Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
550
diMe — DIMENsione
l'una o l'altra di tali sostanze, tanto che ne nasca una mancanza relativa, si può vedere saturata la pepsina.
Non possiamo entrare qui in tutte le questioni molto discusse sulla funzione dell'acido e dell'acqua nell'azione della soluzione peptica. L'acido pare, in generale, avere una doppia funzione, una parte serve indipendentemente dalla pepsina per preparare la sostanza albuminoide mercè l'azione del fermento, per gonfiarla, per renderla insolubile nell'acqua. Un'altra parte dell'acido si riun:sce colla pepsina per formare un fermento composto, di cui l'uno o l'altro componente preso isolatamente rimane senza azione veramente digestiva.
La quantità necessaria di acido sta dunque in una certa relazione colla quantità di pepsina. Quando la quantità di acido è troppo piccola o la quantità relativa di pepsina è troppo grande, la digestione dell'acido liquido non si fa più, perchè la pepsina si appropria tutto l'acido per formare il fermento complessivo, e manca l'acido libero che produce la preparazione dell'albumina. Non si conosce ancora la proporzione definita in cui la pepsina si riunisce all'acido. Un eccesso di acido può pure divenire noce-vole per la digestione perchè rallenta il gonfiamento.
Benché questi fatti possano giustificare in un certo modo l'ipotesi che il fermento stomacale sia un acido riunito alla pepsina, un acido composto, analogo all'acido legnosolforico, che si produce per la riunione della cellulosa coll'acido solforico, la presenza di questo supposto acido composto, che si potrebbe chiamare acido cloridropeptieo, non ispiega il processo della digestione stomacale. Non possiamo riguardare la digestione come la soluzione dell'albumina in un acido, perchè tanto le condizioni della digestione, quanto i suoi prodotti differiscono troppo da tutto ciò che 6Ì conosce dell'azione degli acidi sull'albumina.
I fatti speciali e particolareggiati che appoggiano questa proposizione si trovano esposti nel 2° volume delle lezioni sulla digestione di Maurizio Schiff.
Nel medesimo libro sono raccolti i fatti che la scienza possiede sulla produzione di sostanze analoghe ai peptoni per degli agenti differenti dal succo gastrico. In generale si può dire che tutti i processi che producono una rapida ed energica ossidazione dei corpi albuminoidi, e che pure l'ebollizione molto prolungata, possono trasformarli in sostanze analoghe ai peptoni, ma sempre il tempo che richiede un tal processo è infinitamente più lungo di quello in cui il succo gastrico opera la trasformazione.
II succo gastrico degli animali carnivori ed erbivori non offre che delle differenze quantitative. Un erbivoro può nutrisi per una sostanza albuminoide, digerita colla pepsina estratta dallo stomaco di un carnivoro.
Fuori delle sostanze albuminoidi, il succo gastrico opera pure per la sua acidità la soluzione di molti sali e della colla. La sostanza calcarea delle ossa si scioglie nell'acido più concentrato dello stomaco dei carnivori (cani) per svincolare la sostanza organica, che poi viene digerita dalla pepsina.
Le sostanze collagenee (il tessuto cellulare e le membrane animali) vengono rapidiss:mamente disciolte dal succo gastrico. Ma i prodotti della sua ,
azione sono tali da non distinguerla dall'azione degli acidi che per la prontezza con cui si producono.
Digestione intestinale. — Le sostanze alimentari che non sono digerite nello stomaco vi sono state macerate in un liquido acido, ed agitate per il movimento stomacale in modo che vengono ridotte a piccoli frammenti, che formano col residuo del succo gastrico una pasta molto liquida, che si chiama chimo. Il chimo che dallo stomaco entra nell'intestino si compone:
1° Dal residuo acido del succo gastrico;
2® Da una parte dei peptoni e parapeptoni più o meno perfettamente elaborati nello stomaco, che il movimento spinge nell'intestino prima che abbiano potuto essere assorbiti nello stomaco ;
3° Da frammenti di corpi albuminoidi solidi che sono stati disgregati nello stomaco, ma che per causa della loro densità non hanno potuto essere disciolti durante il tempo limitato della digestione stomacale ;
4° Dalla grande quantità di fecola che si sottrae alla troppo fuggitiva azione della saliva, e specialmente dalla fecola che non era abbastanza gonfiata per la preparazione del cibo;
5° Da tutti i corpi grassi del cibo che hanno potuto-fondersi per il calore animale, ma che finora non hanno trovato un liquido digestivo.
Si vede dunque che la digestione intestinale ha da completare la digestione stomacale, che è insufficiente in tutti i riguardi.
Neutralizzazione del succo gastrico. — La saliva continua la sua azione nello stomaco, ma il succo gastrico che accompagna il chimo non continua a digerire nell'intestino. Anzi pare essere una condizione essenziale di una buona digestione intestinale che non vi sia più presente del succo gastrico attivo. Sappiamo, almeno secondo le ricerche di Corvisart, che abbiamo potuto confermare, che il succo pancreatico ed il succo gastrico si affievoliscono mutuamente nella loro azione sulle sostanze albuminoidi. Se dunque il succo pancreatico deve spiegare tutta la sua forza, il succo gastrico deve essere neutralizzato. L'agente che distrugge l'azione del succo gastrico non è, come molti hanno creduto, il liquido alcalino che potrebbe neutralizzare l'acido del succo gastrico, perchè il chimo rimane sempre acido nella parte superiore, e qualche volta, in più della metà dell'intestino tenue. La bile, che mescolandosi col succo gastrico acido perde, per una specie di precipitazione, una grandissima parte della sua attività, non può essere il solo agente, nè l'agente essenziale che abolisce le funzioni del succo gastrico, perchè si può fare ad un animale una fistola intestinale a pochi centimetri al di sotto dello stomaco, e poi una larga fistola biliare che devia al di fuori tutta la quantità della bile. Per la fistola intestinale si può convincere che non una goccia di bile entra nell'intestino, e che però il succo gastrico ha perduta la sua funzione caratteristica (V. il giornale Lo Sperimentale, 1870, febbrajo).
Nel medesimo modo si può provare con sperimenti analoghi che pure il succo pancreatico non è l'agente che priva il succo gastrico della sua funzione digestiva, ed in questo modo arriviamo alla conclusione che è probabilmente il secreto delle cosi dette gl'indole di Brunn, di cui l'uso finora era rimasto mi-
| |
IMENsione Maurizio Schiff Corvisart Lo Sperimentale Brunn
|