Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
542*
DIFUCEFALA — DIGAspeciale che lia sede d'ordinario o sulla pelle o sulla mucosa gastro-polmonare, e specialmente sulla mucosa della bocca, della faringe e della laringe, producendovi un trasudamento di materia plastica. Essa si annunzia con un rossore circoscritto e disposto a macchie irregolari che dapprima mostransi punteggiate, poi si cuoprono di un muco trasparente e coagulato. Queste macchie rosse si estendono di mano in mano per mezzo di striscie comunicanti che copronsi pure di materia concreta, e finiscono col sostituire uno strato continuo che si addensa ed ingrossa, portando alterazioni più o meno profonde sulla membrana mucosa. Quando la malattia è estesa, non a tempo frenata, cagiona erosioni ed ecchimosi, gli strati di linfa trasudata si alterano pel loro contatto cogli umori sanguinolenti e mucosi onde sono bagnati, e producono un odor fetidissimo quasi di gangrena. Il tessuto cellulare circostante si fa edematoso, nasce una vera ulcerazione che produce il distacco delle concrezioni con un apparato che simula appunto il processo della gangrena; ma nei casi ordinarli l'infiammazione difterica non è d'indole tanto maligna. Il maggior pericolo di essa consiste nella sua facilità ad estendersi ad organi importanti, e specialmente dalla bocca alle tonsille e alla laringe.
La difterite cutanea si sviluppa quasi sempre sovra una porzione di pelle già precedentemente denudata o escoriata, la quale comincia dal trasudare in gran copia un umor fetido e sieroso, e si ricopre dipoi d'una cotenna grigiastra.
In questi ultimi anni le frequenti invasioni della difterite e le stragi talvolta spaventevoli che ha menato indussero a nuovi e più profondi studii, dai quali risultò : 1° che la difterite è un morbo comunicabile sia per infezione sia per contagio ; 2° ch'essa non è soltanto una malattia locale della gola come il croup e come le angine, ma accompagna gravi e generali disordini dell'economia ; 3° che certe importanti conseguenze (sequela) tengono dietro alla difterite, particolarmente alcune forme di paralisi.
Nel trattamento della difterite, si deve avere riguardo tanto alla natura locale quanto alla natura generale del morbo. Es:stono differenze di opinione tra i medici circa all'utilità delle applicazioni topiche in forma di caustici alle parti affette. Probabilmente al cominciare del male, quando le manifestazioni locali sono leggere, l'uso dei caustici, come il nitrato di argento o l'acido fenico, può giovare; ma quando una considerevole superficie è invasa dalle placche difteriche e dalle false membrane, poco vantaggio può aversi, temiamo, da questa cura. Lo strappamento forzato della falsa membrana è da condannarsi; ma è raccomandata l'inalazione del vapore di acqua per favorirne l'esu-dazione. Per disinfettare le parti è giovevole l'uso, per mezzo di polverizzatore dei liquidi, o mediante gargarismi, di soluzioni di acido carbolico, di per-clorito di ferro, di clorato di potassa. Quando la malattia ha invaso la laringe ed impedisce il respiro, giova l'emetico per espellere la falsa membrana. Ma è specialmente alla cura generale che deve rivolgersi l'attenzione del medico. L'effetto deprimente della malattia sulle forze del paziente è così energico, che fin dal principio vi è urgentebisogno di mantenerne il vigore con nutrimento sostanzioso. Alte dosi di chinina e di perclorito di ferro sono raccomandate. In tutti i casi di difterite devono usarsi mezzi di isolamento e di disinfezione, per impedirne la diffusione.
DIFDGEFALA (Diphucephala) (zool). — Genere d'insetti coleotteri appartenenti ai lamellicorni, sezione dei fillofagi. Pare che questo genere sia ristretto all'Oceania, e le specie di cui si compone distinguonsi da quelle dei generi affini massime per lo scudo profondamente smarginato, forma oblunga, torace attenuato anteriormente, elitre alquanto depresse e addomine assai convesso. Le antenne sono di otto articoli e la clava di tre ; le tibie anteriori generalmente addentellate sulla parte esterna; i tarsi anteriori dei maschi hanno i quattro articoli basilari dilatati e forniti al disotto di una sostanza vellutata e tutte le unghie bifide. Il colore predominante di questi insetti è un verde dorato assai carico. Trovansi generalmente sui fiori. La specie più grande che si conosca è la diphucephala serica di Kirby, della lunghezza di circa 12 millimetri, di un verde dorato e di un lustro setaceo al di sopra. Ha piedi rossi; tibie anteriori con ottuso processo dentiforme, sul lato esterno presso l'apice ; testa e torace fittamente e delicatamente punteggiati; elitre coperte di punti confluenti, disposti in ordini longitudinali e ciascuna con due strie morbide ed elevate; parti sottane del corpo coperte di bianchi peli squamiformi.
Sonovi molte altre specie che si accostano a questa in grandezza. Questo genere forma il soggetto di una monografia del primo volume delle Memorie della Società entomologica di Londra, in cui se ne descrivono diciassette specie.
DIGA (archit. idraul.). — Questa parola, derivata dall'olandese dijk, argine o riparo, è pure da noi adottata per indicare quelle opere di difesa o fortificazioni che si oppongono ai fiumi ed al mare per contenerli nel proprio alveo e per impedire che le acque invadano i terreni che si vogliono difendere. Più comunemente però le difese dei fiumi e dei torrenti si chiamano argini o arginamenti (V. Arginamento), e il nome di diga si riserva a quelle colossali costruzioni che si oppongono all'impeto del mare, sia per tenere asciutto un territorio depresso, che andrebbe sommerso, sia per frenare le correnti, le burrasche o le troppo alte maree, affinchè non s'introducano nei seni di mare e nelle lagune navigabili a turbarne la tranquillità e ad inalzar troppo il livello delle acque, con grave danno dei porti, delle sponde ed anche del caseggiato dei marittimi stabilimenti.
Le norme da seguire nell'esecuzione delle dighe non sono diverse da quelle che generalmente bisogna adottare per tutte le idrauliche difese. È d'uopo pertanto che la massa di costruzione da opporre alla furia delle acque sia proporzionata, anzi di molto superiore alla forza di esse e sia più alta della massima elevazione del pelo d'acqua; che i materiali onde si compongono le dighe siano solidi, commessi ed uniti in guisa da impedire che l'acqua, infiltrandosi a traverso di esse, le disgiunga e per la continua azione finisca col distruggerle.
Ma la principale avvertenza che deve avere l'ar-
| |
Diphucephala Oceania Kirby Memorie Società Londra Alte Genere
|