Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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DILETTANTE, DILETTANTISMOpone nell'occasione di seguire regole false ed arbitrarie. Inoltre, siccome il dilettante per poco che faccia viene lodato, gonfio di questa lode che cosi di leggieri gli si dà, non paragona più. ornai spassionatamente i suoi lavori con quelli degli artisti, bensì gli elogi riportati, i quali, troppo larghi al dilettante ed all'artista troppo scarsi, ingiustamente in ambedue i casi vengono compartiti. Egli assai diffìcilmente dal reale ascende all'ideale, e circoscrive la possibilità dell'ingegno umano entro i limiti del già fatto, non parendogli che si possa operare altrimente, nè trovare un nuovo fonte di bellezza ignoto ai grandi che ci precedettero. Laonde i difetti che generalmente si rinfacciano ai puristi classici, sono i difetti del dilettantismo; non che ogni dilettante debba di necessità averli, ma perchè i più dei dilettanti in essi incorrono.
Di più, il dilettante essendo eclettico, o partitante di scuola, la sua influenza nel primo caso è dannosa, perchè tende a far perdere il carattere individuale ed originale dell'artista; nel secondo nuoce alle scuole diverse da quella a prò di cui si dichiara, e così in ambidue i casi promuove l'indifferenza e quel fiacco e irresoluto sentire di cui non vi ha cosa più contraria all'arte. S'egli erra in fatto di gusto e di sentire, e fassi a promuovere quel ch'è men bello od è corrotto, quanto non si rende egli nocivo? a quali delirii non può egli trarre le menti di coloro i quali lo tengono in concetto di erudito e d'intel-ligento, e pendono dal suo labbro? Di più, fatta ch'egli ha la sua dichiarazione, niun'altra cosa è bella e pregevole, se non quella cui egli dedicossi, con danno dell'arte ch'egli disprezza per sostener la sua. Ciò osservato, veniamo ai particolari.
Il dilettante di pittura non si ristringe a questa sola arte, ma passa a tutte le altre qui espresse, come riferentisi o poco o molto alla pittura. Egli, esercitatosi nel disegno elementare, osserva quadri, statue e gessi ; si pone a copiarne alcuni, e generalmente non passa più oltre a comporre alcuna cosa del suo, se non di quel genere cotanto alla moda, perchè cotanto facile, che nel parlare comune appellasi schizzo, cioè bozzetti a leggieri tratti di matita o di acquerello. Se colui che con questi studii e col-l'esame dei più illustri quadri si fece una sufficiente idea della pittura, vuol discorrere pur di scultura, d'incisione e d'intaglio, e crede poterne dar retto giudizio, questi erra a gran partito; e non può a meno che aspettarsi dallo scultore e dall'intagliatore cose alle quali l'arte loro ripugna. Per quanta somiglianza vi sia fra queste arti stesse, non è tuttavia men vero che la materia così diversa impone norme e leggi dissimili, e certe cose di gradevole effetto in un quadro, sono disarmoniche e brutte in una statua. Laonde il dilettante si guardi bene dall'ambizione di voler uscire da quella sfera entro cui istruissi; e pensi che quando Francesco Milizia volle scrivere da dilettante di pittura e scultura, disse strane ed assurde cose, senza parlare dell'irriverenza con cui le disse. Proprio dei dilettanti è il coltivare la pittura di paese, l'acquerello e la miniatura, e il genere dei ritratti e dei fiori ; per cui siccome richiedonsi meno estese e meno profonde cognizioni che nella pittura storica, così molti riuscirono eccellentissimiI dilettanti di queste arti sono generalmente ricercatori e compratori d'antichità; e nelle case e nelle ville loro ne fanno collezioni, e le distribuiscono per le pareti degli atrii e delle sale, e di niuna cosa più sono contenti, che quando vien loro fatto di rinvenire qualche bel lavoro sconosciuto o dissotterrato, il quale essi rimettano in luce ed in onore. Allora la loro gioja è al colmo ; allora niun capolavoro pareggia quello ch'essi posseggono, e se tuttavia il loro buon senso ripugna troppo apertamente al chiamarlo modello di perfezione artistica, fanno quanto sanno e quanto possono per far credere a tutti ch'è cosa estremamente rara e preziosissima per la sua rarità. Quest'amore nella maggior parte di essi diventa una vera manìa, onde spesso sono fatti zimbello degli assennati e preda degl'ingannatori. Niun'opera moderna, secondo essi, regge a confronto di certi loro insignificanti frantumi antichi ; quivi solo il bello, quivi il grande, quivi il vero; e questo bello, vero e grande che ivi ad ogni conto vogliono vedere e far vedere altrui, non è che nella loro fantasia, la quale, come un vetro colorato, fa loro scorgere nei varii oggetti le tinte del vetro. Per la qual cosa infiniti ciurmadori fanno il lucroso mestiere di vendere per begli oggetti d'arte antica cattive produzioni o vecchie o moderne, e dipingono o fanno dipingere su tarlate tavole o su sdruscite tele di rovinati quadri, deboli imitazioni del fare di questo o di quell'altro valente pittore, e fattele ben seccare al sole fin che screpolino, e con chimiche preparazioni ciò facilitando, datovi sopra una mano di terra gialla o di terra d'ombra asciutta, fanno sì che quegli il quale non è vero e profondo intelligente, se non prende quell'opera come parto di Tiziano, a cagion d'esempio, o di Leonardo, tuttavia, per una certa somiglianza col fare delle loro scuole, agevolmente la crede uscita dallo studio di alcuno dei loro discepoli. Cosi s'imitano statuette e bassirilievi antichi, e poi si sotterrano per qualche tempo, umettando sovente la terra o con acqua semplice, ovvero, meglio ancora, satura di qualche sale che prontamente operi sulla superficie del marmo o del bronzo di cui sono formati, e poi si vendono come trovati in questi o in quegli altri scavi, e sottratti dai lavoranti e dagli operai alle ricerche del vigile assistente. E Roma sovrattutto presenta oggidì siffatti esempi, donde i forestieri dilettanti d
'arte vogliono se
mpre portar via qualche oggetto antico. Bisogna pur confessare che molti pittori, scultori ed incisori, i quali ex professo si dànno a quest'opera di far cose antiche, le fanno bene in guisa che valenti artisti e peritissimi dilettanti in sulle prime vennero ingannati. Se si potè più volte darla ad intendere ad un Winckel-mann, che sarà degli altri?
II ricco che abbia viaggiato e siasi posto a considerare i monumenti degli antichi e le più splendide fabbriche dei moderni, facilmente diviene dilettante in architettura. Che anzi senza tante cure, col solo ajuto di Yignola (che è come l'abbecedario degli architetti) e di poche regole apprese nel tirar linee e maneggiare il compasso, varii pretendono di modificare in meglio eccellenti disegni d'ingegneri illustri, suggeriscono innovazioni in edifizii antichi, e se presiedono od hanno diretta influenza nell'animi-
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