Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      DIGESTIONE
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      un odore suo proprio, consta per oltre nove decimi d'acqua ; e di più contiene un po' di fosfato e carbonato di calce, del cloruro sodico e qualche sale ammoniacale. Esso è neutro, o appena acidulo a stomaco digiuno, ma acquista caratteri di acidità non appena reagisce sui cibi. Varie poi sono le sentenze dei fisiologi e dei chimici intorno alla natura di un tale acido ; alcuni vogliono ch'esso sia costituito da acido cloridrico e lattico ; Liebig lo nega, o pretende che l'acidità provenga dalla presenza di un bifosfato. Fra le materie organiche del sugo gastrico, oltre il muco che non ne costituisce certo la parte essenziale, trovaronsi osmazoma, ptialina, ed un principio attivo sui generis, al quale Schwann pose il nome di Pepsina (V.). E questo veramente l'agente più attivo della digestione stomachica, il quale opera alla guisa dei fermenti, ossia produce nelle materie digeribili quella trasposizione di atomi per cui scompajono le loro precedenti qualità meccaniche e fisico-chimiche, e si riducono a quello stato di rarefazione e di chimica indifferenza, per cui possono facilmente assumere nuove proprietà confacenti all'organismo, ed essere in esso introdotte mercè la loro mistione col sangue. — A produrre questo effetto, oltre l'azione della pepsina, concorrono eziandio gli altri principii solventi del sugo gastrico, e i varii movimenti ondu-latorii delle pareti dello stomaco, che hanno per iscopo di rimescolare le materie in gerite, d'impastarle uniformemente e di portarle tutte in contatto del liquido digerente. Il risultato della digestione < stomachica chiamasi chimo, materia che contiene ad un tempo la sostanza digerita e modificata dal sugo gastrico che può divenir base del sangue e dei tessuti, e le altre materie non modificabili che dovranno venir espulse colle feci.
      Compiutasi la digestione stomachica, il chimo in tempi successivi, mercè le contrazioni del ventricolo, passa da questo nel duodeno. Ivi giunto con caratteri di manifesta acidità, eccita le ghiandole ad una secrezione più copiosa, e promuove in pari tempo la potenza contrattile e lo sgorgo del condotto coledoco e della vescica della bile, cosicché il liquido intestinale e la bile fluiscono abbondantemente e portano la loro azione sul chimo. A questi liquidi si unisce l'umor pancreatico di natura alcalina, vischioso come l'albumina. L'azione della bile sembra importantissima e per neutralizzare l'acidità del chimo, e per convertire in vera albumina la sostanza albuminosa del medesimo; quella dell'umor pancreatico, secondo le esperienze di Bernard, consisterebbe sovrattutto nel trasformare l'amido in destrina ed indi in glucosi ; e nello stemperare, o, come dicesi, emulsionare le sostanze grasse, rompendo le cellule adipifere; il liquido intestinale poi non avrebbe altro ufficio che quello di solvente senz'alcuna proprietà particolare. 11 chimo, mescendosi nel duodeno alla bile, ingiallisce ed acquista maggior fluidità, ma col progredire entro il canale per l'assorbimento delle parti più tenui questa fluidità diminuisce.
      Il chimo dell'intestino tenue passa nel cieco, e di mano in mano spogliato d'ogni materia atta all'assorbimento, si fa più denso, va assumendo color brullo e odor fetido, e divouui materia fecale,
      che per mezzo del moto peristaltico viene espulsa dal corpo.
      II. La digestione nel rispetto chimico. — Tutte le trasformazioni digestive si fanno per l'influenza di certe sostanze prodotte dalle ghiandole digestive : queste sostanze agiscono nel modo dei così detti fermenti, e si chiamano fermenti digestivi. Questi fermenti agiscono soltanto sotto certe condizioni speciali di temperatura, della reazione e della densità del liquido digestivo. Se si riempiono questo condizioni, il fermento (artificialmente estratto dalla ghiandola che lo produce) agisce pure fuori del corpo anxmale sulle sostanze alimentari, producendo una vera trasformazione digestiva. Una digestione fatta in questo modo nelle nostre provette, si chiama digestione artificiale.
      Gli alimenti, nel senso risp etto, contengono principalmente tre gruppi di sostanze che hanno bisogno di trasformazione digestiva; gl'idrocarbonati, i corpi albuminoidi ed i corpi grassi. Abbiamo da esaminare quali sono i fermenti digestivi che rendono solubili e trasformano queste sostanze.
      Tra gl'idrocarbonati è specialmente l'amido crudo e l'amido cotto che si trova nei nostri alimenti. I fermenti digestivi lo trasformano in glicosio. In questo modo agisce la saliva (dell'uomo e di alcuni mammiferi), il succo pancreatico ed il succo iutesti-nale od enterico. Lo zucchero di canna è trasformato in parte in glicosio nello stomaco e nell'intestino tenue.
      1 corpi albuminoidi sono trasformati in peptoni dal succo gastrico, dal succo pancreatico e dal succo intestinale.
      I corpi grassi vengono emulsionati dalla bile, dal succo pancreatico e dal succo intestinale.
      Si vede che in questo modo la digestione è assicurata. Per ogni gruppo di sostanze alimentari abbiamo tre succhi digestivi o fermenti che lo trasformano.
      Fra questi fermenti, il succo gastrico, la saliva e la bile non agiscono che sopra un solo gruppo di sostanze alimentari ; il succo pancreatico ed il succo enterico' agiscono sopra tutti i tre gruppi.
      Esaminiamo ora brevemente l'insieme della digestione, in tanto che si presenta negli animali superiori e nell'uomo.
      Saliva. — La saliva, che durante la masticazione del cibo si trova nella bocca, è un liquido composto del prodotto della secrezione delle differenti glandolo salivari, misto al muco che in grande quantità esce dalle glandole mucose della membrana boccale. In questo stato si chiama saliva mista.
      Quando una soluzione di salda di amido viene mescolata con questa saliva mista dell'uomo, si vede che il miscuglio diviene rapidamente più liquido, la sua densità apparente decresce, e già dopo meno di un mezzo minuto i reagenti provano che si è formato una grande quantità di glicosio. La formazione di questa sostanza fa rapidi progressi, che sono ancora accelerati quando il miscuglio viene esposto ad una temperatura fino a 40 gradi. Nel medesimo tempo si vede che la proprietà della salda di colorarsi in azzurro per il jodio è molto diminuita o quasi cessata. La cessazione della reazione del jodio non è un s 'gno, come molti hanr.o ammasso, che tutta la


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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