Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
digestione
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possono penetrare nel corpo vivo per le membrane epiteliali e perfino per i vasi sanguiferi, la penetrazione delle emulsioni per le villosità intestinali non ha più nulla di spinoso.
Quali sono i succhi digestivi che producono la emulsione ?
In primo luogo dobbiamo parlare della bile, la cui consistenza mucosa favorisce di molto la formazione di un'emulsione. E vero che la bile nell'intestino è molto meno mucosa che nella vescicola del fiele, perchè nel contatto col chimo una gran parte del muco biliare viene precipitata, ma ne rimane sempre tanto perchè si possa emulsionare una certa proporzione di grasso liquido. Ora essendo la secrezione biliare molto copiosa, la bile può emulsionare molto più di grasso che altri liquidi che emulsionano meglio, ma non intervengono che in una quantità molto limitata.
L'importanza della bile per l'assorbimento dei corpi gra< si è soprattutto stata dimostrata da Schmidt a Dorpat per tre serie di esperimenti,che provano:
1° Che dopo la sottrazione della bile col mezzo di una fistola biliare, gli animali, benché mangino molto, dimagrano senza perdere proporzionalmente di peso, bianca il grasso, che occupa normalmente un grande voli.me senza aver molto peso ;
2° Che nelle medesime condizioni nelle materie fecali si ritrova una quantità dei corpi grassi molto maggiore che nello stato normale;
3° Che nelle medesima condizioni il chilo contiene molto meno grasso che negli animali sani in digestione.
La bile favorisce l'assorbimento del grasso, non soltanto formandone una emulsione, ma aumentando indirettamente la proporzione in cui questa emulsione viene assorbita. La bile produce un'irritazione dei muscoli delle villosità intestinali, che pieni di grasso si contraggono, spingendo così il grasso nei vasi linfatici, e la bile penetrando l'epitelio, può aumentare l'imbibizione del grasso, come il medesimo liquido, quando ha bagnato l'interno di tubi capillari di vetro che poi si mettono nell'olio, aumenta l'altezza alla quale l'olio si alza per capillarità (Wistingshausen).
La bile non possiede altra azione digestiva di quella che esercita sui corpi grassi, ma le alterazioni che la bile subisce nel canale intestinale hanno una grande influenza sull'aspetto del contenuto intestinale. Di queste alterazioni è già stato parlato nell'articolo Bile. La bile pare impedire certe decomposizioni putride del contenuto intestinale ; è almeno un fatto spesso osservato, che nei casi in cui la bile non può entrare nel duodeno, le materie fecali provenienti dal cibo animale hanno un odore molto penetrante, mentre che il loro colore riinane pallido perchè loro manca la materia colorante originaria della bile.
Fuori della bile, abbiamo ancora nel succo pancreatico e nel succo intestinale degli agenti che possono emulsionare i corpi grassi, così che la mancanza della bile non produce un difetto intiero della digestione dei grassi. Il succo pancreatico è molto denso e le emulsioni da lui prodotte sono molto perfette e si conservano per lungo tempo ; ma come la quantità di questo succo è relativamente piccola,
la sua influenza sulla digestione dei grassi è molto limitata.
Una opinione erronea nata in Francia, e che conta ancora molti seguaci in Francia ed in Italia, riguarda il succo pancreatico come l'agente unico e indispensabile della digest:one dei corpi grassi. Ma oggi si sa che si può fare la distruzione del pancreas senza che la nutrizione ne soffra e senza diminuzione sensibile dell'assorbimento dei grassi. Se un certo sperimentatore pretese il contrario, e se vide sempre dopo la distruzione del pancreas una grande quantità di grasso nelle materie fecali, questo si spiega perchè il detto autore aveva contemporaneamente col suo metodo impedito il versamento della bile nell'intestino. Quando in alcuni sperimenti il flusso della bile si ristabiliva, la degenerazione del pancreas poteva fare progressi, mentre che si ristabiliva la nutrizione dell'animale.
Il succo pancreatico non soltanto può emulsionare i grassi, ma pure decomporli in base e acido. Questa decomposizione però, che è pronta a mostrarsi quando il liquido è neutro o alcalino, manca quando la reazione è acida. Ora la reazione del duodeno, in cui si veisa il succo pancreatico, è normalmente acida e la decomposizione in questione deve dunque mancai e nelle condizioni fis:ologiche.
Il potere emulgente del succo pancreatico mostra molte oscillazioni e diminuisce, senza scomparire affatto, quando il succo diviene più acquoso.
11 succo intestinale, il quale pure gode di proprietà emulgenti, pare contribuire molto alla digestione dei corpi grassi. Ma finora non è stato esaminato in questo riguardo che il succo dell'intestino tenue; e non sappiamo se l'emulsione dei grassi si continua nelle parti inferiori dell'intestino. Non possiamo dire nulla sulla quantità di grasso che può digerire il succo intestinale, perchè ci mancano ancora nozioni speciali sulla sua secrezione in molte parti dell'intestino. La sostanza emulgente di questo succo è una materia albuminoide che nel succo normale forma una soluzione molto densa.
Non diremo nulla delle trasformazioni non digestive dei differenti prodotti che si versano nel canale alimentare, né dei cambiamenti delle materie non digestibili che si trovano nell'intestino, perchè questi punti non appartengono più alla vera digestione, e non hanno un vero interesse pel fisiologo e pel medico (V. le opere di M. Seliiff e YEnciclopedia di Chimica scientifica e industriale).
DIGESTIONE (farm.). — Operazione che si eseguisce allo scopo di estrarre le parti utili sol ubili da certe sostanze, per separarle dalle parti inerti, e talvolta da qualcuna che sia nociva o per la preparazione susseguente, o per natui a propria.
La digestione si compie a caldo, a temperature diverse, cominciando da un blando calore, e crescendo fin presso a bollitura, senza che si raggiunga il punto del bollire. Si adopera un liquido come solvente, per lo più l'acqua, l'alcoole e l'etere, o mescolanze della prima col secondo, o del secondo col terzo; e vi si suole mantenere immersa la sostanza da esaurire, al grado voluto di scaldamento, per un tempo che la pratica abbia insegnato come sufficiente all'uopo. Le digestioni si fanno o nella cenere calda, o presso
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