Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
digResSione
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sterioso, che mescolandosi al chimo vi distrugge le proprietà digestive del succo gastrico. Queste glandolo di Brunn formano un largo anello al di sotto dell'apertura dello stomaco, e non si ritrovano in nessun'altra parte dell'intestino. Quando, per un metodo che noi abbiamo descritto in una memoria speciale, se ne isola a poco presso il secreto, si può vedere che questo secreto, misto con succo gastrico in tali proporzioni che la reazione acida è ancora conservata, diminuisce ed infine distrugge l'azione della pepsina.
Digestione intestinale dei corpi albnminoidi. — È stato detto che la digestione di tutti i corpi albu-minoidi abbia da rifarsi nuovamente nell'intestino, perchè anche ciò che sia stato disciolto nello stomaco e perfino i veri peptoni siano nuovamente precipitati nel principio dell'intestino per l'intervento della bile, così che il lavoro dello stomaco sia perduto.
Questa opinione, di cui negli ultimi tempi Bruecke a Vienna si è fatto difensore, è falsa.
La bile precipita tutti i corpi albuminoidi e pure i peptoni, in presenza di una grande quantità di acido. Ma un esame diligente ha mostrato che la quantità di acido che esiste nel chimo non basta per precipitare i peptoni colla bile della medesima specie animale. Mai, la bile dei bovi può precipitare una parte dei peptoni nel chimo del cane, che è più acido del chimo del bove. La bile del cane non precipita i peptoni, ma soltanto il muco biliare nel chimo del bove quando non vi si aggiunge artificialmente una nuova quantità di acido.
Ma, come abbiamo già indicato, rimane sempre una grande quantità di corpi albuminoidi non digeriti nello stomaco, che non si ritrovano che in piccolissima parte nelle materie fecali e che devono sciogliersi e digerirsi nell'intestino.
Il succo pancreatico che si versa nella parte superiore dell'intestino tenue è un agente digestivo molto energico per le sostanze albuminoidi. Le lunghe discussioni che abbiamo avuto a sostenere prima in Germania e poi e più specialmente in Italia, prima che questo fatto sia stato generalmente riconosciuto, hanno provato che il succo pancreatico non è in tutte le condizioni atto a digerire i corpi albuminoidi solidi e liquidi. Il succo pancreatico di un cane sano, dopo la digestione finita di uu pasto di carne molto abbondante, non si mostra adattato a digerire una traccia di albumina solida nè di fibrina. Se il pasto è stato meno abbondante, può darsi che il succo, senza azione sull'albumina, possa ancora disciogliere ma non digerire, cioè trasformare in peptone, un poco di fibrina solida. Se poi si prolunga il digiuno, si può trovare nel pancreas, dopo molte ore, una traccia di fermento che agisce sui corpi albuminoidi.
Ma se, finita la prima digestione, si dà allo stomaco dell'animale da assorbire una quantità di peptoni o di altre sostanze peptogene, si trova che, tre o quattro ore dopo il principio dell'assorbimento, il succo pancreatico è molto ricco di fermento che digerisce l'albumina, e che questo fermento diminuisce di molto verso la nona o la decima ora dopo il principio dell'assorbimento. L'analisi fisiologica mostra che, non la digestione
— come alcuni erroneamente hanno creduto di poter concludere dai ci tati, sperimenti, — ma Y assorbimento stomacale, ed esclusivamente stomacale dei peptogeni, porta nel sangue delle nuove sostanze, che provvisoriamente sono depositate in parte nello stomaco formando la pepsina, in parte sono trasformate nella circolazione splenica, in modo che, depositate nel pancreas, vi formano il fermento digestivo per l'albumina.
L'intervento e la necessità della milza per la formazione del fermento pancreatico viene dimostrato da molti sperimenti, che provano che l'infuso pancreatico degli animali che hanno assorbito dei peptogeni, ma in cui si è legata o estirpata la milza, non ha più nessunissima azione digerente sopra l'albumina, mentre che il medesimo infuso è molto attivo negli animali che nelle medesime condizioni hanno ancora la milza intatta. Questi sperimenti danno ancora il medesimo risultato, anche un anno dopo la estirpazione della milza, quando gli animali si trovano in ottimo stato di salute. Il medesimo fatto viene ancora meglio illustrato dai cani in cui, un tempo più o meno lungo dopo la smilzazione, è stata fatta durante la digestione una fìstola pancreatica. Il succo non digerisce le sostanze albuminoidi, mentre che un'altra fistola simile, fatta pel confronto in un cane intatto, dà un succo che digerisce energicamente.
Una terza serie di sperimenti che dimostra la medesima proposizione consiste nel far fare la digestione con succo pancreatico nel duodeno dello stesso animale. Si dà da mangiare della carne a due grandi cani, di cui uuo abbia da più o meno tempo perduta la milza, essendo del resto perfettamente sano. Dopo il pasto si lega il piloro, il condotto biliare e la parie inferiore dell'intestino duodeno, di cui si distrugge per massaggio la membrana mucosa. In questo modo soltanto il succo pancreatico può digerire nel duodeno. Se prima di legare inferiormente l'intestino vi si ha introdotto 18 a 25 centim. cubi di albumina coagulata in piccoli pezzi e si uccidono gli animali otto a dieci ore dopo l'operazione, si ritrova l'albumina nel cane senza milza, mentre che è o intieramente o in grandissima parte disciolta nell'altro.
Una quarta serie di sperimenti che tende al medesimo scopo consiste nell'osservare direttamente la digestione duodenale prima e dopo la estirpazione della milza. Come lo esporremo, anche il succo intestinale discioglie dell'albumina. Per questo succo non si ha, come per lo stomaco e pel pancreas, una saturazione periodica col fermento per un assorbimento preparatorio, cosicché la digestione per questo succo solo dovrebbe essere sempre egualmente rapida se l'albumina ha il medesimo volume e la medesima superficie.
Eppure, se si fa una larga fistola duodenale in un cane sano, per osservarvi per parecchie settimane la digestione del medesimo volume di albumina prima e durante la digestione stomacale, si osserva che durante la digestione stomacale lo scioglimento dell'albumina nell'intestino mostra un costante acceleramento, che non può provenire che dal succo pancreatico che si aggiunge. Quando poi, dopo la osservazione di qualche settimana, si fa l'estrazione della milza, e si aspetta fino a che il primo effettot^iOOQLe
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