Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIGENETICO - DIGENZIA
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      0IGKNETICO (biol. c fisiol). — Ciò che appartiene alla Digenesi (Y.).
      DIGENIA (biol. e fisiol.). — Generazione che si compie col concorso di due sessi.
      DIGENZIA (lat. Digeritici, oggidì Licenza) (geogr. e topogr. ani.). — Piccolo fiume nell'antico paese dei Sabini,che scaricasi nell'Anio, IO chilom.sopra il Teiere ed 1 chilom. e al di là di Varia (odierno Vico Varo). Nessuno degli antichi geografi ne fa menzione, ed incontrasi solo in Orazio (Ep. i, 18, 104), il cui tenimento Sabina era sulle sue sponde, e quindi ne' suoi scritti dobbiamo attingere tutte le notizie intorno alla valle della Digenzia ed al suo contado. 11 primo a descrivere ed illustrare con accuratezza i luoghi che al presente si trovano in cotesta valle fu l'abate Chaupy nel suo pregevole lavoro, Décoti-verte de la maison d'Horace (Roma 176% voi. 3); ma l'erudito Olstenio aveva di già anteriormente indicata l'identità tra l'antica Digenzia e l'odierna Licenza, assegnando qui il sito alla villa Oraziana, mentre Cluverio ed altri più vecchi topografi lo avevano fissato sulle pendici dei monti verso il Tevere (Cluver., Ital., pag. 671; Holsten., Adnot., pag. 106). Ci varremo pertanto del solerte scopritore della casa del Venosino per fare le seguenti osservazioni :
      1° La Digenzia era, secondo Orazio, una corrente d'acqua freddissima e chiarissima (gelidus Digentia rivus, l. c.)t che traeva la maggior copia delle sue onde da una bella fonte attigua alla villa del poeta, scorrendo per un villaggio detto nella bassa latinità Mandela (oggi Poggi o-Mileto), posto in un sito assai triste, ed appellato perciò dal poeta (ivi, 105) rugosus frigore pagus (villaggio intirizzito o irrigidito dal freddo), i cui abitanti si provvedono delle sue acque. La Licenza al dì d'oggi si congiunge all'Anio subito al di sotto di un monte scosceso sporgente infuori, su cui sta il convento di San Co-simato, ma sulla sua sponda sinistra, 2 chilometri circa dalla sua confluenza, sorge pure il villaggio Bardella, da non confondersi con Mandela, per cui milita inoltre una iscrizione romana negli ultimi tempi, scoperta dallo stesso Chaupy nella chiesa di San Cositnato, in cui si legge : In pradiis suis masse Mandelane (ne' suoi poderi di massa. Man-delana, ossia del villaggio di Mandela. Chaupy, . pag. 249; Orell., Inscr., 104).
      2° La villa di Orazio coi casolari, ossia col gruppo di cinque case annessevi, era ella stessa nel territorio della città di Varia e dipendeva da questa (habitatum [agellum] quinque focis et quinque bonos solitum Variam dimitterepatres ; villa che ha cinque fuochi, e da cui sogliono dipartirsi cinque buoni padri di famiglia per recarsi a Varia, jEp. i, 14, 3), la cui posizione fu ormai riconosciuta fuor di ogni dubbio a Vicovaro, sulla via Valeria, a 13 chilometri da Tivoli.
      3° In una delle sue epistole, scritte certamente da cotesta sua villa, il poeta (i, 10, 49) finisce colle pai ole :
      Hac tibi dictabam post fantim putre Vacuna
      (queste cose io dettava per te dietro al tempio crollante di Vacuna), ed il suo commentatore Acrone ci assicura, colla scorta di Varrone, che cotestaNuova Encicl. Ital. Voi. V
      Vacuna era una dea dei Sabini, corrispondente alla Vittoria dei Romani. Se ne ha una ben curiosa conferma in un'iscrizione che conservasi al villaggio di Rocca Giovane, sulla sponda S. della Licenza, a 5 chilom. da Vicovaro, in cui rammentasi il ristauro di un tempio della Vittoria, rovinato da tempo antico, la mercè dell'imperatore Vespasiano, il quale, memore della sabinica sua origine, naturalmente si sentiva mosso a volgere le sue cure agli oggetti del culto religioso dei Sabini (Imp. Caesar Vespasianus Aug. P. M. Tib. Pot. Crps. Mdem Victoria vetustate dilapsam sua impensa restituii Chaupy, pag. 170; Orell., Inscr., 1868). L'identità dellWes Victoria col fanum putre Vacuna di Orazio non può certo mettersi in dubbio, ed anzi il Chaupy è di avviso che l'area precisa del tempio fosse circa 2 chilom. al di là di Rocca Giovane, ad un'altezza considerevole sopra la valle, perchè ivi rimangono ancora alcuni frammenti di mura romane, che possono aver fatto parte dell'edifizio, ed ivi fu appunto scoperta la teste mentovata iscrizione (Chaupy, p. 169).
      4° Tutte queste circostanze concorrono a far sì che il sito del tenimento oraziano venga fissato tra i due moderni villaggi di Rocca Giovane e di Licenza, sorgendo questo sur un colle un poco più insù della valle; e gli avanzi di una villa, che consistono in un pavimento a mosaico ed in alcune porzioni di mura di mattone, furono scoperti ai dì nostri in una vigna a poca distanza sopra il mulino che sta ora sul fiume Licenza. Sembra pertanto esservi tutte le ragioni di credere che queste siano le reliquie della villa del poeta, la quale, secondo le varie indicazioni de' suoi scritti, pare che sorgesse al lato sud della valle.
      5° La fontana di cui fa cenno Orazio (Ep. i, 16) come esistente nelle vicinanze della sua villa venne di già riconosciuta nella sorgente che ora si addi-manda Fonte Bello, da cui trae la Licenza parte considerevole delle sue acque. Credevasi comunemente che cotesta fonte fosse identica con quella di Bandusia, che da qualcuno erroneamente si scrive Blandusia, lodata da Orazio nella ben nota sua Ode (Carm., ni, 13), o che la seconda fosse almeno nelle stesse adiacenze; ma cotale opinione non ha il suffragio di alcuna autorità, nè può crearla l'annotazione apposta dall'editore torinese dei Classici latini, a p. 228, v. 1-8 del 1° voi. di Orazio, ed il diligente Chaupy addusse del resto prove incontrastabili per dimostrare che la vera Bandusia era nel contado di Venosa, e non già nelle vicinanze della villa Sabina (V. Bandusia).
      Conchiuderemo col dire che l'aspetto generale dell'odierna valle della Licenza corrisponde appieno colla descrizione che ne porse Orazio (Ep. i, 16,1-14), e tutti i viaggiatori che la visitarono fanno a gara per encomiarne la bellezza e l'amenità. Fino agli ultimissimi tempi fu un luogo appartato, al quale ben di rado si dirigevano i forestieri, sebbene vi sia da Tivoli una gita breve e piacevole, da farsi assai di buon grado, trattandosi di vedere da vicino come i semplici modi e le rusticane virtù degli odierni abitanti sonv'glino perfettamente a quelli degli antichi Sabini. Pria di por termine dobbiamo qui notare altri due nomi, i quali sono certamente indivisibili dalla descrizione della villa Sabina di L 35
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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