Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIFESA DELLE PIAZZE FORTI
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mossa, e si faranno percorrere le contrade da numerose pattuglie di fanteria e principalmente di cavalleria. La posizione dell'assetante diventa più difficile a mano a mano che s'inoltra sul terreno delle fortificazioni, poiché, invece di avviluppare, l'assediato si trova al contrario avviluppato ne' suoi attacchi. Perciò i difensori si adopreranno coi mezzi già indicati per respingere gli assalti, ed opporranno una resistenza vigorosa ed ostinata, evitando però di mischiarsi cogli assalitori, per non compromettere la sicurezza dei trinceramenti interni, i quali si difenderanno successivamente cogli stessi mezzi fino a tanto che, aperta nuovamente la breccia, la guarnigione che ne avrà sostenuto l'assalto si ritirerà in un ultimo ridotto per ottenere un'onorevole Capitolazione (V.), qualora si abbia avuto l'avvertenza di chiudere con barricate i rampali e tutti i passi che dànno accesso alla città, dovendosi frenare il primo impeto del nemico per dar tempo alla guarnigone di riparare nel suo ricovero. In alcuni casi la guarnigione potrà uscire per una porta opposta agli attacchi dopo di avere distrutto per mezzo della mina una parte delle fortificazioni, e tenterà di aprirsi una strada attraverso alle truppe del nemico per ritirarsi sopra qualche piazza o su qualche corpo d'armata vicino. Nelle fortezze d'oggidì siffatte mine (V. Mine di demolizione) soglionsi preparare nei luoghi appositi, divisati all'atto della costruzione delle opere murali, s ccome parti integranti di tutto l'insieme della difesa.
Firmata la capitolazione e fatta la consegna della piazza, il governatore ritirerà la debita ricevuta degli oggetti lasciati in potere del nemico. Ove poi venisse levato l'assedio, farebbe procedere alla ricognizione dello stato in cui si trovano le artiglierie, le munizioni ed i materiali rimanenti, e prov-vederebbe sollecitamente alla riparazione dei danni sofferti.
Tali sono i principii generali della difesa. Le circostanze particolari della guerra, la natura del terreno, la forma e la distribuzione delle fortificazioni, l'ardore da cui saranno animati i difensori, i mezzi adoperati dall'attacco, suggeriranno quegli altri provvedimenti che gioveranno a rendere più lunga e più ostinata la resistenza. E qui abbia luogo l'osservazione che, dove siano grosse acque e i lavori idraulici e la natura dei piti lo concedano, non è da tralasciarsi l'allagamento artificiale dei dintorni della fortezza e l'inondazione delle parallele nemiche. E se la fortezza giaccia su d'un fiume
0 canale, di cui l'avversario abbia, a così dire, le chiavi, perchè collocato nella sua parte superiore, a monte della corrente, pongasi niente a disporre
1 necessarii serragli e costruire steccate per impedirgli d'accostarsi con barche al luogo, o di spingervi contro i suoi battelli incendiarii (brulotti) ed altre macchine, così dette infernali.
Se i fossi saranno pieni d'acqua stagnante o quasi stagnante, si avrà cura di tagliare il ghiaccio in tempo d'inverno o di romperlo colle bombe onde evitare il pericolo della scalata; e quando il nemico ne imprenderà il passaggio gettandovi gran quantità di fascine e di altri materiali, se ne batterà lo spalleggiamento con fuoco vivissimo d'artiglieria, e idifensori potranno, col mezzo di piccole barche o zattere, accostarvisi di nottetempo per incendiarlo o sovvertirlo con uncini di ferro.
Se l'acqua del fosso sarà corrente, ne verrà grandemente avvalorata la difega, poiché, raccolte in gran copia le acque e gettativi tronchi d'albero, grosse travi, ecc., quindi aperte successivamente le cateratte di entrata e di uscita, si produrrà una corrente impetuosa per cui verranno rotti e trascinati i ponti galleggianti od altrimente costrutti dall'assediante; travolti i materiali e sgombro il fosso dalle acque, si compierà la rovina del lavoro nemico col mezzo delle sortite; e durante la notte si lasceranno scorrere a seconda dell'acqua alcuni radelli carichi di fuochi artificiali per eccitare incendio nel ponte o nello spalleggiamento quando sarà giunto verso il piede della breccia. In ogni caso, quand'anche il ponte non si rompesse per le scosse ricevute e per l'impeto delle acque, si otterrà il vantaggio di trascinare le terre ed una parte dei rottami della breccia, ciò che costringerà il nemico a batterla nuovamente per produrre lo scoscendimento di nuovi materiali.
Se il nemico farà il passaggio del fosso per attaccare il minatore al piede della muraglia, si dovrà battere coll'artiglieria il suo spalleggiamento: si getteranno dall'alto grosse bombe o materie incendiarie per distruggere il coperto del minatore o per appestarlo coi fumi puzzolenti, e si eseguiranno quei lavori interni che saranno atti a render nullo l'effetto della mina.
Se finalmente la piazza sarà munita di un s'stema di mine difensive, si dovranno comprendere nelle provvis'oni gli strumenti dei minatori, le tavole, i telai, ecc. necessarii per questo genere di difesa, e appena sarà aperta la trincea, si faranno i lavori preparatorii alla guerra sotterranea. Giunto l'asse-diante verso il piede dello spalto, l'assediato s'inoltrerà fin sotto la terza parallela per farla saltare in aria prima che i minatori nemici abbiano potuto preparare i loro fornelli. I difensori si asterranno dal produrre imbuti troppo larghi, i quali serviranno alle cariche rigorosamente necessarie per rompere i suoi rami ed i suoi pozzi, o per rovesciare le zappe, i cavalieri di trincea e le batterie di breccia. Quindi si disporranno nell'interno delle opere i fornelli opportuni per far saltare in aria le truppe che dànno l'assalto e i loro alloggiamenti sulla sommità delle brecce. L'applicazione delle mine nella difesa di una piazza è così variabile, che non si può fissare in modo assoluto la quantità di polvere che si richiede per questo genere di guerra efficacissimo, che talvolta bastò quasi da sè solo a protrarre ostinatamente la resistenza. In generale questa quant tà non può eccedere un terzo di quella che è necessaria per gli altri bisogni della difesa.
Tra le disposizioni difensive non sono da obliarsi, per ultimo, quelle che le moderne invenzioni e scoperte hanno rendute oggimai indispensabili o proficue. Alludiamo al telegrafo elettrico ed alle strade ferrate. Dove sia praticabile l'istituzione d'un telegrafo elettrico nell'interno della città, massime se vasta (con reofori sotterranei), che mantenesse in comunicazione le principali opere fortificatorie colla
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Capitolazione
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