Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
DILETTANTE, DILETTANTISMO
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accordato che gli avrebbe insegnata l'arte oratoria mediante una somma determinata di danaro, da pagarsi metà per anticipazione, e l'altra metà quando il discepolo avesse vinta la prima causa che avrebbe preso a trattare. L'occasione perchè avesse effetto questa seconda parte tardando a presentarsi, Protagora impaziente cita Evatlo in giudizio e gli dimanda il rimanente del prezzo convenuto. Ecco su quale argomentazione egli fondava le sue ragioni: « 0 la sentenza mi sarà favorevole, diss'egli, o contraria; nel primo caso il mio allievo deve pagarmi per sentenza dei giudici, e nel secondo, a termini del nostro patto, egli è mio debitore ». Ma il discepolo, non meno accorto del maestro, ritorse cosi l'argomento: « Se i giudici mi danno ragione, io non vi devo più nulla; se la danno a voi, io perdo la mia prima causa, e il nostro patto mi scioglie da ogni obbligazione >. I giudici, aggiunge la storia, imbarazzati da questa speciosa alternativa, rimisero le parti a cento anni avvenire per pronunziare la loro sentenza.
DILETTANTE, DILETTANTISMO (B. A.). — Chi, senza far professione di belle arti, per puro diletto ama di maneggiare il pennello od il bulino, disegna edifizii, modella, compone ed eseguisce musica o danza, dicesi dilettante.
Elevatesi, nei secoli xv e xvi, in Italia le arti a quel grado di splendore che tutti conoscono, divenute gloria di chi le professava, onore di chi le favoriva, quell'entusiasmo che nasce dalla manifestazione del bello efficacemente espresso si diffuse nell'animo degl'Italiani, i quali a gara dapprima cominciarono ad ammirare, dall'ammirare in molti venne vaghezza di provarvisi, e dal provare e dal bisogno di conoscere la ragione, la pratica e gli ajuti meccanici delle arti nacque il cosi detto dilettantismo (voce d'uso), cioè amore d'investigazione sulle arti belle non disgiunto dalla cognizione pratica delle medesime. 11 dilettante nelle arti del disegno possiede i primi rudimenti del delineare, del comporre, del dipingere; conosce l'effetto del chiaroscuro, dei toni del colorito, dell'ondeggiar delle linee, degli scorti e del rilievo; conosce la storia e l'archeologia; e coll'ajuto di queste si fa l'interprete dei monumenti antichi, si fa il consigliere degli artisti per le istoriche rappresentazioni, loro additando le qualità, il carattere e la foggia di vestire dei personaggi che debbono essere rappresentati ; e quindi dall'arte risalendo alla scienza, svolge le teoriche apprese nella meditazione sui più sublimi prodigii dell'ingegno umano.
Furono i dilettanti italiani che primi tentarono la scienza del bello, che dal nostro paese trasportata in Alleinagna, di là ci rivenne col nome di estetica. Dall'artista al dilettante passa questa differenza, che quegli (l'artista) ex professo ed unicamente si adopera a produrre il bello, senza curarsi di cercarne il perchè, spinto soltanto dall'entusiasmo pel soggetto che tratta ; questi, cioè il dilettante, opera meno per entusiasmo proprio che per ricordo di cose udite; tratta l'arte per trastullo; e se eseguisce schizzi e bozzetti con un certo spirito e calore, niun lavoro veramente grande e compiuto potrà terminare con perfetta maestria, come colui al quale mancano molte qualità costituenti l'artista. Cer-
Nuoya Encicl. Itàl. VoL Vcherà la ragione delle sensazioni gradevoli; interrogherà la storia e proporrà soggetti a trattarsi; inizierà il popolo all'intelligenza ed alla stima del bello; gli spiegherà i soggetti storici, la ragiono dell'arte, e la conseguita perfezione. Alle quali coso è necessaria al dilettante un'estesa e profonda cognizione teorica del disegno; una più speciale nozione di qualcuna fra le arti belle, ondo da questa possa con fondamento giudicare delle altre; deve sapere di quali mezzi meccanici l'artista si giova ed in qual modo li adoperi ; deve avere idee generali della composizione, degli effetti del chiaroscuro, dei contrasti, della prospettiva e della conformazione dell'uomo, del ritmo e dell'armonia; aver veduto o studiato i capolavori dell'antichità, e sapere le estetiche teorie ondo applicarle all'uopo. Dal che si vede che l'essere vero e giovevole dilettante non è quella lieve cosa che molti si credono, i quali con dimezzate escaiso cognizioni di tutto, con nessun fondamento di scienza portano nell'arto quella sfrenata baldanza di voler di tutto giudicare a diritto ed a rovescio, secondo che torna acconcio alla loro indisciplinata fantasia. Il dilettante, secondo che batte l'una o l'altra via, è vantaggioso o dannoso alle arti, vantaggioso o dannoso alia società, di cui affina o corrompe il gusto.
Il dilettante è l'interprete dell'artista presso i non intelligenti. Nelle conversazioni, nei teatri, nei giornali e sui libri egli diffonde il nome e la valentìa degli artisti più eccellenti; dimostra le difficoltà vinte da essi nell'arduo loro magistero; fa osservare più finamente le recondite bellezze, e premunisce acciocché altri non si lasci troppo facilmente sedurre da un abbagliante colorito, da uno sfarzo incomposto, da ricercati contrasti, da bizzarri capricci, e da quel fare lezioso e manierato che troppo spesso da molti si scambia per grazia. Egli è l'amico dell'artista e l'avvocato o patrono presso ai mecenati, cui raccomanda quei giovani che, a suo giudicio, mostrano disposizioni migliori e nei quali prevedo felice riuscita. Esso pure talvolta si accinge a produrre qualche cosa del suo ; e se non crea (che non è proprio del dilettante il creare), nelle sue composizioni tuttavia tenta di attenersi al meglio. Il dilettantismo, constando della sintesi delle cognizioni diffuse dalle arti, promovendo e dilatando lo medesime, diventa ministro di civiltà e di progresso; e serve al dirozzamelo dei popoli, preparando gli animi allo soavi impressioni della bellezza, e disponendoli a partecipare all'entusiasmo, che dal cuore dell'artista passa ad avvivare l'animatrice sua composizione.
Ma i danni che nascono dal dilettantismo non sono minori dei vantaggi di cui è cagione. E dapprima il dilettante non avendo generalmente idee compiute, estese e profonde sulla intera materia delle arti, è di sua necessità costretto a fermarsi su certi limiti, che riguarda come ultima meta; e di là, quasi da un tripode, giudica e pronunzia sentenze, le quali eccitano in alcuni dei grandi artisti un sorriso di compassione, in altri, e massime nei giovani, un impeto di sdegno. Come colui che dovette passar sopra a molte cose necessarie a sapersi da chi vuole adoperare l'arte dignitosamente e con isperanza di passare ai posteri, attribuisce a certi effetti cause diversissime dallt» vere ; e se opera, si
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