Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIFESA DELLE PIAZZE FORTI
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      60 o 120 uomini, secondo la loro diversa importanza. 6° Quando gli ufficiali del genio avranno fatte le necessarie riparazioni, ecc., il comandante dell'artiglieria provvederà all'armamento di sicurezza col detto numero di pezzi, ponendo i cannoni dei fianchi in cannoniera, ed in barbetta quelli degli augoli sa-glienti per tener lontano il nemico all'epoca dell'investimento. Alcuni pezzi di piccolo calibro posti nelle opere avanzate all'avvicinarsi del nemico serviranno a contrariare le sue prime operazioni. 7° Avuto avviso della marcia del corpo d'investimento, il governatore manderà fuori della piazza alcune truppe comandate da un ufficiale sperimentato per osservare il nemico e costringerlo ad estendere la sua linea. Queste truppe non debbono azzuffarsi col nemico senza avere la certezza di riportare qualche vantaggio. Tuttavia dobbiamo osservare che in tutti gli assedii notevoli per la loro durata i governatori non hanno abbandonato i posti esterni, che avevano saputo crearsi, se non dopo di averli disputati colla massima tenacità.
      VI. Difesa immediata. — La difesa di una piazza si divide in tre periodi corrispondenti a quelli dell'attacco regolare ; il primo abbraccia una parte delle disposizioni preliminari, e comprende la condotta dell'assediato dall'epoca dell'investimento fino all'apertura della trincea ; il secondo, dall'apertura della trincea fino allo stabilimento dell'assediante alla coda dello spalto; il terzo, da questo stabilimento, ossia dalla costruzione della terza parallela fino alla capitolazione.
      a) Primo periodo. — Il governatore della piazza divide la guarnigione in tre parti uguali, di maniera che le truppe abbiano un giorno di servizio e due di riposo. 11 primo giorno un terzo della guarnigione veglia alla guardia delle opere ; il secondo giorno riposa al bivacco, pronto a portare soccorso dovunque lo esigano le circostanze ed a fornire gli uomini necessarii per le sortite ; il terzo giorno si abbandona al riposo nei quartieri. Ove lo permetta la forza numerica della guarnigione, sarà preferibile di regolare il servizio dividendola in quattro parti, ed a questo modo le truppe potranno più facilmente sopportare le fatiche della difesa. Quando la piazza sarà investita si dovrà vegliare doppia-niente in ogni parte. Un cordone di sentinelle disposte come abbiamo detto lungo la strada coperta e fomite da piccoli posti di dodici uomini raccolti nelle piazze d'armi rientranti, con alcuni drappelli di quindici uomini nelle mezzelune dei fronti accessibili gioveranno a meglio schermirsi dalle sorprese. Queste precauzioni riescono inutili quando i fossi sono pieni d'acqua. La guardia ordinaria interna della piazza sarà per lo meno raddoppiata. Nelle città fortificate gli abitanti concorreranno alla difesa, e saranno incaricati del servizio interno, del trasporto dei feriti, dell'estinzione degl'incendii, ecc. Le truppe che si mandano fuori della piazza per opporsi alle prime operazioni dell'investimento rientrano comunemente sul cader del giorno. Intanto il governatore si adoprerà con ogni mezzo onde impedire le ricognizioni, cioè coi posti delle freccie collocate al piede dello spalto, colle pattuglie notturne, le cui piccole vanguardie si spingono fino a 200 o 300 metri oltre la strada coperta, e con buoni ber-
      saglieri che staranno in agguato per sorprendere o colpire gli ufficiali del genio dell'assediante, e porrà ogni cura per conoscere il punto dell'apertura della trincea col mezzo delle spie, dei disertori, delle ricognizioni, e col rischiarare di notte tempo la campagna con palle luminose lanciate tratto tratto tutto all'intorno della piazza ; ma dovrà badare principalmente a non lasciarsi ingannare da fìnte dimostrazioni di attacco. Il primo uso del cannone di grosso calibro avrà per oggetto di costringere l'assediante ad allontanare il suo campo se lo avrà stabilito troppo vicino alla piazza.
      Quando il governatore avrà scoperto lo stabilimento dei depositi di trincea ed acquistato la certezza che il nemico si è mosso per procedere alla costruzione della prima parallela, porrà l'intiera guarnigione sotto le armi e farà condurre dal lato dell'attacco tutta l'artiglieria di riserva. Si rischiareranno i lavori dell'assediante lanciando gran copia di palle luminose, e si batteranno con un fuoco continuo di mitraglia. Gioverà lo scagliare alcune granate nella direzione delle comunicazioni e l'uscire con alcuni pezzi d'artiglieria leggiera oltre lo spalto. In capo a due o tre ore dovrà cessare il tiro di mitraglia, poiché allora i lavoratori sono riparati dalla trincea, e si farà un fuoco lento di obici e di cannoni, bersagliando di sbieco e nella direzione delle capitali. Una sortita contro lo stabilimento della prima parallela riuscirebbe raramente vantaggiosa, a motivo della distanza di questa trincea dalla piazza, e sarebbe una fazione troppo pericolosa, tranne il caso in cui la forza della guarnigione fosse tale da poter promettere un felice successo.
      b) Secondo periodo. — Lo stabilimento della prima parallela non lancia più alcun dubbio sulla scelta del fronte d'attacco, e però i difensori dovranno condurre su questo fronte, non che sui fronti collaterali, tutti i pezzi d'artiglieria disponibili, lasciando soltanto un cannone di grosso calibro agli angoli saglienti degli altri bastioni, ed uno di piccolo calibro in ciascuno dei loro fianchi; si farà intanto un fuoco vivissimo sopra tutti i lavori del nemico, sparando i pezzi superiormente ai parapetti finché non avrà ultimata la costruzione delle sue batterie, comunque le collochi nella prima o nella seconda parallela. Cosi l'armamento di sicurezza sarà cangiato in armamento di difesa, poiché la massima parte dell'artiglieria si tioverà raccolta sul fronte d'attacco. Poniamo che l'attacco comprenda un bastione colle due mezzelune laterali, e che la piazza sia ben fornita d'artiglieria, l'armamento di difesa potrà ordinarsi come segue : 1 obice all'angolo sa-gliente del bastione con 5 cannoni di grosso calibro sopra ogni faccia ; 1 obice all'angolo sagliente di ciascheduna delle due mezzelune laterali con 6 pezzi di piccolo calibro sopra ogni faccia interna e 3 sopra ogni faccia esterna; 5 cannoni di grosso calibro sopra ciascheduna faccia interna dei due bastioni laterali, e 4 sopra ciascheduno dei loro fianchi in terni ; 1 obice all'angolo sagliente di ciascheduna delle due mezzelune collaterali con 4 cannoni di picciol calibro sopra ogni faccia interna ; 20 mortai distribuiti sul terrapieno dei bastioni e principalmente nei ridotti delle mezzelune ; si aggiungeranno ancora 16 pezzi, dei quali i % almeno di obici, per
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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