta, darà gli ordini opportuni affinchè gli abitanti siano forniti della necessaria quantità di viveri, e se lo richiedono le circostanze manderà fuori della piazza gli stranieri, i vagabondi, ed in generale tutte le bocche inutili che colle querele e collo spavento preparano le sedizioni ed aumentano la confusione intanto che consumano le vettovaglie. Quindi essendo la piazza minacciata di prossimo assedio, farà eseguire tutti i lavori che sono giudicati indispensabili per metterla in ottimo stato di difesa. Perciò sarà cura del governatore: 1° Di restaurare le fortificazioni e i parapetti ; regolare le pendenze; ristabilire le bai bette, le banchine, le rampe, ecc.; piantare le palizzate e le barriere intorno alla strada coperta; disporre le comunicazioni e chiudere quelle che non sono necessarie alla difesa; preparare le scale e le rampe di legno per discendere nei fossi asciutti, non che le barche e i materiali necessarii per la costruzione dei ponti di cavalietti, delle zattere, ecc. per comunicare attraverso ai fossi inondati ; riordinare i ponti stabili e levatoi, non che gli argini e le cateratte per le inondazioni. 2° Si provvederà alla salubrità ed alla sicurezza degli alloggi, magazzini, ospedali, forni, pozzi e cisterne ; le vòlte delle fabbriche a resistenza di bomba si copriranno di un metro di terra; gli altri edificii che non sono fatti a resistenza di bomba, ugualmente che i forni, i pozzi, le cisterne, le porte dei magazzini, si ripareranno dagli effetti dei tiri curvilinei col mezzo di Blinde (V.). 3° S'istituiranno, se già non esistano, alcune compagnie di pompieri per accorrere a spegnere gl'incendii che talora si manifestano anche negli edificii blindati. 4° Il terreno che sta intorno alla piazza, oltre la strada coperta, dovrà essere sgombro per un raggiodi 1200 metri, media cacciata del cannone, e per un raggio maggiore e proporzionale per i cannoni di più grosso calibro ; quindi si faranno abbattere nella corrispondente periferia le case, tagliare gli alberi e le siepi, empiere i fossi ecc., per togliere ogni nascondiglio al nemico ; si daranno alle fiamme gli oggetti che non servono alla difesa, si condurranno nella piazza gli oggetti di cui potessero per avventura scarseggiare i difensori, come bestiami, foraggi, ecc., e particolarmente quei legnami che possono servire per le fascine e pei gabbioni, graticci, salsiccioni, ovvero per la costruzione dei ponti, delle blinde, delle palizzate, ecc. Si tagliano gli alberi e le siepi all'altezza di 60 centimetri affinchè servano d'inciampo agli aggressori. Si demoliscono le case troppo vicine agli spalti, e se ne ricovrano i materiali o si disperdono; ma si conservano quelle parti di sobborgo che non nuocono alla difesa, e si afforzano con tutti i mezzi dell'arte, rizzando barricate e palanche, praticando feritoje nelle case e nei muri di cinta, ecc., tanto che la guarnigione possa difendervisi per qualche tempo molestando o respingendo gli attacchi. Talvolta si proteggono i sobborghi coprendoli col mezzo di fortificazioni campali. Alcuni autori consigliano di sotterrare lungo
      10 spalto, ed a 50 centimetri di profondità, grossi macigni o tavoloni incrocicchiati per cui venga ritardato il progresso delle zappe nemiche. Questo mezzo riuscirà sommamente vantaggioso se nel momento in cui i tavoloni saranno rimossi dall'asse-diante avverrà lo scoppio di qualche fugata, poiché
      11 timore di nuove esplosioni lo renderà lento e circospetto nel proseguimento dei suoi lavori. A queste disposizioni preparatorie terrà dietro la costruzione di quelle opere avanzate, come le treccie al piede dello spalto, o di quelle altre inaccessibili, in siti scoscesi od allagati, che si crederanno utili per battere di fianco e di rovescio, ovvero da lontano, gli attacchi presupposti del nemico. 5° Mentre si eseguiscono gl'indicati lavori, il governatore dovrà premunirsi contro le sorprese, osservando le porte e gli aditi per cui si giunge alle fortificazioni, e vegliare specialmente alla sicurezza del corpo di piazza, collocando tutto all'intorno un numero sufficiente di sentinelle somministrate da piccoli posti stabiliti sul rampale, cioè uno di 10 uomini all'angolo sagliente del bastione, ed uno di 7 uomini vei so ciaschedun angolo alla spalla. Le sentinelle sono separate da un intervallo di 60 m., limite a cui può giungere la voce di un uomo in tempo di forte pioggia o di vento impetuoso. Ad ogni fronte si assegna una riserva di 30 uomini con un comandante che può disporre di una risei va centrale di 100 a 150 uomini, pronta a portarsi dove lo esigono le circostanze per opporsi ai tentativi del nemico e dare alle altre truppe il tempo necessario per correre alle armi. Se la guarnigione è sufficientemente numerosa si provvederà ugualmente alla guardia della controscarpa, ordinando ai piccoli posti distribuiti lungo la strada coperta di ritirarsi, in caso d'attacco, nei ridotti delle piazze rientranti o sulle tanaglie. Le mezzelune e le altre opere comprese tra la strada coperta ed il corpo di piazza possono rimanere senza guardia speciale. I posti per la guardia delle opere avanzate sai anno di 30,
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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Disposizioni Vattacco Blinde