Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DIGRESSIONE
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eliminarne ogni traccia di sostanze indecomposte o di prodotti oleosi, pirogenici, che possano contenere.
D digrassamento ha una capitale importanza nell'arte della lana. Una lana non sufficientemente purgata, un panno mal digrassato vestono difficilmente una tiuta fresca e vivace ; soventi appajono ineguaglianze di colore e macchie ; oltre che le sostanze coloranti, trovando impedimento pel grassume che ricopre le lane, non vi si fissano che in parte, nè abbastanza solidamente. In altri casi poi, una parte del grassume staccandosi dalle lane per l'effetto dei sali adoperati nella tintura, ne conseguita tal perturbazione nel bagno colorante, alla quale non è agevole di portar rimedio.
La lana è coperta d'un untume, d'un grasso oleoso derivante dall'umore della traspirazione cutanea della pecora, che può subire qualche modificazione nella sua composizione in contatto cogli agenti esterni. Secondo Vauquelin, il sudiciume della lana è come un sapone a base di potassa, associato ad acetato di potassa, carbonato di potassa, cloruro di potassio, oltre a poca calce ed una sostanza animale, cui si attribuisce l'odore che sentiamo nelle lane grasse. Chevreul intraprese bellissimi sperimenti sull'analisi delle lane anche in rapporto delle operazioni di tintura. Le lane ordinarie si lavano sovente col soccorso dello stesso loro untume solubile nell'acqua per la sua natura saponacea, lasciandole macerare con esso in un bagno talvolta poco più che tepido, e compiendo quindi la lavatura in acqua corrente. In molti casi però si fa uso d'urina vecchia, che per l'ammoniaca che contiene è confacente a digrassar le lane.
Si chiamano lane saltate, o Invate sul dosso, quelle che subirono un primo lavacro, il quale si opera a freddo sopra le stesse pecore prima di tosarle, che, come bene scorgesi, non è che una prima operazione per disgrassarle in seguito compiutamente. Raramente si eseguisce una tal prima lavatura con acqua riscaldata, cioè tepida da essere tollerata dall'animale. Talora anche si vendono le lane tosate con tutto il loro sudiciume, cioè senza aver ricevuto una prima lavatura addosso dell'animale. Dal loro grado quindi di sudiciume, dalla diversa loro natura e finezza, dal tempo recente o non della loro tosatura, dipende la dose del sapone, ovvero dell'urina, della soda, del natron, della potassa, ed il prolungare più o meno la durata dell'immersione delle lane nel bagno per conseguirne un accurato digrassamento. Qui la teoria, le indicazioni non bastano, e ci vuol l'occhio sperimentato e l'intelligenza d'un uomo speciale. Il calore del bagno però non deve mai tanto essere attivato da portarlo all'ebollizione, essendo pratica usuale di poter entro reggervi la mano, od almeno a poco maggior riscaldamento. Una soverchia quantità d'urina o di alcali altererebbe la lana e ne distruggerebbe il nervo e l'elasticità; anzi l'alcali troppo concentrato discioglierebbe la lana stessa e ne formerebbe un '.apone.
In una caldaja di sufficiente dimensione si mette dell'acqua introducendovi una dose conveniente di natron, oppure urina, potassa, ecc., in cui, riscaldata al grado confacente, s'immerge la lana rimescendola con un bastone per dieci, quindici a ventiNuova Encicl. Ital. Voi.
minuti. Si leva quindi e si lascia sgocciolare da una graticcila entro una tinozza rimettendo il bagno nella caldaja. Si getta finalmente entro canestri fatti a quest'uso in acqua corrente, per compiere la lavatura dimenando la lana il tempo necessario. Dopo l'immersione della lana nel bagno caldo, altri fanno uso dei lavatoi meccanici con notevole economia di mano d'opera, quando si ha a disposizione un motore idraulico o a vapore. Si rinnova il bagno appena ha troppo sedimento, o quando prende un cattivo odore, il che succede frequentemente nella stagione estiva. Non di rado si è obbligati per certe lane di eccessivo sudiciume, o di fresca tosatura, massime nelle qualità fine, di doverle passare primieramente in acqua calda sola, lavarle in acqua corrente, farle seccare, tenendole poi imballate per due otre mesi, e quindi ripurgarle compiutamente col mezzo dianzi indicato. Estratta la lana dalla caldaja, alcuni la immergono, mentre è ben calda, nell'acqua corrente, pretendendo che meglio si depuri. Altri sono d'avviso che fia d'uopo lasciarla alquanto raffreddare. È sicuro almeno, che dal repentino passaggio di mutazione di temperatura, la lana diventa ruvida e perde il maggior suo pregio, la pastosità. Chevreul afferma, ed è un'osservazione di gran rilievo, che lavando le lane in acqua corrente, dopo raffreddate, ricevono meglio la tintura, ed i colori non s'imbianchiscono così facilmente coll'attrito e logorìo dei panni ridotti in vestito.
Anche nell'arte veterinaria si ha l'espressione digrassare Vocchio dall'alto e dal basso. Gli antichi maniscalchi davano questo nome a due operazioni colle quali toglievano col taglio e coll'estir-pazione, sia la pinguedine delle conche che fa parte del tessuto cellulare grassoso dell'occhio, che è contenuto nell'orbita, sia la membrana detersoria, specie di terza palpebra situata all'angolo interno dell'occhio, detta pure palpebra interna. Pretendevano con ciò di guarire la flussione periodica od infiammazione intermittente degli occhi, volgarmente conosciuta sotto il nome di luna!!... Non occorre insistere su l'assurdità e la barbarie di simili operazioni, le quali, mercè i progressi della medicina veterinaria, sono presentemente affatto abbandonate.
DIGRESSIONE (lett.). — Dassi questo nome ad ogni parte (li un discorso o di un'opera che si diparta dal soggetto principale e ne interrompa il procedimento regolare per occupare per qualche tempo il lettore o l'uditore di un altro oggetto. Spetta al gusto di regolarne l'uso e fissarne la misura. Una digressione fatta senza sforzo, convenientemente trattata, ristretta in giusti limiti, è una gradevole distrazione in cui lo spirito si riposa da un'attenzione soverchiamente tesa; laddove, se è fuor di luogo, diffusa e introdotta soltanto per riempire un vuoto, non è altro che un fastidioso luogo comune, un'insipida pappolata. Spinta all'estremo, prende nome di divagazione. Sono specialmente capaci di felici digressioni i componimenti clic non vanno soggetti a metodo accurato, a regole fisse. Più avara debbe esserne la storia, giacché romperebbero, spesso senza necessità e senza vantaggio, il filo delle sue narrazioni e delle sue alte lezioni. Nuociono anche più all'effetto del romanzo, in cuit^iOOQLe
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