Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      digitale ina — digiuno
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      Ordinate le foglie raccolte sopra di un filo, si espongono ad un moderato calore onde vengano disseccate sino al segno che ancora conservino qualche flessibilità, e tengonsi in luogo asciutto, preservandole dal contatto dell'aria ; e siccome prestamente 6i alterano, debbonsi rinnovare ogni anno.
      Sonosi talvolta adoperate, invece delle foglie della digitale porporina, quelle della digitale a grandi fiori e della digitale gialla, però a dosi maggiori, siccome meno energiche. La digitale lanata venne primieramente adoperata da Brera, quindi da altri medici italiani, principalmente contro le idropisie, e vuoisi andar essa del pari colla digitale porporina per la sua efficacia, e fors'anche superarla, ed intanto essere meno virulenta. È verosimile che alcune altre specie di cotesto genere, massime la digitali8 ferruginea e la digitalis thapsi, siano dotate di analoga virtù. Frattanto le specie adottate finora per uso medico riduconsi alle quattro predette ; anzi la digitale porporina è quella sola che comunemente si adopera.
      DI6ITALEINA (chim.). — Sostanza ricavata da Kos8mann dal precipitato prodotto dall'acetato basico di piombo nell'estratto acquoso della digitale purpurea (V. Digitale).
      DIGITALICO ACIDO (chim.). — Contiensi nella digitale purpurea e si prepara facendo un infuso acquoso delle foglie, concentrandolo a consistenza di estratto, mescolandolo gradatamente con alcoole di 92° (V. Digitale).
      DIGITALINA (chim.). — Alcaloide trovato da Lan-celot nella digitale purpurea. Si ottiene questa sostanza trattando coll'alcoole assoluto l'estratto acquoso della pianta, cacciando l'alcoole colla distillazione, disciogliendo il residuo nell'acqua, ed aggiungendovi una certa quantità di acido cloridrico molto allungato finché avvi formazione di precipitato giallo. Si discioglie questo precipitato nell'alcoole, si scolora col carbone animale e si precipita col tannino, il quale dà origine ad un tannato di digitalina. L'ossido di piombo scompone questo tannato e rende libera la base, che si scolora di nuovo col carbone animale, e si fa ridi-sciogliere nell'etere in cui cristallizza. Essa è bianca, di cristallizzazione difficile, inodoiosa, di sapore amaro, poco solubile nell'acqua, meglio nell'etere ed assai di più nell'alcoole. A + 180° si colora, e decomponsi a 200° rigonfiandosi assai. L'acido solforico la discioglie in bruno cbe poi volge al rosso cremisi. L'acido cloridrico la discioglie in giallo che passa poi al verde. L'acido tannico la precipita dalla soluzione acquosa.
      La digitalina possiede le stesse proprietà mediche della digitale, ma in grado molto eminente. Vuoisi che un grano di questa sostanza possa cagionar la morte ad un coniglio.
      Una piccola quantità di digitalina in polvere introdotta negli organi olfattorii produce sternuti violenti (V. Digitale).
      DIGITAL1N0 (chim.). — Principio di aspetto cristallino, trovato da Homolle e Quevenne nella digitale insieme alla digitalina (V. Digitale).
      DIGITALIRETINA (chim.). — Prodotto di decomposizione della digitalina quando è trattato per bollitura coll'acido solforico diluito (V. Digitale).
      DIGITALOSMINA (chim.). — Principio odorifero della digitale (V. Digitale).
      DIGITALOSO (chim.). — Sostanza cristallina trovata nella digitale da Homolle e Quevenne (V. Digitale).
      DIGITASOLINA (chim.). — Secondo Walz, sarebbe la principale sostanza attiva della digitalina commerciale, ed avrebbe la formola C^H^O^ (V. Digitale).
      DIGITATA o DITATA FOGLIA (Folium digitatum) (hot.). — Chiamasi digitata quella foglia che è composta di parecchie foglioline, le quali partono non già dai lati del picciuolo, ma dalla sommità di esso, per modo che rassomigliano alle dita della mano. La dentaria pcntaphylla, il castagno d'India, il lupino somministrano esempi di foglie digitate.
      DIGITAZIONE (anat.). — Dicesi di quei fascetti di fibre muscolari isolati, disposti a ino' di dita della mano, dai quali certi muscoli prendono inserzione.
      DIGITIGRADI (eool.). — Mammiferi carnivori che, avendo il tarso ed il metatarso rialzati nella direzione delle ossa della gamba, camminano posando sul suolo solamente i polpastrelli delle dita, particolarmente della seconda falange. Sono così chiamati in opposizione ai Plantigradi (V., ed anche Carnivori).
      DIGITO (Sole o della Luna. Ogni digito si divide in sessanta minuti. Si impiega questa misura per valutare la grandezza degli eclissi solari o lunari; così dicesi che in un eclisse di Sole vi sono dieci digiti eclissati, per indicare che rimangono coperti dieci dodicesimi del suo diametro apparente.
      DIGIT0LEIC0 ACIDO (chim.). — Acido grasso contenuto nelle foglie della digitale purpurea (V. Digitale).
      DIGITONERVATE (bot.). — Foglie le cui nervature partono dalla sommità del picciuolo ed irradiansi per ogni verso. Questa disposizione, nelle foglie intere, produce le forme pettata, orbiculare, subor-biculare; nelle foglie semplici, le forme palmata, palmapartita, palmatisecata ; e nelle foglie composte, la forma digitata.
      DIGITOPENNATE (bot.). — Foglie il cui picciuolo comune porta altri picciuoli secondarii con foglioline.
      DIGIUNO (igien., anat., teol. ed agron.). — Astinenza da cibo ; quando essa è assoluta, dicesi Asi-zia (V.). Rispetto all'astinenza parziale, V. Dieta.
      In anatomia fu dato il nome di digiuno alla porzione d'intestino che continua il duodeno (V. Intestino).
      In teologia il vocabolo digiuno dinota l'astinenza da alcuni cibi in alcune ore della giornata, prescritta dalla religione. Indagando l'origine di questa pratica, troviamo ch'essa si perde nel bujo dei secoli : ed è per altra parte naturalissima. L'afflizione è infatti talmente esclusiva, che coloro i quali se ne lasciano dominare non hanno ordinariamente neppure il pensiero di ristorare le loro forze cogli alimenti e si abbandonano ad una compiuta astinenza. Ond'è che gli uomini colpiti da rimorso o da grave dolore avranno dunque creduto di dare alla Divinità un sincero segno di afflizione e di mortificazione col l'indirizzarle le loro preghiere in istato di digiuno. Questa spiegazione può far comprendere come venisse annoverato il digiuno fra le offerte accettevoli alla Divinità presso tutti i popoli, edt^iOOQLe


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume VII (parte 2)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1879 pagine 1048

   

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