Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIFESA DELLE PIAZZE FORTI
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      Dando alla piazza, il fuoco di moschetteria acquista maggiore importanza, e però deve eseguirsi con maggiore vivacità. Il ciglio dello spalto è coronato di sacchi pieni di terra, e presenta di metro in metro le necessarie feritoje. I fucilieri così riparati bersagliano gli zappatori, cui possono scoprire durante il giorno, e in tempo di notte fanno piovere una tempesta di palle sul terreno percorso dalle zappe volanti. Se l'efficacia dei fuochi costringe il nemico ad impiegare la zappa piena nella costruzione delle mezze-parallele, se ne impedirà il progresso battendo di pieno colpo il gabbione fascinato, e si dirigeranno i fuochi di 3 o 4 pezzi contro una stessa testa di zappa, adoperando piccole cariche, purché la palla abbia la forza sufficiente per rovesciare i gabbioni. In questo punto si tolgono alcuni obici dalla strada coperta per sostituirvi altrettanti petrieri. Coi grossi mortai si tormentano le batterie, coi piccoli le trincee, coi tiri di rimbalzo gli approcci, col tiro dei petrieri si colgono i lavoratori al momento in cui si coricano sul fondo delle trincee onde evitare lo scoppio delle bombe. In tempo di notte si rischiara il terreno con palle luminose e con fascine incatramate accese sul ciglio dello spalto, e si fa un fuoco vivissimo di moschetteria, affinchè il nemico non possa lavorare alla zappa volante. Se l'artiglieria è ben diretta, il lavoro delle zappe progredirà lentamente, e però le batterie dell'assediante faranno ogni sforzo per impedirne l'azione, quindi sarà utile il mutare frequentemente la posizione dei pezzi per ingannare il nemico e costringerlo a cangiare la direzione de' suoi fuochi. Finalmente l'epoca dello stabilimento dell a terza parallela sarà quella in cui la difesa dovrà prendere una nuova energia. Al momento in cui l'assediante mette il piede sul terreno della fortificazione, il governatore, sotto la protezione di essa, divenuta più efficace, dovrà impiegare tutta l'attività della guarnigione e tutti gli espedienti del proprio genio, prodigando per ogni verso i mezzi difensivi fino a quel punto parcamente usati, onde ritardare la costruzione di questa piazza d'armi, e contendere palmo a palmo tutte le parti del terreno comprese nel suo campo di battaglia.
      e) Terzo periodo.— Durante il lavoro della terza parallela non si cangia in alcun modo la disposizione dell'artiglieria, ma appena sarà intrapreso si dovrà tentare una vigorosa sortita. Perciò si attaccherà là trincea, di fronte con quattro compagnie di granatieri, e di fianco con due altre compagnie da ambe le parti ; seguiranno gli ufficiali del genio coi lavoratori per rovesciare ed incendiare i gabbioni, colmare le trincee, inchiodare i pezzi, ecc. I granatieri caccieranno il nemico a colpi di bajo-netta e serberanno le cartucce per la ritirata. Costretti a retrocedere, per l'arrivo delle forze dell'assediante, rientreranno nella strada coperta, dalla quale si ricomincierà un vivo fuoco di moschetteria. Questa sortita si eseguisce comunemente di notte ; se di giorno, la sua ritirata si potrà proteggere efficacemente coll'artiglieria della piazza. Compiuta la terza parallela, ne verrà impedito il tiro delle batterie dell'assediante. Allora si concentreranno i fuochi dei mortai sulle teste delle zappe € si lancieranno di rimbalzo alcune bombe nellecomunicazioni. Intanto si ricondurrà sul rampale alcuno dei pezzi di riserva e si ripareranno le cannoniere con buone portiere di quercia, onde preservare gli artiglieri dai colpi dei bersaglieri nemici. Se dalla disposizione particolare della terza parallela si può arguire che il nemico voglia attaccare la strada coperta di viva forza, se ne ritireranno i pezzi d'artiglieria e le truppe, lasciandovi soltanto il numero d'uomini necessario per continuare il fuoco di moschetteria ; si rinforzerà però la guardia delle piazze d'armi rientranti con piccole riserve di 15 o 20 uomini. Sboccando il nemico dalla terza parallela, la guardia della strada coperta gli farà addosso una scarica a bruciapanni, quindi si ritrarrà dietro le prime traverse per fare una seconda scarica, e se troppo vivamente incalzata si raccoglierà nelle piazze d'armi rientranti o nei loro ridotti. Allora tutte le opere, la cui strada coperta è stata attaccata, faranno un fuoco terribile di moschetteria e di mitraglia sugli aggressori ; se il fuoco di poche ore non vale a respingerli, si agirà con un regresso offensivo così dentro come fuori della strada coperta. Le truppe che sboccano dalle piazze d'armi rientranti percorrono rapidamente lo spalto, battono di fianco e di rovescio l'assediante che ripara dietro il coronamento intrapreso sul ciglio di esso, ed i lavoratori che seguono, rovesciano i gabbioni e distruggono l'alloggiamento. Ma se il nemico parte dalla terza parallela per progredire lentamente con un attacco per industria, e procedere alla costruzione dei Cavalieri di trincea (V.), la difesa dovrà usare un fuoco vivissimo ed alterno di petrieri e di moschetteria, e concentrare il maggior numero dei tiri dell'artiglieria sulle teste delle zappe. Si tormenterà principalmente lo stabilimento del cavaliere di trincea con una tempesta di granate. Piccole e frequenti sortite notturne piomberanno addosso ai zappatori, rovesceranno i gabbioni, distruggeranno il gabbione fascinato con sacchi pieni di polvere e con materie incendiarie, getteranno alcune granate nelle trincee, e fatta l'una o l'altra di queste operazioni, si ritireranno senza frapporre indugio. Giunto il nemico in prossimità della strada coperta per fame il Coronamento (V.), ne rimarrà impedito il tiro delle sue batterie d'infilata, ed in questo punto ripiglerà vigore il fuoco della piazza. I mortai e i petrieri della strada coperta saranno raccolti nelle piazze d'armi rientranti e disposti successivamente nelle comunicazioni o sulle tanaglie, e quando i progressi della zappa costringeranno i difensori alla ritirata, si difenderà il terreno palmo a palmo e di traversa in traversa, molestando il nemico con granate lanciate colla mano o con piccoli mortai detti alla Coehoorn (V.), e con replicate sortite di 10 o 15 uomini, che, gettandosi repentinamente sulle teste delle zappe, ne roveseieranno alcuni gabbioni, ed impediranno per qualche tempo il proseguimento del lavoro, cacciando il gabbione f ascinato nel fosso della trincea. Le parti di strada coperta non coronate continueranno a tormentare i lavori dell'assediante fino a tanto che non sarannc battute di rovescio.
      11 coronamento della strada coperta degli angoli saglienti delle mezzelune e le successive costruzioni delle batterie di breccia costringono l'assediato a
     
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 1)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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Cavalieri Coronamento Coehoorn